Marco Valsania, Il Sole 24 Ore 24/3/2012, 24 marzo 2012
TRADING IN TILT, CROLLA APPLE E AFFONDA L’IPO BATS - È
di nuovo bufera sui mercati elettronici alternativi e sul trading ad alta velocità. Bats, ormai la terza piattaforma azionaria Usa, è finito al centro di una serie di trading errati che hanno fatto tremare nientemeno che il titolo della Apple, regina assoluta della capitalizzazione di Borsa. Le azioni Apple sono state sospese per cinque minuti quando, sulla piattaforma di Bats, sono improvvisamente transitati ordini ben al di sotto delle precedenti quotazioni. Ma la tensione non si è dissipata: Bats ha visto la sospensione per l’intera giornata del proprio sbarco al Nasdaq, avvenuto sempre ieri, dopo che anche il suo titolo è precipitato senza apparenti ragioni. In seguito la società ha addirittura deciso di cancellare l’Ipo.
Il giallo a Wall Street adesso è al centro di indagini che dovranno trovare una spiegazione esaustiva. Ma la girandola di eventi – se non emergerà di peggio, cioè sospetti di manipolazioni – ha messo ancora una volta in luce la scarsa trasparenza e le incognite che rendono vulnerabili piazze finanziarie sempre più frammentate (negli Usa oggi sono una cinquantina), sofisticate e difficili da controllare. E ha sollevato, in presenza di un debole quadro internazionale, anche lo spettro di spirali di instabilità finanziaria e economica.
«Per Bats è stata una giornata davvero disastrosa», ha commentato Sam Ginzburg di First New York Securities. «Pone quantomeno un problema di affidabilità dei nuovi mercati», ha aggiunto Bruce Weber della University of Delaware. Le authority sono coscienti della sfida, anche se le soluzioni mancano. Prima ancora del terremoto sui titoli, erano circolate voci di una nuova inchiesta della Sec sugli operatori high-frequency, le società dedite al trading ad alta velocità quali Getco e Tradebot, e sulle loro "relazioni pericolose" con borse elettroniche quali Bats. Il sospetto è che gli high speed trader, armati di potenti computer e algoritmi sofisticati, ottengano indebiti vantaggi ai danni dei normali investitori.
A dar credito alle indagini è stato il Wsj. Già nel recente passato, nel maggio 2010, Wall Street era stata scossa da un "flash crash" attribuito proprio al matrimonio tra tecnologie e strategie aggressive di trading: allora, nel giro di 20 minuti, vennero bruciati momentaneamente 862 miliardi di dollari. Proprio da quel evento sono state introdotte nuove restrizioni automatiche volte a bloccare e cancellare contrattazioni su titoli considerate fuori dalla norma.
Le iniziali ricostruzioni del nuovo mini-crash mostrano un primo allarme lanciato da Bats alle 10:48 ora di New York sugli scambi di titoli con simboli compresi tra A e BF. Alle 10:57 una singola operazione sui titoli Apple, da 100 azioni, ha schiacciato il titolo a 542,80 dollari da 598, facendo scattare il blocco degli scambi. In seguito, la crisi ha toccato i titoli di Bats al debutto dopo un collocamento che aveva rastrellato 100 milioni di dollari: partiti poco dopo le undici sono subito crollati da 16 dollari a pochi centesimi e sono stati a loro volta sospesi.
La spiegazione più plausibile per gli analisti ruota attorno all’errore, sia a livello di sistemi di computer che di intervento umano, il cosiddetto "fat finger", il dito "grosso" che avrebbe fatto scattare ordini sbagliati di compravendita.