Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  marzo 23 Venerdì calendario

LA WATERLOO ECONOMICA DEI BERLUSCONI


Silvio Berlusconi quest’anno dovrà farsi bastare 7 milioni di euro per le spese quotidiane. Sembrano una montagna di soldi, ma per lui si tratta di briciole alle quali negli ultimi decenni non era più abituato. Tutta colpa della crisi finanziaria, ma soprattutto della maxicausa sul lodo Mondadori vinta da Carlo De Benedetti, che ha costretto la Fininvest a non distribuire nessun dividendo, lasciando a bocca asciutta gli azionisti. Così i bilanci 2011 delle holding di controllo di Fininvest depositati ieri alla Camera di commercio di Milano (4 sono intestate al Cavaliere, una a testa ai figli Marina e Piersilvio e una ai tre figli di secondo letto, Eleonora, Barbara e Luigi), sono costretti a registrare il nuovo clima di austerity cui è costretta l’intera famiglia. L’ex presidente del Consiglio era abituato a ben altro tenore di vita: l’anno scorso aveva percepito dalle quattro holding 127,5 milioni di euro in dividendi, e l’anno prima ancora 135,8 milioni di euro. Per arrivare ai circa 7 milioni di euro che dovranno bastare quest’anno (il bilancio della holding minore, la terza, non è ancora depositato), il Cavaliere ha dovuto attingere perfino alle riserve del patrimonio netto, perché gli utili non bastavano.

LA PRIMA VOLTA

Anzi, quest’anno per la prima volta una delle sue holding, la seconda, ha dovuto registrate il colore più inviso a Berlusconi negli affari come in politica: il rosso. Ha perso infatti 191.332,02 euro e per dare sostentamento al suo azionista ha dovuto prelevare dalle riserve storiche 2 milioni e 184 mila euro. La capienza c’era: sono distribuibili ancora su semplice richiesta altri 47,5 milioni di euro. L’anno orribile non ha riguardato solo l’ex presidente del Consiglio, ma tutta la sua famiglia. Abbiamo raccontato l’altro giorno come i figli di secondo letto abbiano anche loro dovuto prelevare dalle riserve storiche della holding di loro proprietà quasi 13 milioni di euro, per assicurarsi quell’argent de poche da 5 milioni di euro a testa che evidentemente è loro necessario. Stessa decisione ha dovuto prendere la figlia primogenita, Marina, titolare della Holding italiana quarta. Il risultato di bilancio ha consentito un utile da 857.189,41 euro, insufficiente alle spese annuali.
Così sono stati prelevati dalla riserva storica 4,1 milioni per distribuire il dividendo anche a lei necessario di 5 milioni di euro. Comunque assai inferiore ai 12 milioni di dividendi ricevuti l’anno precedente. Chi invece si è perfettamente allineato all’anno della sobrietà è stato il figlio maschio di primo letto, Piersilvio. La sua Holding italiana quinta ha chiuso l’anno con un utile da 1,3 milioni di euro. Il vicepresidente di Mediaset non ha voluto per sé nemmeno un centesimo, decidendo di fare la formichina e accantonare l’intera somma a riserva straordinaria della società per affrontare i tempi che non sembrano affatto rasserenarsi. A Piersilvio per vivere basta evidentemente lo stipendio Mediaset. La politica da formichina seguita in questi anni gli ha permesso di accantonare nel bilancio della società riserve immediatamente distribuibili per 120,8 milioni di euro. La sorella Marina che con la holding controlla la stessa identica quota di Fininvest ha invece speso quasi sempre i dividendi percepiti, e in cassa può contare su riserve distribuibili assai inferiori: 46,9 milioni di euro. Quest’anno ha però incrementato gli investimenti in titoli di 5,9 milioni di euro “in gestione amministrata presso il Banco di Santander nonché depositati presso il Monte dei Paschi di Siena”.
Quanto a papà Silvio nel 2011 sono rimasti sostanzialmente immutati i rapporti finanziari con la filiale italiana di Banca Arner, aumentati anzi del risultato positivo di gestione. Si riduce invece sensibilmente un altro rapporto storico: quello con il Monte dei Paschi di Siena. La sua Holding italiana prima aveva depositato su quel conto nel 2010 più di 39 milioni di euro, che ora si sono ridotti a 5,1 milioni. Con la holding seconda invece il Cavaliere ha investito 5 milioni di euro in azioni di società, ma non è specificato il portafoglio.

L’ANNO NERO

Pur nell’anno più nero della sua storia imprenditoriale Berlusconi ha scelto di destinare 280 mila euro in “liberalità”: 70 mila euro per ogni holding posseduta. Secondo i bilanci si tratterebbe di versamenti a una onlus di cui si tace il nome. È assai probabile però che tanta generosità sia dovuta a cuore di papà. Il 2011 è stato infatti il primo anno di vera operatività della Fondazione Opsis onlus creata insieme a due amici coetanei dall’ultimogenito del cavaliere, Luigi. Se così fosse, in qualche modo i soldi resterebbero letteralmente in casa: la sede della onlus è infatti quella villa Borletti in via Rovani due che è stata la prima abitazione nota di Berlusconi.

Franco Bechis