Antonio Dipollina, la Repubblica 20/3/2012, 20 marzo 2012
Tramonta l’ era dei talk show scricchiola il sogno di La 7– Nessuno, da tempo, definiva più La 7 come "Terzo Polo"
Tramonta l’ era dei talk show scricchiola il sogno di La 7– Nessuno, da tempo, definiva più La 7 come "Terzo Polo". Portava male. Ma adesso si è scoperto che non porta benissimo nemmeno lasciare tutto nel vago. La Rai è messa come sappiamo, Mediaset sta per fatti suoi con ambizioni minime, sarebbe (stato) il momento giusto. E invece, come confermano anche i dati degli ultimi giorni, a La 7 ormai vivacchiano quasi tutti. Enrico Mentana ha lanciato un mezzo sasso nello stagno nell’ intervista a Repubblica di ieri: alla domanda su crisi dei talk show e quindi anche della parte fondante de La 7 risponde: «E’ la conferma che con la pigrizia mentale non si va lontano». Ecco. Brucia, parecchio, la fine - temporanea? - di un sogno. Dopo una piccola epoca dorata coincisa appunto con l’ arrivo di Mentana: il suo tg che schizza al quadruplo degli ascolti soliti. Insieme succedeva che, per esempio, Maurizio Crozza con il suo show del venerdì faceva concorrenza vera alle grandi reti: ma ovunque, dalla mattina alla sera, un fermento forte, ascolti soddisfacenti per tutti o quasi. Nell’ estate dei grandi abbandoni-tagli-censure alla Rai, La 7 sembra in rampa di lancio definitivoe quasi il posto dove tutti hanno sempre desiderato di andare, a iniziare dal direttore di Raitre, Ruffini. Ma Santoro però non arriva: Serena Dandini sì, e inizia la scalata impossibile al sabato sera. Parte forte il talk del giovedì di Formigli, poi si ridimensiona. Adesso ci si è ridotti a decidere che il 4 per cento del pompatissimo debutto di Sabina Guzzanti è un risultato eccellente - e in tanti aspettano con ansia la seconda puntata. Il segnale che qualcosa non va? L’ amministratore delegato Stella ha iniziato a esprimere perplessità sull’ Auditel: che è un argomento sacrosanto ma, per qualche motivo, non viene mai tirato fuori quando l’ Auditel ti dice bene. Certo, il calo di ascolti e appeal e la fine dell’ epopea berlusconiana fanno insieme una coincidenza troppo evidente. Anche Mentana (parlava della Rai, ma ci siamo capiti) lo ha detto: prima bastava mettere in un programma uno Stracquadanio da una parte e un De Magistris dall’ altra e sembrava di cavalcare il tempo. Per quello, tanti saluti (e molto pubblico ringrazia). La Guzzanti è tornata agli antagonismi di un decennio fa; la Dandini ha quattro-cinque cose buone nello show ma restare l’ intero sabato sera davanti alla tv per trovarle è impresa atomica. I talk vanno come sappiamo, c’ è chi cerca di trovare altre strade che non siano quella di mettere Landini, sempre in tv, contro un "padrone": ma non è mica facile e si finisce a fare talk di un’ ora perfino sulla demenziale vicenda del match tra Frecceroe Libero, come se fosse rappresentativa di qualcosa. Tutti gli altri, tutti quanti, sembrano abitare la propria celletta e tenersela stretta. Eppure ci sono fior di conduttori e giornalisti, eppure il sogno stava in piedi. Solo i tempi che hanno giocato contro o la pigrizia mentale citata da Mentana ha fatto la sua parte e ormai tanto vale riparlarne la prossima stagione?