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 2012  marzo 22 Giovedì calendario

Il risparmio La riscossa dei Btp people in tre giorni piazzati 5,7 miliardi – BOT-people addio. A dare una mano all’Italia travolta dalla crisi dei debiti sovrani è spuntato all’improvviso e dal nulla l’esercito invisibile dei Btppeople

Il risparmio La riscossa dei Btp people in tre giorni piazzati 5,7 miliardi – BOT-people addio. A dare una mano all’Italia travolta dalla crisi dei debiti sovrani è spuntato all’improvviso e dal nulla l’esercito invisibile dei Btppeople. Le prime avvisaglie della metamorfosi dei risparmiatori tricolori erano arrivate il 28 novembre scorso. Quando nei giorni neri dello spread oltre quota 500 le famiglie avevano aderito in massa al Btp-Day promosso dall’Abi, mettendosi in fila per acquistare (senza commissioni) una valanga di titoli a lungo termine. Il miracolo si è ripetuto in questi giorni. E con gli interessi. Il Btp-Italia, il nuovo bond a quattro anni confezionato dal Tesoro su misura per i piccoli investitori, ha fatto saltare il banco: «Alcuni operatori di mercato ipotizzavano un’adesione attorno al miliardo di euro - racconta Pantaleo Cucinotta, responsabile debt capital markets di Banca Imi che con Unicredit ha coordinato l’operazione -. Ma la realtà ha superato anche le più rosee aspettative». I numeri parlano da soli: al terzo giorno (su quattro) di prenotazioni, il Buono del Tesoro poliennale agganciato all’inflazione ha raccolto richieste per 5,7 miliardi, regalando al mercato dei titoli obbligazionari il suo nuovo record storico di scambi. E la lettura ai raggi X della valanga di ordini piovuti dai borsini e dalle piattaforme di trading online conferma che a fare la parte del leone sono stati i piccoli risparmiatori. Quasi 29 mila ordini, il 27,4% del totale ricevuto a ieri sera, riguardava titoli per un valore compreso tra i mille e i 10 mila euro. Altri 57.465 prenotazioni (il 55%) riguardavano pacchetti di Buoni tra i 10mila e i 50 mila euro. Soldi mobilitati dai portafogli delle famiglie, stimano fonti del ministero dell’Economia, visto che il taglio medio delle operazioni dei risparmiatori italiani sul telematico dei titoli di stato viaggia storicamente attorno ai 40mila euro. «Sono molto soddisfatta, specie per la partecipazione del mercato al dettaglio», ha commentato ieri Maria Cannata, direttore generale del debito pubblico. Il Btp Italia è piaciuto pure ai grandi investitori istituzionali: 8 mila ordini (il 7,6% dei contratti, una percentuale molto più consistente dei 5,7 miliardi già prenotati) segnavano alla casella valore dell’acquisto cifre superiori, spesso di gran lunga, ai 100 mila euro. Gli operatori prevedono per oggi un boom di richieste da parte di fondi d’investimento e banche. E il super-Btp del Tesoro, sulle ali del boom tra le famiglie, potrebbe raccogliere in tutto oltre sette miliardi. Il gran ritorno dei risparmiatori tricolori sui titoli di stato - e soprattutto su quelli a scadenza più lontana nel tempo - è un’eccellente notizia per il nostro bilancio pubblico. Nei primi due mesi dell’anno, per riuscire a vendere il nostro debito in un mercato "freddino" sull’Italia, Romaè stata costretta a piazzare una valanga di Bot a breve termine. Una scelta obbligata per evitare di pagare interessi stratosferici oltre quota 5%. Risultato: in otto settimane la vita media del nostro debito pubblico si è accorciata da 7 anni a 6 anni e 9 mesi. Lontanissimi dai tre anni di inizio anni ’90 ma con un trend che iniziava a preoccupare qualche operatore. A sbloccare la situazione sono stati i mille miliardi di liquidità girati dalla Bce alle banche a un tasso dell’1%. Una mossa che ha iniziato a sgelare la freddezza degli investitori istituzionali, tanto che nelle ultime aste sono rispuntati anche i primi consistenti ordini dall’estero, come ha confermato il vice-ministro dell’economia Vittorio Grilli. La carica dei Btp-people è però la ciliegina sulla torta che potrebbe consentire ora a via XX settembre, con lo spread sui decennali attorno ai 300 punti, di sondare il mercato su scadenze ancora più lunghe. Segnando così il ritorno alla normalità (si spera definitivo) nella gestione del gigantesco debito pubblico tricolore. Le famiglie sono da sempre i maggiori investitori in titoli di stato italiani, con in portafoglio una quota attorno al 14% dei 1.900 miliardi di debito pubblico. La loro ricchezza, causa crisi, è in calo da qualche anno, così come la loro propensione al risparmio scesa secondo l’Istat dal 16,3% di metà 2008 all’11,3% di oggi. Una ragione in più per sperare - per il bene del paese - che il successo del BTp Italia vada in replica nei prossimi mesi, in un anno in cui l’Italia dovrà raccogliere sul mercato 450 miliardi di euro.