il Giornale 21/3/2012, 21 marzo 2012
Sfruttati dai dipendenti cerchiamo di sopravvivere - Gentile signora ministro del Lavoro Elsa Fornero, siamo una piccola attività commerciale della Liguria con due dipendenti
Sfruttati dai dipendenti cerchiamo di sopravvivere - Gentile signora ministro del Lavoro Elsa Fornero, siamo una piccola attività commerciale della Liguria con due dipendenti. In dieci anni abbiamo avuto 13 dipendenti donne a rotazione. Ci siamo gestiti cinque gravidanze a rischio contemporaneamente, ovvero sia le titolari del posto che le sostitute sono prontamente rimaste incinte non appena firmato il contratto, di cui tre palesemente false ma naturalmente incontestabili di fronte al certificato medico, che ci hanno portato al limite del fallimento. A dicembre del 2003 tra stipendi delle assenti gravide, di una licenzianda e tredicesime abbiamo pagato undici buste paga mentre a lavorare c’erano soltanto i due titolari, per tutto il periodo natalizio, sebbene a libro paga risultassero cinque dipendenti tra titolari del posto e sostitute. Proprio per questo abbiamo ricevuto per ben tre volte in tre anni l’ispezione dell’Ispettorato del lavoro perché«non si fidava ». Tutte e tre le volte le ispezioni si sono concluse con nessuna sanzione,anzi.La terza volta con i complimenti dell’ispettrice per la gestione impeccabile del personale. Grazie tante! L’ultima ispezione,tra commercialista,consulente,fax,fotocopie e documenti, ci è costata 240 euro. Senza contare che le dipendenti sono state sottratte al loro lavoro, senza tanti complimenti,per un’ora ciascuna per l’interrogatorio modello Gestapo nel retro del negozio. Tragicomico pensare che sono state pure spese che ci hanno elevato lo studio di settore. Non abbiamo mai licenziato nessuna anche di fronte a mancanze evidenti di disponibilità al lavoro e ne andiamo fieri. Non abbiamo Suv, yacht o case di proprietà, esclusa la nostra abitazione. Stiamo letteralmente sopravvivendo con enormi difficoltà nonostante la nostra attività riesca ancora ad avere clientela e successo. In questo contesto ci venne anche richiesto il canone Rai per il computer con cui gestiamo gli ordini ma non solo. Si sta prospettando, e per questo mi permetto di scriverle gentile signora ministro, un ulteriore onere contributivo per estendere la cassa integrazione ad attività come la nostra per consentire, di fatto, in contraccambio, alle aziende con più di 15 dipendenti di derogare l’articolo 18. In pratica pagheremo noi, ovvero i nostri dipendenti, le ristrutturazioni della grande impresa. Io non so,cara ministro,se lei si rende conto dell’importanza fatale di 400 o 500 euro per dipendente su una piccola attività. Per noi potrebbe voler dire, alla fine, la definitiva soppressione di uno dei due posti di lavoro. Molti colleghi a fine mese stanno decidendo se pagare le tasse oppure i fornitori oppure i dipendenti. Mille euro tra Rai e contributo cassa li faranno decidere definitivamente per la quarta scelta. Chiudere. Qualsiasi commercialista le può confermare. Per tale ragione mi permetto chiederle di dedicare un poco del suo tempo all’ascolto ed allaverifica di cosa stia accadendo nel nostro settore. Mi scuserà se non mi firmo ma le mie esperienze passate con lo Stato non mi consigliano trasparenza. Le auguro buon lavoro. Un piccolo imprenditore del commercio