Franco Bechis, Libero 25/3/2012, 25 marzo 2012
LE SCATOLE CINESI MILIONARIE DEL DEPUTATO DEMOCRATICO
La scorsa settimana quando Pietro Tidei, bersaniano eletto a Civitavecchia, è finito sulle prime pagine dei quotidiani locali perché la sua dichiarazione dei redditi era la più alta fra i politici della zona, quasi si è offeso. In fondo i suoi 214.401 euro dichiarati non erano una somma astronomica, e se era più ricco di colleghi di partito come Walter Veltroni è perché incassava qualche rendita patrimoniale con qualche immobile che gli avanzava lì in zona e perfino grazie a un terreno comprato in Grecia su cui sta cercando di costruirsi una casa vacanza.
Ma Tidei – che di Civitavecchia è stato sindaco e ora proverà a ritornare primo cittadino – oltre ai redditi catastali percepisce anche una pensione da dirigente Enel (il suo vecchio lavoro) e dal 2011 una pensioncina da ex consigliere regionale del Lazio. Ha una moglie che non fa più l’insegnante da mantenere e ben quattro figli, due maschi e due femmine che stano compiendo i primi passi nel mondo del lavoro. Insomma, quel reddito non è fantasmagorico, eppure il parlamentare del Pd si è infastidito per il grande risalto dato sulla stampa: si capisce, in provincia, in tempi di polemiche sulla casta.
UN TIPO RISERVATO
Tidei deve essere assai modesto e riservato, perché fatte le debite proporzioni, lui non è un pensionato di lusso prestato alla politica: è una sorta di Silvio Berlusconi di sinistra, che semplicemente non ama le luci della ribalta. Il paragone non è azzardato: per le caratteristiche dell’area di Civitavecchia il politico più in vista dell’entourage di Bersani, è certamente un magnate.
Insieme alla sua famiglia controlla un piccolo impero industriale e finanziario, composto da una trentina di società per azioni attive nel campo dell’energia, delle costruzioni e della gestione immobiliare. Qualche società è controllata interamente, altre sono semplicemente partecipate e gestite insieme ad un paio di altre famiglie della zona. Quasi tutte (quelle interamente dei Tidei come quelle solo partecipate dalla moglie e dai figli) però hanno la sede sociale nello stesso luogo: a Roma, in via Vittoria Colonna 40.
Insieme hanno in portafoglio anche un bel pacchetto di immobili, abbastanza consistente da fare gola a qualche gruppo importante: 133 fabbricati e 81 terreni, sparsi un po’ fra Civitavecchia, Santa Marinella, Allumiere e Tarquinia. Direttamente Tidei ha intestati (solo alcuni cointestati insieme alla moglie) dieci fabbricati e 11 terreni, senza contare quello in Grecia inserito nella recente dichiarazione patrimoniale presentata alla Camera dei deputati.
La signora Tidei, che si chiama Maria Concetta Onori, ha direttamente intestati 14 fabbricati e 24 terreni, alcuni anche di una certa importanza. Il valore già posseduto direttamente è interessante: nella zona alcuni terreni agricoli vengono valutati circa 60 mila euro ad ettaro, e la famiglia di ettari ne possiede davvero tanti. Qualche immobile è intestato direttamente ai figli, che sono comunque coinvolti tutti nella gestione societaria del piccolo impero locale.
Il gruppo è stato protetto come meglio non si può dalla curiosità locale. Sono due le capogruppo. E la più importante, acquisita nel 2005 quando aveva un’altra denominazione societaria, si chiama North Wind srl. È schermata con due fiduciarie, la Refida srl e la Cifre srl, amministrate unicamente da due professionisti. Nessun altro è apparso nell’atto di acquisto del 2005, e quindi la holding sarebbe stata difficilmente attribuibile al Tidei. Quando però si è trattato di nominare un amministratore unico di fiducia, come Piermarini Ballila, storico collaboratore del parlamentare del Pd, i veri azionisti sono usciti allo scoperto, sia pure nell’assemblea totalitaria. Perché in rappresentanza delle due fiduciarie sono arrivati la signora Maria Concetta e il primogenito dell’onorevole, Ezio. Attraverso la holding i Tidei partecipano ad altre 11 società, in gran parte di costruzione o immobiliari dove variano i soci, ma in genere sono rappresentati dalle famiglie Ridolfi, Lo Monaco, Carai e Mulargia. Molte delle società partecipate hanno compiuto fra il 2005 ed oggi un vorticoso giro di compravendite immobiliari. Solo la Oasis e la Bellavista 2007 hanno compiuto più di 160 compravendite immobiliari in cinque anni. Qualche palazzo, villetta e terreno agricolo è anche restato in pancia alle società controllate. Senza dovere passare dalla holding principale la famiglia controlla direttamente altre società, come la Spiaggia di Sant’Agostino srl, la Odelscalchi srl, la Vulci srl e la T&T srl, che però è stata messa in liquidazione. Lo scorso anno è stata fondata anche una seconda holding di partecipazioni, questa volta senza nemmeno bisogno dello schermo delle fiduciarie: si tratta della South Wind srl, che in pancia ha già un immobile, ma che deve naturalmente ancora sviluppare la propria attività. I Tidei evidentemente hanno ambiziosi progetti per il futuro.
I DUE FIGLI
Impegnati attivamente come soci e come amministratori delle aziende sono i due figli maschi, Ezio e Gino, ognuno dei quali ha sia attività comuni con il resto della famiglia sia attività svolte in proprio facendo i primi passi da imprenditori. Qualche quota è intestata anche alle due figlie femmine, una delle quali, Marietta, aveva anche una società di comunicazione i cui affari poi non debbono essere andati benissimo, visto che è stata messa in liquidazione. È partecipata da Gino insieme ad altri soci anche una delle società più ricche della galassia, la Pacifico srl, che controlla 66 fabbricati e 3 terreni, tutti a Santa Marinella sul litorale laziale. Fra le società e i soci sono intervenute anche alcune compravendite immobiliari, tanto è che le stesse abitazioni di alcuni dei figli sono state vendute loro dalla holding di famiglia con una sostanziale partita di giro. Anche questa comunanza imprenditoriale con tutti i membri della famiglia rende a pieno titolo Tidei un Berlusconi di provincia del Pd. Il modello è infatti identico a quello della famiglia del Cavaliere, a cui l’onorevole di Civitavecchia deve essersi ispirato. A differenza del signor Tv però Tidei per mettere in piedi un impero con milioni di euro di patrimonio, deve avere fatto gran parte della vita la formichina, mettendo da parte indennità e pensioni. Almeno fino al 2005 quando ha creato dal nulla tutto quel che oggi c’è.
Franco Bechis