Erminia Della Frattina, il Fatto Quotidiano 22/3/2012, 22 marzo 2012
I TURCHI CI FANNO LE SCARPE LUMBERJACK LASCIA L’ITALIA
Vendesi brandelli di made in Italy. Questa volta a finire in mani straniere è l’azienda veronese Lumberjack famosa per il logo a foglia d’acero, che secondo fonti giornalistiche è già stata venduta al gruppo turco Ziylian, che ha sede a Gaziantep e controlla la catena di negozi di scarpe Flo. Ad annunciare l’acquisizione dell’azienda calzaturiera veneta, specializzata negli scarponcini “da lavoro” che facevano il verso alle Timberland negli anni Ottanta, è stato il sito inglese del quotidiano turco Hurriyet.
NATURALMENTE dalla Lumberjack arriva qualche smentita (piuttosto pallida a dire la verità) mentre la trafila dei marchi finiti in mani straniere si allunga pericolosamente.
Hanno già passato la frontiera diventando stranieri brand di alta moda e grande gioielleria del calibro di Gucci, Bulgari, Ferré, Fendi e Ferretti. È successo anche per il brand veneto delle splendide borse intrecciate, Bottega Veneta, mentre un gruppo tedesco è in trattative per acquisire la gloriosa Ducati.
Una lista che si allunga perché comprende anche, secondo alcune indiscrezioni nel settore moda, la mitica Gas di Chiuppano, azienda di denim con una forte struttura retail, che si dice sia in vendita da qualche mese (voce smentita dai titolari Claudio e la figlia Barbara Grotto) e alla quale sarebbero interessati una cordata di imprenditori dell’Est Europa, ma anche la Met di Gegé Schiena, marchio casual-chic del famoso fondatore – assieme a Renzo Rosso – del marchio Goldsmith.
IL SITO che riporta la notizia della vendita di Lumberjack riferisce anche le dichiarazioni di Aykut Buyukeksi, membro del consiglio di amministrazione della Ziylian. Dopo i colloqui durati sei mesi – dice lasciando poco margine al dubbio sull’acquisizione – “il lavoro è sostanzialmente finito”. E aggiunge: “Faremo un annuncio finale entro i prossimi 15 giorni”. Sempre secondo la stessa fonte il gruppo turco intende portare in Turchia “il team, i brevetti e il design”. Il top manager turco annuncia anche che in nei piani aziendali ci sono altre quattro acquisizioni, ma non chiarisce se si tratta di aziende italiane.
Intanto alla Lumberjack, che fa capo al gruppo 3A Antonini di Verona e ha una distribuzione produttiva diffusa soprattutto in Europa e Italia ma anche nei paesi asiatici, vige la regola del silenzio: nessun comunicato ufficiale, solo una generica smentita talmente labile da avvalorare la versione della vendita.
Al marchio del polacchi-no veronese, inventato negli anni 80 da Ivo Antonini e di cui ora è azionista in modo quasi totalitario la figlia Nicla, fanno capo anche il brand di scarpe sartoriali di alta moda Alexander e la licenza dell’americana Avirex. Dopo una capillare apertura di negozi monomarca l’azienda veronese ha ceduto, come tante altre. Solo nel 2011 si registrano 108 acquisizioni di aziende di dimensioni grandi o piccole da parte di gruppi stranieri (la più rappresentativa è la vicenda Parmalat acquisita dal colosso francese Lactalis), operazioni più o meno importanti per un controvalore complessivo di 18 miliardi di euro.
UNO SHOPPING pericoloso, che attira i “cugini” francesi, ma anche i Paesi dell’Est come la rampante Romania (dove Lumberjack produceva già dal 2007) e la Turchia che sta mettendo a frutto acquisizioni in tutta Europa.
Secondo un rapporto di Deloitte Turchia negli ultimi anni le aziende turche hanno messo a segno grandi acquisizioni all’estero per un valore di 7,5 miliardi di dollari, con ben 26 operazioni effettuate nel solo 2011 per 2,9 miliardi di dollari: tra le più eclatanti quelle di Godi-va Chocolates da parte di Yldz Holding, SAB Miller in Russia e Ucraina e la splendida azienda di porcellane Villeroy&Boch da parte di Eczacbas.