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 2012  marzo 17 Sabato calendario

Onde anomale, i vampiri del mare - L’ «onda Torino» è un’onda vampira, che succhia l’energia delle consorelle vicine per alimentarsi e crescere

Onde anomale, i vampiri del mare - L’ «onda Torino» è un’onda vampira, che succhia l’energia delle consorelle vicine per alimentarsi e crescere. No, non è fantascienza. È fisica. Fisica non lineare. A Torino un gruppo di scienziati affascinati dalle onde estreme ha applicato la meccanica quantistica per leggere il mare e per dare una risposta all’origine delle onde anomale, una domanda, questa sì, dal sapore del fantastico: perché alcune onde si srotolano in maniera abbastanza normale e altre invece si trasformano improvvisamente in mostri? Alti anche 34 metri, come quello avvistato dall’ufficiale di rotta della «Ramapo», una nave della Uss Navy che nel 1933 nel Nord Pacifico ebbe la sventura di trovarsi a poppa un incubo simile? È così che è nata l’«onda Torino». Una massa d’acqua che si muove su lunghe distanze, a grande velocità e senza perdere energia. Anzi, che continua a rafforzarsi, rubando forza alle altre onde, che si muovono con essa, formando una sorta di «treno», la cui locomotiva, alla fine, è proprio quell’«onda vampiro», che svetta sulle altre e che, quando restituisce l’energia accumulata, è capace di spezzare in due una grande petroliera. «Abbiamo cominciato ad applicare la dinamica non lineare alle onde del mare circa 14 anni fa» spiega Miguel Onorato, il leader del gruppo di ricerca torinese, che fa capo al Dipartimento di Fisica dell’Università. «Abbiamo iniziato durante il mio dottorato di ricerca con la teoria e poi siamo passati alla pratica. Abbiamo effettuato esperimenti in tutto il mondo. In particolare, abbiamo lavorato molto nella vasca navale della Marintek di Trondheim, in Norvegia, dove siamo stati in grado di riprodurre quanto vedevamo sul computer. Le cose tornavano e così abbiamo continuato». Mentore della squadra torinese è stato Al Osborne, un americano che appena laureando ha lavorato per la Nasa part-time, nel programma Apollo, e che poi si è dedicato alla ricerca oceanografica per l’industria petrolifera. Sua l’intuizione che le onde interne, sottomarine, si comportano come solitoni, ossia come particelle, una scoperta che gli ha regalato la celebrità (è finito persino ospite del talk show «Tonight Show»). Celebrità dalla quale - come racconta a Susan Casey, autrice del libro «I giganti dell’Oceano», ora anche in Italia (Rizzoli) - è fuggito, rifugiandosi a Torino. Qui, ha proseguito i suoi studi sulle onde anomale (oggi è in pensione), un fenomeno che sotto certi aspetti è ancora un mistero. Susan Casey nel suo libro cita sia Osborne sia Onorato e il gruppo torinese. E pone una domanda cruciale: i cambiamenti climatici generano onde sempre più grandi? E poi, il surriscaldamento del pianeta fa aumentare l’altezza e la frequenza delle onde anomale? «Non vi è finora evidenza scientifica di questo fenomeno. Non possiamo dire né sì né no» risponde Onorato. «Lo stiamo verificando». Già, ecco il nuovo studio del gruppo Torino. «Passeremo in rassegna presso il Centro Meteorologico Europeo i dati degli ultimi 30-40 anni: se emergerà che l’intensità dei venti è aumentata, allora è possibile che tutte le onde, che solitamente, ma non sempre, per generarsi hanno bisogno della forza di disturbo del vento, si alzino. E dunque che anche quelle anomale diventino più alte». C’è poi un terzo progetto, europeo, su cui stanno lavorando Onorato e i suoi con il registro navale norvegese: si chiama «Extreme Seas» e deve indicare se le navi che solcano i mari oppongono una resistenza standard adeguata alle onde anomale. «Negli oceani - scrive Casey - spariscono venti navi ogni anno».