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 2012  marzo 21 Mercoledì calendario

I «BERLUSCHINI» SPENDONO 5 MILIONI A TESTA


Un anno da dimenticare. Anche per i tre figli minori di Silvio Berlusconi la crisi si è fatta sentire e il 2011 è stato il peggiore anno della sia pure breve vita imprenditoriale di Eleonora, Barbara e Luigi, nati dal matrimonio del Cavaliere con Veronica Lario. Secondo il bilancio della Holding italiana quattordicesima depositato ieri sera al registro della Camera di commercio di Milano, i tre azionisti hanno visto crollare nell’ultimo anno i loro guadagni da 42,3 milioni di euro ad appena 2.096.623. C’è chi sta peggio, naturalmente. Ma è la prima volta nella storia della holding di famiglia che gli utili prodotti nell’anno non sono sufficienti ai bisogni degli azionisti: negli ultimi anni non solo avevano avuto dividendi più che decorosi, ma avevano messo addirittura fieno in cascina della società: 50 milioni di euro nel 2008, 15 milioni nel 2009 e 12 milioni nel 2010. Questa volta Eleonora, Barbara e Luigi hanno dovuto prendere un po’ di quel fieno, perché i due milioni non erano sufficienti a pagare le loro spese nel 2012. Hanno così preso dalla riserva straordinaria altri 12,9 milioni di euro, dividendosi quindi in tutto 15 milioni di euro per tutto il 2012. I tre hanno dunque bisogno per le spese ordinarie di 5 milioni a testa per quest’anno. Una bella somma, senza dubbio. Grazie anche a questa scelta il patrimonio netto della holding dei berluschini si è assottigliato, sia pure conservando fieno d’oro in cassa: ammonta a 231,8 milioni di euro rispetto ai 259,7 milioni di euro dell’anno precedente. Se i tre dovessero litigare e sciogliere la società, la quota distribuibile di quel patrimonio ammonta comunque a 212,9 milioni di euro: 71 milioni di euro a testa, e si può tranquillamente ricominciare da capo. Il crollo dell’utile è dovuto sostanzialmente a una sola ragione: la decisione di Fininvest di non staccare il dividendo agli azionisti. Quindi anche se non sono ancora stati depositati, è immaginabile che stessa situazione emerga dai bilanci delle quattro holding di Silvio Berlusconi (la prima, la seconda, la terza e l’ottava) e da quelle intestate a Marina (la quarta) e a Piersilvio (la quinta). I tre figli minori però sono riusciti a compensare l’assenza di dividendi con gli investimenti finanziari e con le altre partecipazioni. I Berluschini hanno partecipazioni in altre cinque società: la Bel immobiliare (tutta loro, con la quale hanno acquistato un palazzo nel centro di Milano), la Sator private Equity Fund di Matteo Arpe, la Molmed Molecular medicine spa, la Expobee Inc (organizzazione fiere) e Assicurazione.it spa, in cui sono saliti al 20,01%. Nell’ultimo anno si sono più che dimezzati i depositi bancari, passati da 138,4 a 64,6 milioni di euro. In compenso sono triplicati gli investimenti in titoli: da 20,3 a 60,7 milioni di euro. Il presidente della holding, Salvatore Sciascia, spiega nella relazione al bilancio che «parte della liquidità disponibile è stata investita aprendo due nuove gestioni patrimoniali con primari istitutivi credito internazionali (di cui non si fa il nome, ndr). L’affidabilità e la competenza dei gestori esterni prescelti nonché l’accurata selezione degli investimenti direttamente effettuati hanno consentito di ottenere un rendimento da ritenere soddisfacente tenuto conto del non facile contesto nazionale ed internazionale nel quale la vostra società ha operato». Come si ricorderà proprio alla fine dell’anno scorso la holding ha nominato vicepresidente il più piccolo dei Berlusconi, Luigi, assegnandogli il compito di “mister spread”, e cioè di scegliere gli investimenti con cui difendere il patrimonio dei figli di secondo letto del cavaliere. A Luigi sono stati «conferiti specifici poteri per effettuare operazioni finanziarie di investimento della liquidità», e siccome era alla sua prima vera esperienza manageriale, è stato posto un solo limite: ha i più ampi poteri «per compiere in nome e per conto della società tutte le operazioni finanziarie di ordinaria amministrazione- nessuna esclusa», ma «nel limite di euro 10 milioni per singola operazione».
La basi da cui si parte non sono certo ottimali, e anche il prossimo bilancio di Fininvest e la scelta che verrà operata sui dividendi, condizioneranno pesantemente l’attività di Luigi. Che dovrà basarsi soprattutto sul patrimonio accumulato grazie agli utili degli ultimi anni, sempre superiori ai 40 milioni di euro dal 2006, con il picco dei 55 milioni registrati nel 2008. Dovrà prendere anche una decisione sui titoli (4,7 milioni di euro) depositati «presso la partecipata italiana di una primaria banca estera costituiti in pegno quale garanzia per consentire alla società l’accesso alle negoziazioni in valute estere, a pronti e/o a termine, nonché l’operatività in strumenti finanziari derivati». Ma con quei 5 milioni in tasca appena ricevuti, ogni decisione potrà essere presa più serenamente.

Fosca Bincher