Paolo Siepi, ItaliaOggi 22/3/2012, 22 marzo 2012
periscopio – Fra i miei professori al liceo c’era un Sella, discendente, pensate un po’, di Quintino
periscopio – Fra i miei professori al liceo c’era un Sella, discendente, pensate un po’, di Quintino. Poi Sella si ritirò, comparve un supplente: Paolo Emilio Taviani. Passò qualche mese, e anche il supplente sparì. Eravamo in guerra: andò in montagna, per la Resistenza. Finita la guerra, si dedicò alla politica, diventò, con De Gasperi, con Fanfani, uno dei massimi esponenti della Democrazia cristiana. Insomma: il passaggio dalla pedagogia all’arte di governo è possibile, qualche volta riesce. Possiamo sperare. Piero Ottone. il venerdì. Un paese come l’Italia che è diventato ricco forse anche grazie alla mancanza di una salda direzione politica e di un robusto scheletro statale, potrebbe ridiventare povero proprio per l’assenza di una testa funzionante e di una solida struttura amministrativa. Saverio Vertone: Viaggi in Italia, Rizzoli. «Non potete servire Dio e Mammona», dice il Vangelo, ma la Lega ha cercato di farlo per troppo tempo, e, alla fine, rischia di servire solo il diavolo con cui qualche capataz leghista dice di essere disposto ad allearsi «pur di ottenere il federalismo». Di federalismo (in circa 20 anni di frequentazione sulfuree) non se ne è vista neppure l’ombra, in compenso in troppi personaggi ai piani alti di via Bellerio sono spuntati cornini e code. Gilberto Oneto. Libero. Ho letto il libro di Edoardo Nesi dal titolo Storia della mia gente» sulla deindustrializzazione dell’Italia. Lui è un bravo scrittore, ma sono le sue idee che non funzionano. Il sogno di tornare ad essere una patria delle lettere che rilutta a competere. Servono invece aziende capaci di innovare, alla Luxottica, o alla Brunello Cucinelli. Lorenzo Bini Smaghi, già nel vertice della Bce. La Stampa. La Gina che ho interpretato nel film Prima della rivoluzione è un bel personaggio e mi assomiglia anche troppo. Non mi sono resa conto che quello di Bertolucci fosse un film così riuscito fino a quando non lo vidi al cinema. Mentre si gira non si capisce mai. Adriana Asti, attrice. Corsera. «Qual è lo scopo finale della nostra meditazione? Vedere il tunnel in fondo alla luce». Massimo Bucchi, il venerdì. Buon per noi che San Marino è uno Stato di pacifici. Quanto resisteremmo, se decidesse di invaderci? Gesualdo Bufalino: Bluff di parole, Garzanti. Il computer rifiutava il mio modo di scrivere. Sottolineava in rosso tutte le parole in vigatese. Per fortuna il programma fu disattivato. Poi voleva scrivere lui. Iniziavo a scrivere una parola e lui la completava da solo. Dopo un po’ rallentò e raggiungemmo un equilibrio. Ma ho sempre rifiutato internet. Uso il computer come macchina per scrivere. Andrea Camilleri, scrittore. il venerdì. La sua voce è un oppio sonoro. Giuseppe Carella. Di solito alla vista di una telecamera gli italiani si fiondano facendo ampi gesti di saluto; i triestini cambiano marciapiede: «Grazie, ma preferirei non comparire». Aldo Cazzullo. Corsera. Un mattino, accovacciato fuori dall’ingresso, cencioso, lurido e miserabile, un indigeno attende di essere introdotto dal tenente colonnello Princivalle. Lo chiamano: si alza a fatica, zoppicante, si trascina nell’ufficio parlando un italiano faticoso e zeppo di parole tigrine. Ma non appena si trova solo con il colonnello ed è sicuro che il piantone, uscendo, ha ben chiuso la porta, si raddrizza, scatta sull’attenti e riferisce, con forte accento napoletano, quanto ha visto nell’ultima missione. Paolo Caccia Dominioni: Ascari K7 1935-1936. Longanesi. Quando un adulterio va confessato? Quando si è certi che non sarà creduto. Roberto Gervaso. Il Messaggero. Il cardinal Caffarra di Bologna mi accoglie bonario in arcivescovado dicendo di aver letto i miei libri (spero non tutti). Camillo Langone. Il Foglio. Come vivere e sopravvivere a Cuba quando si vomita il proprio paese e nello stesso tempo lo si adora fino alle lacrime? Zoè Valdès: Le roman de Yacandra. JC Lattes. Delle ore tiro madonne / delle ore mi inginocchio / delle ore m’ammazzo / delle ore faccio finta. Mi salutano / come fossi sempre quello / rispondo come fossero sempre quelli. Cesare Zavattini. Corsera.