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 2012  marzo 25 Domenica calendario

NEL CENTRO PER LE BAMBINE TRUCCATE COME LE MAMME —

Audace, pratica e alla fine anche un po’ spaventata per il gran rumore provocato dalla sua stessa idea, l’estetista Loredana Lagonigro il vero make-up l’ha fatto alla notizia. Prima lanciando il suo «Little Lolas — kids spa» con uno slogan ardito come uno smalto fucsia: «Centro estetico per bambine, dai 2 ai 12 anni», che ha incuriosito, indignato e scatenato polemiche politiche e sociali a Treviso città e non solo; poi, una volta decollato lo scandalo, aggiustando il tiro con precisazioni e prese di distanza tipo «ma quale centro estetico? Solo una sala giochi per bambine, dove possono dilettarsi con trucchi atossici, inodori e solvibili in acqua, mentre le mamme stanno dall’altra parte». Bambine, trucchi, Little Lolas che sembra evocare le giovanissime e precoci Lolite del film di Stanley Kubrick.
Un mix mediaticamente esplosivo, sul solco delle disavventure di Suri Cruise, la figlioletta di Tom Cruise e Katie Holmes balzata all’onore delle cronache alla tenera età di 4 anni per via di tacchi a spillo e abiti firmati. Il risultato? Ieri all’inaugurazione dell’innocente saletta per bambine c’erano più troupe televisive e giornalisti che piccole donne incantate da rossetti e unghie multicolor. Mentre lei, l’estetista Loredana che si è inventata questa professione a 38 anni dopo aver fatto l’insegnante precaria di inglese per molti anni, ti mostra cosa intendesse per «centro estetico per bambine»: una stanzetta di sei metri quadri con una postazione dedicata al manicure della mamma e una poltroncina a fianco con qualche trucco, qualche smalto, qualche lecca lecca. «Tutto qui», allarga le braccia in modo disarmante. Certo, tutto molto ridimensionato rispetto al lancio. Ingenua? Astuta? All’ingresso ci sono addirittura le fotocopie delle liberatorie per le interviste alle bambine che un po’ alla volta arrivano. E allora capita di incrociare un’emittente televisiva che intervista Viola, seduta sulla poltrona del trucco mentre l’estetista le lacca le minuscole unghie.
Quanti anni hai? «Cinque». Vuoi lo smalto sulle manine? «Sì». Scattano flash, si girano riprese, si scrivono sui taccuini i monosillabi della piccola Viola. Ed è tutto molto imbarazzante e surreale. Mentre Loredana sorride: «Anch’io quando avevo tre anni volevo tutte queste cose ed è dalle richieste delle mamme che è nato tutto». Eccole la mamme, Cristina, Paola, Adriana, che vigilano da lontano. «L’ho portata perché si diverte», dice una. «Quando le abbiamo detto del centro estetico non voleva altro che questo», aggiunge un’altra. C’è pure una nonna: «Non ci vedo nulla di diseducativo e poco morale».
Arrivano Marta, 9 anni, e Lisa, 12. «Io mi faccio sempre truccare da Lisa, a casa. E adesso vengo qui». Era girato addirittura un listino prezzi per bambine: smalto a mani e piedi 6 euro, trucco 5 euro, maschera allo yogurt rilassante 10 euro. «Mancano ceretta e massaggi», pungola qualcuno. Loredana smentisce: «È tutto gratis, vedremo in futuro se far pagare o meno». Nel frattempo, gli assessori veneti alla Formazione e alle Pari opportunità, Elena Donazzan e Isi Coppola, insorgono: «Le mamme venete tengano lontane le bimbe dai baby centri di bellezza, modelli educativi superficiali e distorti». Semaforo rosso anche da Telefono Azzurro: «Iniziativa deplorevole che snatura i bambini. E poi quel nome così tristemente allusivo».
L’estetista scuote ancora la testa: «Credetemi, non ho pensato alle Lolite quando ho dato il nome. Lola sono le mie sillabe iniziali, Lo-redana La-gonigro». Sarà ma grazie a questo nome è nato il caso e con il caso pagine di giornali e servizi televisivi. Una grande pubblicità gratuita grazie a creature come la piccola Viola che da una parte è costretta a sussurrare monosillabi ai giornalisti e dall’altra allunga la manina all’estetista: «Facciamo anche i piedini?».
Andrea Pasqualetto