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 2012  marzo 22 Giovedì calendario

La città che batte la sua moneta - A Oberhausen, nel cuore della Ruhr, c’è chi non usa più l’euro per pagare un dolce al bar o un romanzo in libreria

La città che batte la sua moneta - A Oberhausen, nel cuore della Ruhr, c’è chi non usa più l’euro per pagare un dolce al bar o un romanzo in libreria. In questa città di 212.000 abitanti che detiene il triste record di Comune tedesco più indebitato hanno creato una moneta tutta loro, che circola parallelamente all’euro. Poi hanno istituito anche una «banca», che stampa le banconote e le distribuisce a tutti quelli che si impegnano a dedicare al prossimo anche solo un’ora del loro tempo. Si tratta di un progetto lanciato dal collettivo artistico Geheimagentur insieme al teatro cittadino e a una settantina di partner che hanno deciso di accettare la nuova moneta: bar, ristoranti, librerie, agenzie di viaggio, palestre, cinema, musei. Tutti pronti a farsi pagare in «Kohle», com’è stata ribattezzata la moneta, un nome che in tedesco significa tanto «grana» quanto «carbone» e ha un doppio vantaggio: richiama alla memoria il passato di Oberhausen, quelle miniere di carbone che hanno plasmato per decenni l’immagine della città, e si presta a giochi di parole, a partire dallo slogan stampato su un manifesto per lanciare l’iniziativa: «Kohle für alle», Kohle per tutti, ma anche «Grana per tutti». «Una moneta è una questione di fiducia - spiega il collettivo - per cui possiamo stampare una moneta tutta nostra, basta solo che un numero sufficiente di persone creda nel suo valore e la usi. Che circoli, insomma. Per imparare a farla circolare i membri della Geheimagentur sono andati in Brasile, a Conjunto Palmeiras, un quartiere povero di Fortaleza che negli ultimi dodici anni è riuscito a risollevarsi grazie a una propria moneta locale. Hanno parlato con gli esperti della Banco Palmas, la banca comunitaria che ha reso possibile il tutto e, tornati in Germania, hanno creato la Schwarzbank, la «banca centrale» del Kohle. Ha un’unica filiale, sistemata in un container parcheggiato per strada. È da lì che vengono distribuite le banconote da 1, 5 e 10 Kohle: per averle basta dire che cosa si è disposti a fare per aiutare gli altri. Per un’ora di lavori socialmente utili si ottengono 20 Kohle. Per intenderci: l’ingresso al «Bunkermuseum» costa 3 Kohle, tanto quanto un waffel al Café Kultur. Sulle banconote è stampato il ritratto del più illustre figlio di Oberhausen, il regista Christoph Schlingensief, morto di cancro nel 2010. Secondo la Geheimagentur il progetto vuole non solo rafforzare il senso di appartenenza alla comunità, ma anche spingere a riflettere in modo nuovo sul denaro. Un tema che qui occupa un ruolo centrale. Nel 1992 a Oberhausen è stata chiusa l’ultima miniera. Da allora la città è alla ricerca di un futuro che non vuole arrivare. E intanto ha accumulato 1,8 miliardi di debiti: l’indebitamento pro capite più alto della Germania (circa 9.000 euro). La città ha perso migliaia di posti di lavoro, ha chiuso piscine e centri sportivi, non ha i soldi per riparare edifici e strade. E continua a indebitarsi, anche per pagare i contributi di solidarietà destinati al rilancio delle zone che un tempo formavano la Germania Est. Non a caso Oberhausen è tra i centri della Ruhr che in questi giorni alzano di più la voce contro il sistema di aiuti alle regioni orientali e chiedono investimenti a favore dell’Ovest. Intanto Apostolos Tsalastras, il tesoriere di origini greche della città, già pensa di proseguire il progetto anche dopo il 31 marzo, giorno in cui il Kohle dovrebbe scomparire dalla circolazione.