Valentina Arcovio, La Stampa 20/3/2012, 20 marzo 2012
Perchè la Fossa delle Marianne, raggiunta dal regista James Cameron a più di mezzo secolo dall’esplorazione precedente, è circondata da un alone di mistero? Perché, oltre a essere il punto più profondo della Terra, sono in pochi ad averla esplorata
Perchè la Fossa delle Marianne, raggiunta dal regista James Cameron a più di mezzo secolo dall’esplorazione precedente, è circondata da un alone di mistero? Perché, oltre a essere il punto più profondo della Terra, sono in pochi ad averla esplorata. Si trova sul fondo dell’Oceano Pacifico nordoccidentale, a est delle isole omonime. I primi rilevamenti della profondità di quest’area furono effettuati nel 1951, utilizzando un ricevitore che intercettava il ritorno del segnale, dal vascello «Challenger II» della Royal Navy britannica, che diede il nome alla prima fossa individuata, il Challenger Deep. Fino ad oggi però sono solo tre gli esseri umani che hanno raggiunto il fondale. Quali sono le caratteristiche di questa fossa? La Fossa delle Marianne si estende per circa 2.500 chilometri ed è delimitata dall’incontro di due placche tettoniche, dove la placca pacifica si insinua sotto la placca delle Filippine. Il punto più profondo, chiamato Challenger Deep, si trova a 10.901 metri sotto il livello del mare. A farne la mappa più minuziosa è stato lo scorso anno un gruppo di ricercatori americani. Gli scienziati, finanziati dal Dipartimento di Stato, hanno utilizzato un sonar multiraggio, montato su una nave idrografica della marina degli Stati Uniti. Prima di allora sapevamo molto poco sulle misure di questa parte dell’oceano. Chi furono i primi esploratori? L’oceanografo belga Jacques Piccard e il tenente della marina americana Donald Walsh. L’esplorazione è avvenuta il 23 gennaio 1960 con il batiscafo «Trieste», dal nome della città in cui fu costruito. Il batiscafo era un cilindro di 18 metri, con un diametro di 3,50 metri e un resistentissimo abitacolo sferico fissato sotto lo scafo e capace di accogliere due persone. Piccard e Walsh riemersero quasi cinque ore dopo: rimasero all’incirca 20 minuti a quasi 11 chilometri di profondità. Quanti sottomarini robotizzati hanno esplorato la Fossa delle Marianne? Sono tre i sottomarini senza equipaggio che hanno toccato il punto più profondo degli oceani. In tutti i casi comunque, pur avendo rilevato alcuni dati, si è sempre trattato di sfide tecnologiche il cui obiettivo primario era raggiungere un punto dalle condizioni così estreme rispetto alla normalità. Nel 1995 ilrobot giapponese Kaiko raccolse le prime immagini della fauna abissale. Nel 2009, invece, il robot Nereus ha permesso di fotografare esemplari unici di cui si ignorava l’esistenza. Quali organismi si celano a quelle profondità? Ancora oggi non abbiamo un quadro dettagliato della flora e della fauna che la abitano. Tuttavia, dalle immagini scattate dal 1960 a oggi, sappiamo che a quelle profondità vivono specie bizzarre, oltre a vermi, gamberi e oluturie. Walsh e Piccard, più di 50 anni fa, furono sorpresi di trovare delle specie di sogliole o platesse lunghe circa 30 centimetri. Inoltre sono stati individuati batteri in grado di resistere alla pressione dell’immensa colonna d’acqua (70megapascal) e di sopravvivere sfruttando i cicli biologici innescati dalle sorgenti geotermiche sul fondo dell’abisso. Solo di recente, invece, sono state scattate fotografie di meduse e amebe giganti. Quanto è importante l’esplorazione e lo studio della Fossa delle Marianne? Oltre a essere uno dei luoghi meno esplorati della Terra, la Fossa potrebbe celare importanti risposte sul clima del passato e del futuro. Una piattaforma depositata in un canyon sul fondo dell’Oceano Pacifico, infatti, ha dimostrato che le fosse oceaniche fungono da ricettori di anidride carbonica, il gas serra presente nell’atmosfera terrestre che il mare sottrae da quest’ultima in grandi quantità. Da qui l’ipotesi che la Fossa delle Marianne potrebbe giocare un ruolo importante nella regolazione della chimica e del clima della Terra intera. Quali altri sono gli interrogativi a cui ancora non abbiamo una risposta? Innanzitutto ancor oggi non sappiamo perchè la Fossa delle Marianne sia così profonda e se questa straordinaria profondità sia legata in qualche modo con la sua attività sismica, capace di generare tsunami di grande intensità. Non meno importante è effettuare un censimento, più dettagliato possibile, dei microrganismi che vivono laggiù. Una varietà, questa, ancora tutta da definire. Ci sono in programma nuove missioni? Vi sono almeno altri tre gruppi che stanno costruendo sommergibili in grado di arrivare là sotto. Tra questi c’è quello del magnate Richard Branson e quello del guru di Internet Eric Schmidt, presidente di Google, che ancora devono superare i test di controllo. Inoltre, James Cameron ha già espresso la volontà di ritornare nella Fossa delle Marianne con un equipaggiamento un po’ più sofisticato, capace ad esempio di spostarsi sul fondo ed esplorare così una porzione ancora più ampia.