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 2012  marzo 22 Giovedì calendario

QUELLA FERRARI ABBANDONATA CON IL PACCO A MONTEZEMOLO


L’auto è lì, al secondo piano del multiparcheggio E dell’aeroporto di Fiumicino.Coperta da un telo di fabbrica per coprirla da sguardi indiscreti. Ma comunque riconoscibile anche ai meno esperti: è una Ferrari, e il rosso fiammeggiante si intravede sotto il telo. Da quasi un anno e mezzo è lì ferma, ad attirare i viaggiatori del parcheggio “executive”, l’unico con vigilanza 24 ore su 24.
Chi l’ha parcheggiata lì a fine 2010 è come l’avesse messa in cassaforte. È il posto più sicuro del mondo. Nessuno la può rubare, nessuno l’ha segnalata alla polizia, nessuno si è chiesto perché un gioiellino di quel tipo è li fermo senza nessuno che la reclami.
Eppure quella misteriosa Ferrari ha una storia, e che storia! Ed è il simbolo di uno dei più clamorosi bidoni che siano stati rifilati a uno dei più importanti imprenditori italiani, Luca Cordero di Montezemolo, che della Ferrari è presidente.
L’auto, un modello 360 F1 Modena immatricolato il 16 settembre 2003, da quando è uscita dalle officine di Maranello ha già cambiato sette volte proprietario. Per tre volte se l’è presa in carico (e l’ha rivenduta) la Samocar di Roma, concessionaria della Ferrari controllata dalla famiglia Malagò. Per quattro volte se la sono goduta - sia per pochi mesi, dei singoli proprietari: tre uomini e una donna, tutti romani meno l’ultimo che l’ha abbandonata nel parcheggio. Lui l’ha acquistata il 12 ottobre 2009, versando un piccolo acconto (sembra di mille euro) sugli 89 mila euro pattuiti per il prezzo. Gran parte della somma è stata regolata grazie a un finanziamento rateale da 75.610 euro erogato dalla Ferrari financial services diModena, la finanziaria che assiste i clienti di Montezemolo.
La sovvenzione per l’acquisto aveva durata triennale, con scadenza il prossimo primo settembre 2012. L’acquirente ha ritirato l’auto e non si è più fatto vedere. Né ha mai versato una rata del finanziamento ottenuto. Come l’avesse presa a nolo per qualche tempo. L’uomo che ha fregato Montezemolo si chiama Carmelo, è nato a Castel di Iudica, provincia di Catania, risulta residente a Barcellona Pozzo di Gotto, provincia di Messina, ed è fiscalmente domiciliato a Roma, in via Cola di Rienzo. Non ha bidonato solo il presidente della Ferrari. Perché un conto aperto ha anche con Fabrizio Palenzona, presidente degli aeroporti di Roma. A fare due calcoli secondo il listino i 18 mesi di parcheggio nell’executive di Adr valgono una somma anche superiori ai 10 mila euro, che dovranno essere pagati da chi ritirerà l’auto. Finora non si è presentato nessuno. Ma quando la si lascia lì, l’addetto di turno al parcheggio compila un dettagliato modulo in cui si registra il proprietario (a cui non sono chiesti documenti, quindi può dare un nome di fantasia) e gli si chiede un numero di telefono per la reperibilità. Carmelo ha lasciato un numero di ufficio di Roma. Risponde quella che potrebbe sembrare una segretaria, che si scusa, promette che presto il principale che è sempre in giro per il mondo verrà a ritirare l’auto. Ma nessuno si fa vedere. E si capisce perché.
La Ferrari financial services in cambio della sovvenzione sul prezzo ha naturalmente iscritto ipoteca sulla 360 Modena. Di fronte alle rate non pagate potrebbe riprendersela indietro. Avrà anche tentato di farlo, senza fortuna. Perché il proprietario la Ferrari non ce l’ha: è lì nella cassaforte del parcheggio degli aeroporti di Roma, irreperibile.
Un delitto perfetto, ma anche una trappola in cui sono caduti manager avveduti come quelli della Ferrari, che qualche rischio del genere, debbono ben mettere in conto. Quando abbiamo battuto le generalità complete di Carmelo alla banca dati protesti, ne sono saltati fuori sei. Tutti però successivi al settembre 2010, quindi dopo l’acquisto della Ferrari fiammeggiante. Per difetto di provvista sono risultati a vuoto nel 2010 tre assegni da 1.900, 2.595 e 2.406 euro. Nel 2011 altri due assegni da importi inferiori: 1.865 e 1.350 euro. L’ultimo protesto è stato iscritto il primo marzo scorso, per un assegno di appena 328 euro. Prima del 2010 mai nulla. Chissà, quella di Carmelo e della Ferrari abbandonata è semplicemente una ordinaria storia di crisi economica.
Quel che è certo è che l’auto di lusso non è più sola nel parcheggio. Da qualche mese è spuntata un’altra Ferrari-blu-parcheggiata proprio di fronte. Alcuni testimoni però assicurano che ogni tanto qualcuno la prende e poi la riporta. Dicono sia un politico, che spesso la guida fino a Strasburgo.

Franco Bechis