Ferruccio Sansa, il Fatto Quotidiano 21/3/2012, 21 marzo 2012
CARA AMICA TI CHIAMO
Francesco Bellavista Caltagirone, il re dei porticcioli in carcere. Un’onorevole scajoliana del Pdl di Padova. Una singolare visita dei massimi dirigenti della Polizia alla Procura di Imperia. Ma soprattutto gli atti in cui si parla di un appuntamento con Antonio Manganelli (che, va sottolineato, nega l’incontro e non è indagato). Il nome del Capo della Polizia compare nell’inchiesta sul porto di Imperia. No, non un dettaglio, perché la circostanza sarebbe stata oggetto di domande durante l’interrogatorio (secretato) in carcere di Bellavista Caltagirone.
È SCRITTO nelle carte depositate per il Riesame. Siamo nell’ottobre 2010: il costruttore romano viene indagato per associazione a delinquere insieme con Claudio Scajola (Pdl), da sempre sponsor del porticciolo. Certo, il terremoto era nell’aria: costi dell’opera lievitati da 80 a 206 milioni, moli da terminare, tanti personaggi vicini all’ex ministro ligure indagati. Tra i protagonisti della vicenda si diffonde il nervosismo, ci si scambiano telefonate. Gli inquirenti vengono attirati in particolare da un colloquio intercettato: il 20 dicembre 2010 Bellavista Caltagirone telefona a Giustina Destro, ex sindaco di Padova, parlamentare Pdl. Molto vicina a Scajola. Tanto da schierarsi con lui quando l’ex ministro fa la fronda e ventila l’ipotesi di sganciarsi da Silvio Berlusconi: “Scajola è una persona di tutto rispetto , che stimo molto e che apprezzo come politico e come uomo di governo”, ha raccontato Destro. Bellavista Caltagirone le fa una richiesta precisa: vuole un appuntamento con Manganelli. Non fa cenno ai motivi del colloquio. Dopo qualche giorno, Destro risponde: va bene, ma bisogna parlare di persona.
È un episodio che va chiarito, secondogliinquirenti.Siparladiun appuntamento concordato con il capo della Polizia, ma nulla di più emerge: non si sa se l’incontro ci sia poi stato, né che cosa i due si siano detti. Proprio questo avrebbero cercato di chiarire i magistrati durante l’interrogatorio dell’imprenditore. Ambienti vicini a Manganelli riferiscono: “L’incontro non c’è stato, la conoscenza con l’imprenditore era conviviale. Ad arrestare Bellavista Caltagirone comunque è stata la polizia”.
La polizia postale, per essere precisi. Nelle settimane successive alle telefonate di Bellavista Caltagirone le cronache imperiesi registrarono un altro episodio. Siamo all’inizio del 2011, poche settimane dopo le telefonate di Bellavista Caltagirone, l’inchiesta suscita allarme, ma dagli ambienti giudiziari non trapela nulla sulle 600 pagine dell’informativa che la Polizia Postale ha depositato: un mare di intercettazioni e documenti sequestrati. In tanti tremano , anche a Roma. Ma proprio in quei giorni il Fatto Quotidiano rivelò un retroscena singolare: una visita (mai smentita) dei numeri due della Polizia, Francesco Cirillo e Nicola Izzo, che si scomodano per andare a Imperia e offrire i loro servigi, per prendere in carico le scottanti indagini affiancando o sostituendo i colleghi della Polizia Postale che le stanno seguendo. Ma perché quell’improvvisa visita dei due pezzi grossi della Polizia nell’ufficio del Procuratore? Adesso la Procura vuole capire se sia stata conseguenza di un ordine di Manganelli o di una decisione autonoma di Cirillo e Izzo. C’è chi, però, non ha gradito. Qualcuno ha ricordato che Izzo è stato indagato a Napoli per concorso in turbativa d’asta, nell’inchiesta sugli appalti per la sicurezza in cui è chiamata in causa Finmeccanica.
UN COLLOQUIO comunque cortese, quello tra i numeri due della Polizia e i pm. Ma al termine la risposta dei magistrati imperiesi fu ferma: vi siamo grati per l’offerta, ma grazie no. La Postale sta facendo un ottimo lavoro.
Già, e adesso si sta occupando proprio dei contatti di Bellavista Caltagirone con Destro. E magari con Manganelli. Gli investigatori hanno trovato materiale ritenuto interessante sul sito Dagospia, la bibbia politico-mondana della Roma che conta. Ecco le foto di Umberto Pizzi che ritraggono un ricevimento all’hotel Eden di Roma dove nel 2010 viene presentato il porticciolo di Fiumicino. Ecco Bellavista Caltagirone con Scajola e Giustina Destro (oltre a una sfilza di vip e nomi grossi del giornalismo). Incrociando gli stessi nomi, gli investigatori trovano un secondo appuntamento mondano risalente a un anno prima, siamo nel dicembre 2009. Hotel Eden, Destro ha convocato gli affezionati del salotto di Maria Angiolillo da poco scomparsa. Di nuovo la folla di giornalisti e di manager pubblici e privati, ma soprattutto la compagnia di amici: Bellavista Caltagirone, Scajola e Destro. Gli scatti li ritraggono allo stesso tavolo in compagnia del capo della Polizia, Manganelli. Niente di illecito, per carità, i salotti di Maria Angiolillo erano frequentati dalla Roma che conta. Ma gli investigatori vanno a Roma, sentono il fotografo Pizzi. Allegano le fotografie gli atti.
Intanto l’inchiesta va avanti. E potrebbe riservare sorprese, perché intorno al porto di Imperia ruota-no nomi noti alle cronache nazionali. Nel 2003, per dire, qui arrivò Gianpiero Fiorani (non indagato, né toccato dall’inchiesta), che sorvolò il porto in elicottero insieme a Bellavista Caltagirone e Scajola. Non solo: c’è Angelo Balducci, amico della Cricca, nel 2008 nominato presidente della Commissione che vigilava sulle concessioni demaniali del porto di Imperia. Infine c’è Fiumicino: 1.500 barche, il più grande del Mediterraneo. Scrivono i pm imperiesi: “Caltagirone sta utilizzando a Fiumicino le medesime modalità di fraudolenta lievitazione dei costi sperimentate a Imperia”.