STEFANO GULMANELLI, La Stampa 23/3/2012, 23 marzo 2012
Australia, catturato dopo sette anni di fuga il killer aborigeno - Testa rasata, la barba nera e folta, una ferita sulla tempia sinistra e una vistosa benda sul polpaccio dove è stato morso dal cane poliziotto che lo ha azzannato mentre fuggiva
Australia, catturato dopo sette anni di fuga il killer aborigeno - Testa rasata, la barba nera e folta, una ferita sulla tempia sinistra e una vistosa benda sul polpaccio dove è stato morso dal cane poliziotto che lo ha azzannato mentre fuggiva. Così si è presentato al Tribunale di Taree Malcolm Naden, l’uomo più ricercato d’Australia, che per sette anni ha tenuto in scacco la polizia del New South Wales, lo Stato nel quale è accusato di aver commesso una serie di crimini violenti, fra cui un omicidio. Trentotto anni, di origini aborigene e un passato di tosatore di pecore e di scuoiatore in un macello, aveva maturato sin dall’infanzia una profonda conoscenza del «bush», l’ampio territorio selvaggio, spesso coperto di boscaglia, che si stende appena oltre le città australiane; è diventato il suo nascondiglio naturale da quando, nel 2005, si diede alla macchia per sottrarsi alla polizia che lo voleva arrestare per aver strangolato Kristy Scholes, una sua cugina di 24 anni, madre di due figli. Oltre all’omicidio, a Naden si imputano due reati a sfondo sessuale. In più, é sospettato per la sparizione di un’altra sua cugina, Lateesha Nolan. Quando Naden fu incriminato e iniziò la sua latitanza, il ritratto che ne fu fatto dai media locali era assai inquietante: un individuo che, quando non era nel «bush» accampato sulla sommità di qualche collina, viveva in una stanza sempre chiusa a chiave, circondato da enciclopedie, manuali di sopravvivenza e parecchie copie della Bibbia. Nonostante la personalità chiaramente fuori dal comune del fuggiasco, la polizia mai avrebbe pensato che ci sarebbero voluti sette anni per assicurarlo alla giustizia; forte della sua capacità di sopravvivere in condizioni estremamente ostili, Naden era riuscito ad eludere la massiccia caccia all’uomo organizzata dalle forze dell’ordine spingendosi nelle zone più inaccessibili della boscaglia nel Nord del New South Wales, cibandosi di quanto trovava nella foresta o intrufolandosi nelle fattorie per rubare quanto gli occorreva. In un caso Naden avrebbe persino trovato rifugio per qualche tempo all’interno di uno zoo, dove poteva servirsi della carne e della frutta distribuita agli animali. In varie occasioni era riuscito a sottrarsi alla cattura per un soffio, lasciando «tracce calde»; circostanza che aveva portato qualcuno a fare un paragone assai fastidioso per le forze dell’ordine: quello con Ned Kelly, il «mitico» bandito dell’Australia del XIX secolo, eroesimbolo per molti australiani, sorta di Robin Hood degli antipodi, la cui storia è diventata la trama di numerosissimi film. La similitudine raggiunse un picco nel dicembre scorso, quando Naden riuscì a sfuggire all’ennesima imboscata, sparando e ferendo un agente: in quell’occasione la taglia messa sulla sua cattura venne alzata a 250 mila dollari australiani, poco meno di 200 mila euro. Ma ieri mattina, dopo giorni di appostamenti, è scattata la trappola finale: venti agenti speciali hanno atteso l’arrivo di Naden in una fattoria a Barrington Tops, a poche ore d’auto a Nord di Sydney e lo hanno finalmente catturato. A tradirlo è stata un’abitudine che la polizia aveva notato in sette anni d’inseguimenti falliti: «Prima o poi tornava in una residenza in cui era già stato», ha detto il vice commissario Carlene York. Nella zona di Barrington Tops le case già usate da Naden erano una dozzina; saputo della sua presenza in quell’area, sono state messe tutte sotto controllo. A quel punto si è trattato solo di aspettare; e quando, accortosi della situazione, Naden ha iniziato a correre, a fermarlo ci ha pensato il cane poliziotto.