FRANCESCO GRIGNETTI, La Stampa 22/3/2012, 22 marzo 2012
L’altra casta Ecco le toghe multistipendio - È davvero arrivata l’era della trasparenza. Il governo per la prima volta squarcia il velo dell’oscurità e presenta in Parlamento i dati su stipendi e doppi incarichi, o terzi, o quarti, dei magistrati italiani
L’altra casta Ecco le toghe multistipendio - È davvero arrivata l’era della trasparenza. Il governo per la prima volta squarcia il velo dell’oscurità e presenta in Parlamento i dati su stipendi e doppi incarichi, o terzi, o quarti, dei magistrati italiani. Non soltanto gli ottomila della magistratura ordinaria, ma anche quelli in organico all’Avvocatura dello Stato, Tar, Corte dei Conti, Consiglio di Stato. Nel mazzo c’è davvero di tutto. Si va dal rigorosissimo Giuseppe Esposito, magistrato del Tar di Napoli, che partecipa a incontri con le scolaresche di Vico Equense e devolve gli 800 euro di compenso alla biblioteca scolastica, al caso ben diverso del consigliere di Stato Gabriele Carlotti che, oltre lo stipendio regolare, riceve dall’Autorità per l’Energia 100 mila euro l’anno in quanto responsabile della direzione Affari giuridici. Un’operazione di glasnost senza precedenti resa possibile da un emendamento del deputato Roberto Giachetti, Pd, che chiede di fissare paletti precisi sugli incarichi «fuori ruolo». Già, perché la miriade di doppi incarichi pone problemi etici, possibili conflitti di interessi, commistioni. Ma anche economici. E su tutti sta per abbattersi la scure del tetto da 294 mila euro, pari al guadagno del presidente della Cassazione. Alcuni numeri, innanzitutto. Il ministro della Giustizia Paola Severino ha la radiografia dei magistrati ordinari: su 8.734 toghe, sono 227 quelle collocate fuori ruolo, pari al 2,6% del totale. Nell’ultimo anno, poi, il Csm ha autorizzato 1423 incarichi a tempo parziale. «Nella gran parte dei casi si tratta di incarichi di docenza». Perlopiù sono lezioni universitarie e i magistrati in questione incassano poche migliaia di euro. Altro discorso (e altre cifre) quando il ministro Filippo Patroni Griffi consegna gli emolumenti dei 516 giudici della magistratura amministrativa, i 456 della contabile, i 360 dell’avvocatura dello Stato. Interessante è la dinamica salariale di questi ultimi: incassano stipendi per 54 milioni di euro, da ultimo decurtati per le misure di solidarietà a 53 milioni, più un’indennità particolare detta «propina» che rappresenta altri 55 milioni di euro. Per fare un solo caso esplicativo, il capo dell’ufficio, l’avvocato generale dello Stato, sua eccellenza Filippo Ignazio Caramazza, gode di un trattamento fondamentale di 289 mila euro a cui va aggiunta la «propina» di altri 324 mila euro. Caramazza risulta avere un incarico extragiudiziale in quanto membro della commissione di accesso ai documenti amministrativi. Senza cifre. Pierluigi Di Palma, vicesegretario generale della Difesa, giudice dell’Avvocatura di Stato che incassa 179 mila euro di trattamento fondamentale e 186 mila di «propina», ha ottenuto nel corso del 2011 anche 70 mila euro come consulente giuridico dell’Agenzia spaziale italiana. Risulta essere anche presidente del collegio arbitrale per una vertenza tra Anas e Asfalti Sintex, ma non è indicato l’emolumento. La categoria dei giudici amministrativi - provenienti da Tar e Consiglio di Stato - rappresenta la spina dorsale dei ministeri. Sono moltissimi quelli che hanno il doppio incarico di giudice e di capoufficio legislativo o capogabinetto. Il più noto è forse Filippo Patroni Griffi, presidente di sezione del Consiglio di Stato. In quanto ministro alla Pubblica amministrazione è colui che ha portato questi dati in Parlamento e doverosamente ha inserito anche i dati che lo riguardano. Patroni Griffi comunica quindi di essere fuori ruolo dal momento della nomina nell’Esecutivo. Da quella data guadagna 17 mila euro al mese in quanto ministro. Ha appena esaurito anche l’incarico extragiudiziario di presidente del Consiglio arbitrale in una vertenza tra Fiat e Tav, percependo 76.950 euro netti. Da questi elenchi emerge una raffica di doppi incarichi: Michele Buonauro cumula l’incarico di giudice del Tar con la consulenza giuridica all’Autorità per le Comunicazioni e che per due giorni a settimana di impegno incassa 35 mila euro lordi; Paolo Carpentieri ottiene 60 mila lordi come capo dell’ufficio legislativo del ministero per i Beni culturali; Giuseppe Caruso prende 58 mila lordi in quanto membro della commissione di valutazione dell’impatto ambientale al ministero dell’Ambiente; il sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà è fuori ruolo e incassa 25 mila euro netti annui dalle funzioni di segretario del Consiglio dei ministri; Claudio Contessa incassa 73 mila euro per l’ufficio legislativo del ministero del Lavoro; Roberto Garofoli ottiene 70 mila euro lordi in quanto capo di gabinetto del ministro per la Pubblica amministrazione. Di moltissimi poi lo stesso ministero non ha ancora i dati sugli emolumenti e si riserva di comunicarli.