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 2012  marzo 24 Sabato calendario

PAPÀ DEVE MANTENERLA FINO AI 41 ANNI COSTO: 500 MILA EURO


La studentessa è una tizia precisina e non si vuole far distrarre da altro. Dunque solo libri e niente lavoretti che – certo – fanno guadagnare, ma anche perdere tempo prezioso. La studentessa è anche una tipa tosta che persevera e persevera e persevera e infatti ora è a un solo esame dalla Laurea. Applausi, clap clap. Vive con madre, la secchiona, e quando – sei anni fa – la Corte d’Appello di Venezia ha preso in esame il contenzioso tra i suoi genitori separati (nel 1999) stabilendo che lei non avrebbe più ricevuto mantenimenti dal padre, si è indignata. Ma come, e adesso come pagare gli studi? Così ha fatto ricorso in Cassazione. Con successo: la sentenza è stata depositata nelle scorse settimane e, di fatto, annulla la decisione precedente. Tradotto, la premurosa studentessa potrebbe riprendere ad essere mantenuta dal paparino. Già, tipica questione di beghe familiari, penserete, ma prima di giudicare o commentare beccatevi il dettaglio che – fidatevi – fa la differenza. Pronti? Eccolo.
La secchiona precisina e perseverante e premurosa e quasi laureata ha la bellezza di quarantuno anni. Quarantuno, quattro uno! Come dire, è un po’ fuori corso. Un tantino stagionata. Tardona (anche scolasticamente). Bambocciona.

LA DEPRESSIONE

La storia, che sembra inventata ma è tristemente vera, arriva da Venezia e il messaggio della Cassazione è chiaro: se la figlia non lavora, il padre separato ha il dovere di versare l’assegno di mantenimento. Indipendentemente dall’età della figlia. E così il povero padre in questione, un ex direttore d’albergo in pensione stufo di passare la paghetta mensile alla figlia 41enne che vive con l’ex moglie, si è visto ribaltare a sorpresa la decisione della Corte d’Appello (diceva che «La figlia di 35 anni non ha più alcun diritto al mantenimento»).
Sì, ora sarete curiosi di conoscere le motivazioni della sentenza della Cassazione. Leggete pure e stupitevi tutti. «L’obbligo del genitore separato di concorrere al mantenimento del figlio - scrivono i magistrati della Prima sezione civile della Corte Suprema - non cessa automaticamente con il raggiungimento della maggiore età da parte di quest’ultimo, ma perdura finché il genitore interessato non dia prova che il figlio abbia raggiunto l’indipendenza economica, oppure sia stato posto nella condizione di poter essere economicamente autosufficiente». Sì, decisione apparentemente equilibrata e di buon senso, se non fosse che stiamo parlando di un adulto di 41 anni e ancora iscritto all’università! «Le manca un esame – precisa però l’avvocato Sergio Camerino che difende la madre – e presto sarà laureata. Il suo percorso di studi si è trascinato così a lungo a causa della depressione nella quale era precipitata proprio in seguito alla separazione dei genitori. Da qualche tempo ha anche trovato un lavoretto precario e quindi sono convinto che si arriverà a un accordo con il papà per chiudere definitivamente la questione. Neppure a lei fa piacere ricevere soldi dai genitori».

500 MILA EURO

Sarà. La decisione definitiva sul caso, comunque, sarà presa della Corte d’Appello di Venezia «che dovrà pronunciarsi nuovamente sull’assegnazione della casa coniugale e sulle spese», tenendo però conto, questa volta, di quanto stabilito dalla Cassazione. L’ex direttore d’albergo, così, rischia di vedersi imposto anche il versamento di circa 25 mila euro per gli assegni di mantenimento mai pagati dal 2006 a oggi. Perché crescere un figlio, in Italia, costa tantissimo. Quanto un appartamento e cioè 300 mila euro, secondo i calcoli del Centro Internazionale Studi Famiglia. Il quale ha stabilito che ogni anno una famiglia – tra alimentazione, vestiti, istruzione, sport, vacanze – investe 13.300 euro per ogni figlio. Dunque, calcolatrice alla mano, mantenere la tua bambina per 22 anni costa quasi 300 mila euro. Se poi la bambina diventa bambocciona e a 41 anni non si è ancora laureata – beh – la cifra ovviamente lievita fino a 545 mila euro. Alla faccia della Cassazione.

Alessandro Dell’Orto