Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  marzo 25 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. LA LIBERAZIONE DI COLANGELO


REPUBBLICA.IT
PAOLO G. BRERA
BHUBANESWAR - Dopo dopo 11 giorni di cattività i ribelli maoisti hanno liberato Claudio Colangelo. Lo riferisce l’emittente indiana Ndtv, la stessa televisione che ieri sera aveva annunciato 1 il rilascio di entrambi gli italiani rapiti. Paolo Bosusco dunque rimane in mano ai guerriglieri. Colangelo, il più anziano dei due (ha 61 anni), avrebbe contratto la malaria e per questo motivo sarebbe stato rilasciato. Domani potrebbe tornare in Italia, dalla famiglia.
Colangelo è stato consegnato dai ribelli ad alcuni giornalisti. I maosti avevano programmato l’incontro per il rilascio nella jungla dove i reporter erano andati durante la notte, ma dopo ore di attesa forse anche a causa dei pattugliamenti della polizia e dei controlli, il contatto non era avvenuto. Fino a questa mattina non si avevano notizie certe della sua liberazione, avvenuta poi verso le otto italiane di oggi. Fin dall’inizio della vicenda si sapeva che il leader della guerriglia in Orissa, Sabyasachi Panda, avrebbe restituito gli ostaggi a giornalisti di fiducia. E’ stato così che l’emittente Ndtv è stato la prima ad annunciare il rilascio di Colangelo, consegnato ai giornalisti Kishalay Bhattacharjee
e Sampad Mahapatra che hanno potuto anche intervistare Panda, conosciuto anche come comandante ’Sunil’. "Questa operazione - ha precisato una giornalista di Ndtv, "ha richiesto un lavoro di 60 ore nella selva".
"E’ stata una esperienza spaventosa", ha detto Claudio Colangelo (VIDEO 3) dopo essere stato consegnato dai maoisti ai suoi reporter. "Spero che rilascino presto anche Paolo. Anche lui ha contratto la malaria, ma non è grave. Avevano detto che mi avrebbero rilasciato già alcuni giorni fa ma poi non era successo nulla. Cominciavo a disperare. Vorrei sapessero che comprendiamo la loro guerra. Ma è stata un’esperienza terribile, siamo stati rapiti mentre facevamo il bagno nel fiume, non stavamo facendo foto. Domani conto di poter partire per l’Italia".
"Ho perso qualche chilo ma sto bene", ha sottolineato, "il morale è abbastanza alto". Nel corso della prigionia "ci siamo mossi nella giungla" e il trattamento è stato buono: "Non voglio dire che siano stati squisiti perché sarebbe esagerato per la situazione, ma hanno fatto di tutto per venirci incontro per le esigenze alimentari e qualunque altra cosa". Quanto alle circostanze che hanno portato alla cattura, Colangelo nega che stessero fotografando insieme a bosusco qualcosa di proibito: "No, si sono fatte tante speculazioni, preferisco non entrare nel dettaglio".
La Farnesina ha confermato la liberazione. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha parlato al telefono con Claudio Colangelo, che ha riferito di essere "in buone condizioni" e di essere "in viaggio verso zone sicure". Dopo essere stato scortato a Sorada per essere interrogato dalla polizia, Colangelo arriverà nelle prossime ore e forse già stasera a Bhubaneswar, la capitale dello Stato indiano di Orissa. Colangelo si trovava "in un territorio nel quale le autorità indiane non riescono ad avere un controllo completo" e in cui le comunicazioni sono assai difficili, ha spiegato il ministro Terzi. "Per dare conferma della liberazione non c’era alcun mezzo di comunicazione, né cellulari né fissi", ha spiegato il ministro. "I giornalisti delle tv locali che erano con colangelo", dopo il rilascio, "sono serviti a dare elementi di guida", ha aggiunto il titolare della farnesina. "Abbiamo avuto difficoltà ad avere conferma, ma da qualche ora è in situazione sicura", ha concluso terzi.
In un messaggio precedente Terzi aveva già fatto sapere di aver comunicato subito la notizia ai suoi familiari, "condividendo con loro la grande soddisfazione della Farnesina e mia personale". E la moglie poco dopo ha manifestato il suo sollievo: "Ho parlato direttamente con lui, ho sentito la sua voce. Sta bene, ha fatto anche delle battute spiritose. Ha detto che è stata un po’ dura ma è contento e non vede l’ora di tornare a casa". Il ministro degli Esteri si auspica ora che torni a casa anche Bosusco, anche se secondo il leader dei ribelli maosti, Sabyasachi Panda, la sua liberazione dipenderà dall’accettazione delle 13 condizioni richieste 4.
"Bosusco è in buone condizioni, ma il governo dell’Orissa deve riprendere subito il negoziato per riportare anche lui a casa", ha detto il reporter dell’Ndtv, Kishalay Bhattacharie, che si trova nell’area del sequestro e che ha dato la notizia della liberazione di Colangelo. "Non ho visto Paolo, ma mi hanno detto che è in buone condizioni di salute e che mangia". Il reporter ha invitato il governo dell’Orissa a riprendere subito il negoziato per liberare anche Bosusco: "Il governo dovrà ricominciare con i negoziati e si dovrà scegliere un interlocutore diretto con i maoisti. Il governo sa che i maoisti vogliono che alcune condizioni vengono soddisfatte, è per questo che rapiscono spesso turisti stranieri. Bisogna aprire nuovi canali di negoziati è un’opportunità che il governo non deve disperdere perché quello che vogliono costoro è trovare una soluzione: sono persone che cercano di evitare la violenza".
Il "chief minister" dell’Orissa Naveen Patnaik ha rivolto un nuovo appello ai maoisti perché rilascino Paolo Bosusco e il parlamentare Jhina Hikaka. Parlando in diretta alle televisioni indiane, il politico ha reiterato la richiesta ai "maoisti di Khandamal e di Koratpur di rilasciare al più presto i loro ostaggi senza far loro del male".
I guerriglieri maoisti avevano rapito i due italiani il 14 marzo mentre facevano un’escursione in un distretto tribale della regione orientale dell’Orissa. I negoziati con i ribelli si erano interrotti sabato, dopo che all’alba era stato rapito, in un altro distretto dell’Orissa, il deputato regionale Jhina Hikaka, critico con l’attività dei maoisti. Il sequestro di Hikaka, membro del Parlamento per il partito di governo Biju Janata Dal (Bjd), era stato interpretato come il segnale di una lotta di potere interna al movimento guerrigliero, in cui esiste una fronda contro Sabyasachi Panda. Lo stesso Panda, emarginato ai vertici della cupola maoista negli ultimi 18 mesi, avrebbe organizzato il rapimento dei due italiani per riaffermare il suo controllo del territorio.
La polizia indiana sospetta però che il rapimento di Hikaka sia stato organizzato invece dal Comitato Zonale Maoisti dell’Andhra-Orissa-Border, attivo nel distretto di Koraput e nella vicina zona dell’Andhra, la base originaria dei Naxaliti. Lo stesso gruppo è anche sospettato di aver ucciso due poliziotti - uno trascinato nella foresta e freddato con fucilate alla testa - e un vice ispettore nel distretto Malkangiri, nei giorni scorsi.
(25 marzo 2012)

CORRIERE.IT
LA FARNESINA CONFERMA - Anche la Farnesina ha confermato il rilascio dell’ostaggio: «Claudio Colangelo è libero: il nostro connazionale - si legge in una nota- ha parlato al telefono con il console generale Joel Melchiori a Bhubanesvar e gli ha riferito di trovarsi in buone condizioni e di essere in viaggio con alcuni giornalisti indiani che erano riusciti a raggiungere la località dove erano trattenuti i nostri connazionali». Terzi rende noto che la notizia della liberazione è stata subito comunicata ai familiari di Colangelo, «condividendo con loro la grande soddisfazione della Farnesina e mia personale e sto cercando di mettermi direttamente in contatto con il nostro connazionale».
RIPORTARE A CASA BOSUSCO - «Dobbiamo ora riportare a casa anche Paolo Bosusco», promette il ministro. «Il risultato di oggi rappresenta per tutti coloro che in questi giorni sono stati impegnati senza sosta sulla vicenda una motivazione ancora più forte per proseguire il lavoro verso una soluzione positiva anche per questo caso. In tal senso - conclude Terzi- continuiamo a contare sulla collaborazione e disponibilità da parte dalle autorità indiane, sia centrali che nello Stato dell’Orissa».

DANILO TAINO SUL CORRIERE DELLA SERA DI STAMATTINA
DAL NOSTRO INVIATO
BHUBANESWAR (India) — C’è la guerra tra fazioni interne ai maoisti (Naxaliti) indiani, venuta alla luce apertamente, dietro la trattativa per la liberazione di Claudio Colangelo e Paolo Bosusco. Il leader naxalita che ha guidato il sequestro, Sabysachi Panda, sarebbe stato costretto a liberare i due italiani dopo avere subito, ieri, l’offensiva diretta e violenta di altri leader del suo stesso Partito comunista indiano (maoista) che non avevano affatto apprezzato l’idea di rapire due stranieri, cosa mai avvenuta in precedenza. Alla fine di una giornata caotica e militare, nella quale i capi maoisti duri e puri dello Stato confinante Andhra Pradesh hanno preso decisamente l’iniziativa, Panda si è trovato isolato, con le spalle al muro.
Mentre nella capitale dell’Orissa, Bhubaneswar, era in corso la mediazione tra governo e rappresentanti dei rapitori, nella notte tra venerdì e sabato un gruppo di maoisti, diverso da quello di Panda, aveva rapito un deputato dell’Assemblea legislativa dell’Orissa, Jhina Hikaka, membro del partito al governo nello Stato: con lo scopo di bloccare la mediazione, di farla risultare ridicola di fronte all’attività militare sul campo. Con successo: i colloqui venivano sospesi indefinitamente.
È che — analizzano gli esperti di terrorismo indiano — contro Panda si è quasi certamente mobilitato Hakkiraju Haragopal, nome di battaglia Ramakrishna, dirigente maoista più alto in grado, molto attivo al confine tra Orissa e Andhra Pradesh, proprio dove è avvenuto il rapimento del deputato. Ramakrishna sarebbe andato su tutte le furie perché non è stato interpellato da Panda sul sequestro degli italiani e perché sospetta che questi abbia organizzato l’operazione per cercare di preparare il terreno a una sua defezione, cioè all’uscita dalla clandestinità. Panda, infatti, da un anno e mezzo è isolato nel movimento maoista. Rimane radicato, anche se meno di un tempo, tra alcune tribù nella giungla centrale dell’Orissa ma molti suoi compagni si sono consegnati alle autorità o sono stati arrestati. In più, è in rotta con le altre parti del Partito. Della sua possibile defezione, dunque, si parla da un po’ e, grazie al sequestro, si era messo nella posizione di avere un potere contrattuale forte per negoziarla con il governo. Ramakrishna non ci ha pensato due volte a bloccarlo nel modo più sbrigativo. Tre giorni fa ha fatto uccidere un poliziotto, sempre nell’area di confine. Poi, visto che la mediazione per liberare gli italiani andava comunque avanti, ha fatto sequestrare il deputato Hikaka. E così ha messo in un angolo Panda, il quale si è reso conto che le trattative con il governo non erano più possibili, dal momento che non era in grado di garantire nemmeno il cessate il fuoco che aveva promesso. «La responsabilità di avere rapito il membro dell’Assemblea legislativa o ucciso il poliziotto e violato il cessate il fuoco è di quel comitato, non nostra», ha cercato di spiegare il leader stretto alle corde, disperatamente portando alla luce lo scontro interno tra Naxaliti.
Panda era di fronte all’alternativa di liberare Bosusco e Colangelo oppure di andare verso il suicidio totale, isolato su tutti i fronti. Avrebbe scelto la strada meno disperata: per lui comunque disastrosa. Avventurismo, direbbe un maoista.
Danilo Taino
twitter@danilotaino

CORRIERE DI STAMATTINA (D.TA.)
DAL NOSTRO INVIATO
BHUBANESWAR (India) — Dopo dieci giorni in ostaggio, alla fine di una giornata drammatica, Paolo Bosusco e Claudio Colangelo sarebbero stati liberati dai rapitori maoisti dello Stato indiano dell’Orissa. Il gruppo di guerriglieri naxaliti guidati da Sabyasachi Panda li avrebbe rilasciati verso le 9.30 di sera — le 17 in Italia — in un villaggio ai piedi della giungla, Tanjuja, non lontano da Daringbadi, la città dalla quale il loro trekking era partito il 12 marzo, due giorni prima che i rapitori li sequestrassero. La notizia è stata data ad alcuni media indiani dal funzionario sub-divisionale di polizia del distretto di Kandhamal, una zona centrale dell’Orissa montuosa e coperta di foresta. Fino a tarda notte non è però stato possibile trovare una conferma.
Le scarse notizie non dicono nemmeno se i due italiani stiano bene: il luogo del rilascio è lontano almeno sette ore di auto dalla capitale dell’Orissa, Bhubaneswar, e da Puri, la città dove Bosusco viveva buona parte dell’anno: ieri sera probabilmente, se sono stati davvero rilasciati, non hanno potuto raggiungere luoghi dai quali potere contattare autorità e media.
La notizia della possibile liberazione è arrivata alla fine di una giornata drammatica, nella quale un deputato all’Assemblea legislativa dello Stato era stato rapito, opposizione e governo erano arrivati allo scontro quasi fisico sui problemi della sicurezza e la mediazione in corso tra i rappresentanti dei maoisti e quelli del governo era fallita. Proprio lo svolgersi di questi eventi ha probabilmente precipitato la situazione: il leader dei rapitori, Sabysaci Panda, potrebbe avere capito di non avere più possibilità di ottenere alcuna delle richieste che aveva posto in cambio della liberazione degli italiani. A quel punto avrebbe ha dichiarato la sconfitta e liberato gli ostaggi.
In realtà, per quasi tutti e dieci i giorni del rapimento si è sempre avuta l’impressione che Panda non volesse arrivare alle conseguenze estreme.
Due giorni dopo il sequestro, i maoisti avevano liberato i due aiutanti indiani che accompagnavano Bosusco e Colangelo. Poi avevano offerto di liberare Colangelo perché in condizioni di salute non buone. E già nella notte tra venerdì e sabato tre giornalisti indiani erano stati invitati nella foresta dagli uomini di Panda: i maoisti non consegnano mai gli ostaggi alla polizia, quando li liberano; non si fidano e preferiscono affidarli a giornalisti che possono constatare e rendere pubbliche le loro condizioni di salute.
Oltre alle visite mediche, ora i due italiani dovranno sottoporsi agli interrogatori della polizia. Solo poi potranno, se vorranno, rientrare in Italia. Questa notte, in Italia, sia i famigliari di Bosusco — la guida che ogni anno trascorre mesi in Orissa — sia i famigliari di Colangelo — il ricercatore laziale in viaggio di turismo etnico — hanno vegliato in attesa di notizie e conferme.
D. Ta.