A.Gar., Corriere della Sera 24/3/2012, 24 marzo 2012
Centrella, cos’è successo? Prima «sì» al nuovo articolo 18 e, 48 ore dopo, «no». «Mi sono arrivati centinaia di sms
Centrella, cos’è successo? Prima «sì» al nuovo articolo 18 e, 48 ore dopo, «no». «Mi sono arrivati centinaia di sms. Io li leggo tutti e rispondo a tutti...». Insulti? «Venivano soprattutto da metalmeccanici e io sono stato metalmeccanico, fino a 4 anni e mezzo fa. Dicevano: "Non ci tradite"». Così la linea dell’Ugl, sindacato di cui lei è segretario, ha virato. «Non ho cambiato linea. Ma ho convocato a Roma i quadri dirigenti Ugl e i segretari delle categorie: quasi tutti hanno detto che i licenziamenti per motivi economici senza reintegro erano inaccettabili. E io ne ho tenuto conto». Ma lei ha lavorato in Fiat ad Avellino, è sindacalista da 15 anni: non poteva arrivarci da solo? «Io avevo dato un "sì" sofferto, alla riforma in generale. Poi le paure di metalmeccanici, chimici, terziari, agroalimentari mi hanno fatto tornare indietro». Su quel «sì» aveva dormito tranquillo? «Non tanto: era un "sì" sofferto, come ho detto». Dire poi «no» le ha dato sollievo? «Un certo sollievo, esatto. Da ex metalmeccanico». Aveva mai cambiato idea così nettamente in una trattativa? «È la prima volta. Ma stiamo anche parlando di una riforma decisiva». Anche il segretario Cisl Bonanni vuole cambiare la parte sui licenziamenti economici. «Al tavolo non gli ho sentito fare nessuna richiesta del genere. Lui giura di non aver fatto marce indietro». Lei invece ha provato a parlarne e il ministro Fornero l’ha zittita. «Il ministro ha tutta la mia stima». Avete cambiato per paura di restare isolati? «Figuriamoci! Siamo stati tante volte da soli». Lei avrebbe voluto una riforma tenendo da parte l’articolo 18. Si può ancora fare? «Potrebbe non essere troppo tardi». La parola è al Parlamento. «L’Ugl ha rivolto un appello al Pdl perché aggiustino l’articolo 18 senza imporre altri sacrifici». A. Gar.