Selvaggia Lucarelli, Libero 25/3/2012, 25 marzo 2012
PAESE CHE VAI, MISURE CHE TROVI MAPPA DELLA VIRILITÀ NEL MONDO
Ebbene sì. Esiste una mappa dettagliata della lunghezza media del pene nel mondo. Prima che vi facciate strane idee, no, non l’ho tracciata io, ma il sito target map in base a misurazioni effettuate da università e studi di ricerca. E prima che andiate avanti nella lettura, vi avverto: se siete uomini e la vostra autostima non è pari a quella di Fabio Volo quando gli comunicano la posizione in classifica del suo ultimo libro, saltate a piè pari l’articolo, perché le assolute e dolorose verità in esso contenute potrebbero essere un colpo durissimo.
E allora, mie care amiche, osserviamo con estremo rigore scientifico questa benedetta mappa, perché ora che abbiamo a disposizione il google map con tanto di indicazioni geografiche sulle dimensioni medie dei mondial batacchi, le nostre vacanze non saranno più le stesse. Pasqua s’avvicina e dobbiamo scegliere la nostra villeggiatura ideale in base a parametri spiccatamente culturali, ergo, andiamo a vedere dove si trovano i monoliti di maggior spessore (sempre culturale) nel mondo. I paesi in cui le donne sorridono di più sono quelli colorati di verde scuro (lì la media va da 16,10 a 17,93 cm) e verde chiaro (da 14,88 a 16,10). E così c’è la speranza di inciampare almeno una volta nella vita in un uomo che si assesti su queste medie. Poi ci sono i paese in giallo (da 13,46 a 14,88), quelli in rosa (da 11,67 a 13,45) e infine quelli in rosso (da 9,66 a 11,67). Direi che a occhio, le prime serie considerazioni da fare sono le seguenti. Avete presente le leggende popolari sugli africani condite da quella becera goliardia per cui col batacchio medio di un africano ci si potrebbe sostituire la sbarra del casello Venezia-Mestre? Ecco. È ora che si smetta di chiamarle leggende e si passi a definirle verità leggendarie. Individuando le macchie verde scuro, emerge che più dotati del mondo sono gli uomini del Congo con una media di 17,93 cm. A riposo. Il che vuol dire più o meno che un congolese ti può regalare indimenticabili attimi di felicità anche mentre dorme o gioca alla Playstation. Ma soprattutto, che il famoso diamante congolese non è esattamente il minerale più duro in cui ci possa imbattere da quelle parti. Una roba che in Congo, uno come Rocco Siffredi, sarebbe al massimo la star di Centovetrine, altro che film porno.
Al secondo posto, si piazzano gli ecuadoregni con una media di 17,59 cm. Considerato che l’Ecuador comprende anche l’arcipelago delle Galapagos e lì ci sono tribù autoctone non contaminate con gli europei che alzano di parecchio la media nazionale, ora è chiaro perché le isole sono state dichiarate dall’Unesco patrimonio dell’umanità. E soprattutto, ci auguriamo che tale provvedimento salvi dall’estinzione testuggini, iguane, anfibi e pure il batacchio locale. Sarebbe straziante essere costrette ad ammirarlo, impagliato, in qualche museo di storia naturale.
Al terzo posto si classifica il Ghana, con la sua clamorosa media di 17,12. Alla luce di questa informazione, sappiamo perché questo paese africano è il secondo esportatore di cacao nel mondo. Lì, le donne, non hanno bisogno di compensare carenze di un certo tipo buttandosi sulla Nutella. Tra i ghanesi illustri ci sono Kofi Annan (ora sappiamo anche perché è stato Segretario generale dell’Onu: a capo degli Stati-membri non poteva che finirci un uomo del Ghana) e il calciatore Boateng. E abbiamo finalmente compreso perché la Satta, come ha ammesso, se lo trastulla dalla sette alle dieci volte a settimana. Passiamo a dare un’occhiata all’Europa. Gli italiani, va detto, conquistano un rispettabilissimo quinto posto con una media nazionale di 15,74 cm. Le misurazioni vanno effettuate a riposo, quindi in Italia sono state effettuate mentre andava in onda la trasmissione di Lucia Annunziata. Ma la vera sorpresa è il primo posto occupato, inaspettatamente, dall’Ungheria (16,51 cm). E voglio dire amiche, se ci aggiungiamo il fatto che nel piatto tipico ungherese, il gulasch, c’è dentro paprica come se piovesse, io direi che vale la pena informarsi su come sono messi gli affitti a Budapest. Sorprende trovare nel fanalino di coda la Spagna coi suoi maschi calienti, ma almeno ora sappiamo perché gli spagnoli se la prendono tanto coi tori: invidia feroce.
I russi conquistano un misero quart’ultimo posto (13,21 cm) per cui cade un ingiusto pregiudizio: non è il denaro, quello che le povere donne russe vengono a cercare in Italia. E soprattutto, ora sappiamo pure perché Abramovich ha lo yacht più lungo del pianeta. Quella non si chiama legge del denaro, no. Si chiama legge di compensazione. In Europa, ahimè, l’ultimo posto se lo guadagnano i romeni. Una delusione fortissima. Ho sempre pensato che Dracula nascondesse chissà cosa, sotto a quel mantello. E veniamo all’Oriente. Qui c’è poco da fare. Non ci sono gradazioni diverse dal rosso e del resto, la media della lunghezza del pene da quelle parti somiglia a quella media dei cerini da tavolo: ultimi i sudcoreani, con una media di 9,06 centimetri. Thailandesi e Cambogiani s’assestano sui 10 cm ma anche indiani e indonesiani stanno messi male. La prima, amara conclusione è che avevamo tutte sopravvalutato Kabir Bedi. La seconda è che ora abbiamo capito il perché di tutta ’sta spiritualità in Oriente. In conclusione, è interessante notare come i paesi meno toccati dalla crisi economica o comunque più competitivi sul mercato, sono anche quelli in cui la lunghezza media è più bassa, mentre Africa, Sud America e buona parte dell’Europa dell’Est, saranno sì paesi depressi, ma fuori dalle lenzuola. Il Congo, addirittura, ha contemporaneamente il batacchio più lungo e il pil più basso del mondo. C’è poi il caso dell’Italia che in piena crisi, almeno in questo genere di misurazioni, batte di un punto e mezzo la Germania: della serie, qui s’impenna lo spread ma anche qualcos’altro. La Merkel se ne facesse una ragione. E ora scusate, continuerei ad analizzare con voi la mappa, ma ho un aereo per Kinshasa che mi parte tra due ore. Il Congo è a dodici ore di volo e non vorrei arrivare stanca. Sai com’è.
Selvaggia Lucarelli