Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 23/3/2012, 23 marzo 2012
Un gigante che mangia 500 mln l’anno ma ha uno scrigno pieno zeppo di titoli – Ha un corpaccione che pesa molto e drena risorse a non finire
Un gigante che mangia 500 mln l’anno ma ha uno scrigno pieno zeppo di titoli – Ha un corpaccione che pesa molto e drena risorse a non finire. Si tratta grosso modo di 500 milioni all’anno, versati dalle aziende associate e subito bruciati nel calderone delle spese. Un dato, questo, che aveva spinto molti big a chiedere una drastica cura dimagrante di Confindustria. Tra questi si è sempre distinto Alberto Bombassei, il patron di Brembo ieri battuto di misura da Giorgio Squinzi. Anche perché, soltanto a livello centrale, dipende dalla confederazione una decina di società che fanno di tutto e spesso sono in perdita. Emma Marcegaglia, però, lascia in eredità a Squinzi anche uno scrigno in cui ci sono titoli, partecipazioni e azioni che complessivamente valgono la bellezza di 240 milioni di euro. Con l’aggiunta, sempre considerando solo il livello centrale, di immobili e terreni per un totale di 127 milioni. Per non parlare del gioiello accademico di Confindustria, ovvero quella Luiss che non soltanto ha prestato al governo di Mario Monti ben 6 tra ministri e sottosegretari, ma custodisce nella sua cassaforte liquidità e titoli per circa 60 milioni di euro. Insomma, Squinzi si troverà in mano un gigante di non poco conto, sia dal punto di vista delle spese, sia da quello della potenza economica. Di certo il problema dei costi è sul tavolo. Non solo è stato più volte messo in evidenza da Bombassei, ma anche un altro big come Carlo De Benedetti non ha usato parole tenere per dire che Confindustria costa più di quello che rende. La Marcegaglia, negli ultimi anni, è stata consapevole della questione, al punto da applicare un programma di riduzione delle uscite che ha dato qualche risultato. Ma quello che Bombassei & Co. chiedono, e che certo Squinzi dovrà tenere in considerazione vista l’esiguità della sua vittoria, è una profonda razionalizzazione della macchina. Si pensi solo a quante sono le società controllate dalla Confederazione di viale dell’Astronomia: Aedificatio (gestione immobili), Unimpiego (collocamento e ricollocamento lavoratori), Sfc (formazione professionale), Stil Novo Sviluppo e le controllate Stil Novo partecipazioni e Stil Novo management (internazionalizzazione delle imprese), Sipi (editoria). A queste si aggiungono la Pola srl e la L.com controllate attraverso la Luiss. E parliamo solo delle controllate di Confindustria centrale, non di quella miriade di società che fanno capo alle numerosissime associazioni territoriali e di settore. Ad ogni modo Molte di queste realtà, vedi Sipi, Aedificatio e Pola, sono in perdita. In più, altra eredità lasciata a Squinzi, sono società infarcite di uomini di fiducia della Marcegaglia come Daniel Kraus (Stil Novo Sviluppo, Stil Novo Management e Sipi) e Giancarlo Coccia (Aedificatio, Sfc e Stil Novo Sviluppo). Uomini che però, visto l’appoggio dell’ormai ex leader al successore, non dovrebbero avere problemi nel mantenere qualche poltrona.