Luca Cardinalini, il Fatto Quotidiano 25/3/2012, 25 marzo 2012
MARCO ERODIANI: ECCO COME TRUCCAVAMO LE GARE
Per i magistrati cremonesi era uno dei capi dell’organizzazione che aveva nel combinare partite di calcio, la propria ragione sociale. Massimo Erodiani, 38 anni, già titolare di due agenzie di scommesse (oggi vendute), ora aiuta la moglie nella tabaccheria di sua proprietà e pensa di andarsene via. La giustizia sportiva - giocava da portiere in una società minore di calcio a 5 - lo ha radiato, quella penale lo ha arrestato il 1° giugno scorso, tenuto 11 giorni in carcere e poi rilasciato. Per la prima volta decide di parlare. Abituato a maneggiare cifre - 1, 2, over 2,5, risultato esatto 2-4 o 3-1 - a rovinargli il sonno, oggi, è un altro numeretto, un poco più lungo: 416. È l’articolo del codice penale che punisce l’associazione a delinquere, in questo caso finalizzata alla truffa sportiva.
Quando ha saputo la prima volta di partite "fatte"?
Di molte partite si sapeva effettivamente il risultato prima ancora che iniziassero. Voci che girano tante in agenzia, a volte si lasciano cadere, altre volte no.
Come è entrato in questo giro?
Conoscendo Marco Pirani. Si sapeva di un dentista di Ancona che riusciva a combinare delle partite. Pirani era stato un dirigente dell’Ancona, aveva molte amicizie nell’ambiente calcistico, era uno scommettitore serio e puntuale, anche per conto di alcuni tesserati, i quali
non possono nemmeno entrare nelle agenzie
Quando l’ha conosciuto?
Pagandogli la vincita, per Ascoli-Livorno, finita 2-3, maggio 2009.
Ultima di campionato, il Livorno vinse in rimonta.
(Ride). Il risultato è 0-0 al 45°. Per arrivare alla combine, durante l’intervallo viene tagliata la rete di una porta e il secondo tempo inizia con sei minuti di ritardo. Nella squadra marchigiana giocano Giallombardo e Sommese, in panchina c’è Micolucci. L’A-scoli fino a una decina di minuti dalla fine vince 2-1, poi la doppietta di Tavano. Dai risultati degli altri campi l’Ascoli sapeva di essere salvo anche perdendo, il Livorno conquista i play off. Pirani aveva scommesso il risultato esatto. Scommessa quotata a 28 ma alla fine scesa a 12.
Quanto guadagnò Pirani
quel giorno?
Tanto.
Fu Pirani a presentarle Marco Paoloni?
Sì. Me lo presentò come uno scommettitore accanito, giocava dai 10 ai 20 mila euro al giorno.
Dice che lei, capito la sua malattia di scommettitore, gli apriva linee di credito per farlo indebitare sempre di più, con ricariche su posta
pay.
La prima settimana vinse 34 mila euro, pagati 24 in contanti subito e 10 a credito sulla card per continuare a giocare, la seconda settimana 51, 31 pagati con assegni, 6 in contanti e 10 a credito per giocare. Dalla terza settimana, è stato un disastro.
A quanto ammontava il debito di Paoloni con lei?
A 126 mila euro. Per questo iniziò anche a millantare combine, con gli zingari, i bolognesi, gente che investivano parecchi soldi nelle partite e che non dimentica.
Altri colpi andarono a segno.
Certo. Cosa devo dire? Inter-Chievo over doveva essere ed over è stato, Palermo-Napoli over, Bari-Lazio X primo tempo e 2 finale. Atalanta-Piacenza è stata venduta tre o quattro volte, a gruppi e da gruppi diversi. Era combinata anche Siena-Sassuolo, 4-0, over con reti imbarazzanti. O Novara-Cremonese, di cui finora non si è mai parlato.
Quindi erano in parecchi a sapere, anche tra i giocatori...
(Ride) Lei che dice?
Quanti giocatori servono per "fare" una partita?
Dipende. Per “farla” a perdere, ne bastano tre: il portiere, il difensore centrale e un centrocampista.
Quando seppe del coinvolgimento di Signori, le cadde un mito?
Sinceramente no. Nel nostro ambiente si sapeva che a Bologna comandava Signori. Certo erano voci, ma quando un giorno Bellavista mi disse che dovevamo andare a Bologna per incontrare un personaggio importante, non ebbi dubbi.
Lo zingaro Ilievski ha raccontato di un incontro, avvenuto all’uscita autostradale di Ascoli, con lei in compagni di tre sosia di calciatori del Lecce...
Ad Ascoli non c’è uscita autostradale, c’è quella di San Benedetto del Tronto. Ilievski venga in Italia e si faccia interrogare.
Racconta anche del contatto via Skype con Daniele Corvia, dai risvolti tragicomici.
L’accordo era per l’over di Genoa-Lecce, vollero parlare con Corvia in ritiro a Genova. Uno degli zingari poi mi raccontò che quando gli chiesero di fargli vedere il tatuaggio sull’avambraccio, il tizio chiuse subito la chat. Paoloni utilizzava il profilo di Corvia, col quale aveva giocato insieme nelle giovanili della Roma.
Lei ha fatto 11 giorni di carcere. Si aspettava l’arresto?
No, anche se vivevo nella paura anche fisica. All’ispettore che mi portò dentro dissi che mi stava quasi levando un peso di dosso.
È vero che lei, nei giorni prima, andò dai dirigenti della Cremonese?
Andai dal direttore generale della Cremonese, Turotti, raccontandogli prove alla mano chi fosse il loro portiere, mi disse che già lo sapevano. Non volevo minacciare o ricattare nessuno, solo recuperare miei soldi e far emergere la verità. Venne venduto al Benevento, società paradossalmente ignara di tutto ma che ha pagato più della Cremonese. Strano.
Come se ne esce? C’è chi parla di confiscare i beni dei calciatori e dei tesserati coinvolti nel calcio scommesse.
Basta la radiazione. È gente che non ha mai lavorato. Se gli togli le migliaia di euro al mese, li annienti.
Sono stati annunciati nuovi imminenti arresti. Dov’è il fondo di questo pozzo?
Se vanno avanti arriveranno ai direttori sportivi e poi alle società. Finora è stato scoperto il 10% del marcio, non di più.