Rodney Stark, Libero 24/3/2012, 24 marzo 2012
NELLA CINA ROSSA I CRISTIANI SONO PIÙ DEI COMUNISTI
Pubblichiamo ampi stralci dell’articolo di Rodney Stark «Son sempre più numerosi i cristiani del Dragone» tratto dal numero 1/2012 della rivista bimestrale Vita e Pensiero. Stark, uno dei massimi sociologi della religione al mondo, insegna alla Baylor University, in Texas.
Per buona parte del secolo XX tra gli intellettuali del mondo occidentale era diffusa l’idea che i cinesi fossero immuni alla religione: un’immunità di gran lunga precedente all’ascesa comunista al potere. Quando, nel 1934, Edgar Snow ironizzava affermando che «in Cina, l’oppio è la religione del popolo», molti accademici ed esperti dell’informazione sorrisero concordando con lui e liquidarono il milione di cinesi convertiti dai missionari cristiani come «cristiani del riso», cioè anime ciniche che avrebbero frequentato le missioni per i benefici che ne traevano. Poi, nel 1949, Mao Zedong giunse al potere. La religione venne messa al bando e tra gli scienziati sociali si concordava sul fatto che la Cina sarebbe presto diventata un modello della società post-religiosa e completamente secolarizzata. Ma non è stato così. Al contrario, la supposizione di una Cina post-religiosa si rivelò essere l’oppio degli intellettuali occidentali. I cristiani cinesi del 1949 – quelli messi in ridicolo in Occidente come «cristiani del riso» – furono tanto “insinceri” da sopportare decenni di violenta repressione, durante i quali, nonostante ciò, il loro numero crebbe. Enel momento in cui la repressione ufficiale s’indebolì, il cristianesimo in Cina continuò a crescere in maniera eccezionale.
SONDAGGI MISTERIOSI
Sfortunatamente c’è molto disaccordo su quanto sia stata sorprendente questa crescita: oggi ci sono 16 milioni o 200 milioni di cristiani in Cina? Entrambe le cifre sono state rivendicate come “ufficiali”, ma forse la più accettata indica che ci sono 130 milioni di cristiani cinesi. Una cifra spesso attribuita a un sondaggio condotto dal governo stesso. Ma non sembra verosimile che sia stato realizzato questo tipo di sondaggio – o almeno né gli esperti né le agenzie demoscopiche cinesi ne sapevano qualcosa – e quella cifra non è supportata da nessuno tra i sondaggi conosciuti. (...).
Tuttavia è possibile indicare una stima abbastanza precisa del numero di cristiani presenti in Cina. Il nostro punto di partenza è un sondaggio nazionale condotto nel 2007 da Horizon Ltd., una tra le maggiori e più attendibili agenzie demoscopiche della Cina. (...).
Secondo questo tipo di dati, si potrebbe dedurre un totale di 35,3 milioni di cristiani cinesi maggiori di 16 anni. Ma per diverse ragioni sappiamo che questa cifra gioca al ribasso. Molti cinesi infatti rifiutano di partecipare ai sondaggi e si presume che i cristiani non siano soliti prestarsi a questo tipo di interviste (non si dimentichi che è rischioso per un cittadino cinese dichiararsi cristiano). Inoltre, è probabile che alcuni dei cristiani che accettano di essere intervistati pensino non sia saggio ammettere l’appartenenza alla fede cristiana quando chiesto da un esterno. Per avere una stima precisa del numero di cristiani cinesi è necessario tenere presente entrambe le inibizioni sopra descritte.
Per affrontare questi temi abbiamo lanciato un secondo studio in collaborazione con i colleghi della Peking University di Pechino. Basandoci sui contatti all’interno della comunità cristiana cinese, siamo riusciti a condurre indagini tra i membri delle chiese cinesi provenienti da molte delle aree individuate nel precedente sondaggio. Gli intervistatori sono stati inviati per raccogliere interviste con queste persone, tutti cristiani praticanti (nonostante questo dettaglio fosse sconosciuto agli intervistatori). Di questi cristiani, il 62% ha rifiutato di essere intervistato, rispetto alla percentuale complessiva del 38% relativa al sondaggio precedente. Adeguando questa differenza nelle percentuali di risposta emerge una stima di 58,9 milioni di cristiani dai 16 anni in su. Inoltre, di quel numero di cristiani che hanno accettato di essere intervistati, il 9% non ha ammesso di essere cristiano durante l’intervista. Correggendo questo aspetto ci troviamo ad avere un numero di cinesi cristiani dai 16 anni in su pari a 64,3 milioni. Un totale che risale al 2007 e che di certo ora è aumentato. È del tutto credibile stimare che ci siano all’incirca 70 milioni di cristiani cinesi a oggi.
Non sappiamo come si siano potuti stimare oltre 200 milioni di cristiani in Cina. (...). Sembrerebbe che i cosiddetti esperti abbiano semplicemente ripetuto dati privi di fondamento che hanno sentito da altri. Al di là di questa importante scoperta, il sondaggio permette di fare luce su chi si sta convertendo al cristianesimo. Come avviene per tutti i gruppi religiosi nel mondo, le donne cinesi propense a diventare cristiane sono quasi il doppio rispetto agli uomini. Non sorprende che nessun membro attuale del Partito comunista abbia confessato di essere cristiano, anche se l’1,7% di quanti appartengono alla Lega della gioventù comunista lo sono. Alcuni ritengono che le persone anziane siano più predisposte a diventare cristiane, mentre altri credono che gli anziani siano legati alla tradizione e che siano piuttosto i giovani a convertirsi. Ma i dati ricavati dal sondaggio mostrano che l’età non ha un’incidenza significativa. È opinione diffusa che il cristianesimo abbia radici più forti nelle aree rurali che nelle città, ma i dati si discostano da questa tesi. Inoltre, separando i cinesi in base al loro luogo di nascita e residenza (fino ai 15 anni), non emergono particolari differenze.
APPENA IL 5 PER CENTO
Contrariamente al giudizio della sociologia tradizionale, alcuni osservatori hanno indicato che il cristianesimo si sta diffondendo più rapidamente tra i cinesi privilegiati. E i dati supportano questa visione: se si escludono il Partito comunista e i membri della Lega della gioventù comunista (che sono già raggruppati tra le persone con redditi più alti), più alto è il reddito, più è facile che un cinese sia cristiano. Di certo, anche se i cristiani cinesi fossero in totale 70 milioni, essi costituirebbero comunque soltanto poco più del 5% della popolazione, sebbene siano tanto numerosi quanto i membri del Partito comunista cinese. Può risultare vitale per la sicurezza della comunità cristiana il fatto che i cristiani siano indicati tra i più ricchi e non vivano concentrati in aree rurali. (...). Nonostante molti anni di drammatica persecuzione religiosa, ora abbiamo una dimostrazione concreta della resilienza del cristianesimo in Cina e del notevole sviluppo che sta continuando a vivere.
Rodney Stark
(Traduzione di Gabriele Ripamonti)