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 2012  marzo 22 Giovedì calendario

LONDRA ACCELERA I TAGLI ALLE TASSE

«Dal prossimo mese il Regno Unito avrà una tassa sulle imprese al 24%, nel 2014 al 22. Un livello che non è solo inferiore a quello dei nostri concorrenti, ma drammaticamente inferiore. Il 18% in meno degli Usa, il 16% del Giappone, il 12% della Francia e l’8% della Germania. La migliore pubblicità per attrarre investimenti e lavoro in Gran Bretagna». Il Cancelliere dello Scacchiere alza il tono della voce, solleva lo sguardo a sfidare i banchi dell’opposizione ai Comuni enfatizzando la spettacolare scenografia della vita parlamentare britannica. Poi accelera nell’illustrare il pezzo forte del suo budget, la finanziaria britannica presentata a Westminster.
«Un livello di tassazione - aggiunge - che pone il nostro Paese vicino al target del 20%, allineando attorno a quel tasso l’imposta base per le persone fisiche, quella per le Pmi e, appunto, in prospettiva, la corporate tax».
Londra veleggia verso il 20 per cento: non sfida, idealmente, solo Dublino ancorata alla soglia del 12,5%, ma lancia il guanto a tutta l’Europa rilanciando la concorrenza fiscale, grimaldello per accelerare la crescita. Sono stati inoltre confermati i programmi di ampia deducibilità degli investimenti per le Pmi, garantite nuove agevolazioni per sostenere l’industria della creatività e per le esplorazionichi energetiche in Scozia. George Osborne è andato più in là, allargando l’azione dal mondo corporate all’imposta sui redditi. L’aliquota marginale del 50% per chi guadgna più di 150mila sterline sarà ridotta al 45% dall’aprile 2013.
«È l’imposta più elevata del G-20 - ha precisato il Cancelliere - danneggia gravemente la competitività del Paese e sarebbe giustificabile solo se generasse un forte gettito». In realtà, secondo il Tesoro, s’è rivelata una delusione: doveva garantire tre miliardi di sterline e invece non ha portato più di un miliardo. Tenendo conto dei mille meccanismi di elusione, secondo il Tesoro, ridurre l’aliquota marginale al 45% costerà solo 100 milioni. E quindi via al taglio. Una pillola indigesta sia a un Governo di coalizione con i Liberaldemocratici sia a un Paese piegato dalla crisi. Il Cancelliere dello Scacchiere ha cercato di attenuarne gli effetti mettendo sul piatto l’innalzamento della soglia di esenzione impositiva che dall’aprile del 2013 passerà da 8.000 a 9.200 sterline.
È stata elevata la tassa di registro sulle abitazioni di valore superiore a 2 milioni di sterline (dal 5 al 7%) ma soprattutto è stato chiuso il "buco" legislativo che ha consentito a moltissimi di acquistare le abitazioni aggirando le imposte grazie a società di comodo. Chi compra casa intestandola non a una persona fisica pagherà un’imposta di registro del 15 per cento. «L’evasione fiscale e le forme di elusione più aggressive sono moralmente ripugnanti» ha avvertito Osborne lasciando intendere che ci saranno anche azioni retrospettive per punire chi viola la norma e lo spirito della legge.
Una svolta per Londra che chiude un budget nel segno della fiscalità, ma sostanzialmente neutro nei saldi in un quadro macroeconomico ancorato a una crescita dello 0,8 nel 2012 e del 2 nel 2013 quando il deficit sarà sceso al 7,6% del Pil. Per il pareggio strutturale di bilancio la Gran Bretagna dovrà attendere il 2017, due anni più di quanto previsto da David Cameron nei giorni della vittoria elettorale.