Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  marzo 20 Martedì calendario

Acqua Rubinetto o bottiglia, l’ importante è berne almeno 2 litri al giorno – Un bene prezioso che, al di qua del mondo, diamo ancora per scontato

Acqua Rubinetto o bottiglia, l’ importante è berne almeno 2 litri al giorno – Un bene prezioso che, al di qua del mondo, diamo ancora per scontato. A parlare sono i numeri: ognuno di noi, nel 2010, ha consumato 186,7 litri di acqua potabile al giorno (dati Istat) seppur in quantità minore dell’ anno precedente (-1,9%). Nelle nostre famiglie lo scorso anno sono entrati undici miliardi di litri di minerale (dati Mineracqua 2011), qualcosa in più dei dodici mesi precedenti. Eppure, secondo gli esperti, la regola base sfugge a molti: bere, nell’ arco della giornata, almeno, un litroe mezzo/due di acqua. «La maggior parte delle persone tende a sottovalutare il gesto del bere, ritenendolo naturale e obbligato dall’ esigenza. Non è completamente vero», fa notare infatti Antonio Gasbarrini, ordinario di Gastroenterologia all’ università Cattolica di Roma. Un esempio? «D’ estate negli anziani la soglia della sete è molto più alta del normale e ciò comporta un maggior rischio di disidratazione e di tutta una serie di squilibri che possono portare anche al decesso in casi estremi». Più in generale non bere quanto si dovrebbe può causare, chiarisce il gastroenterologo, «problemi più comuni come la stipsi, bruschi cali pressori, vertigini, sopore e senso di malessere-stanchezza». Per questo, spiega Gasbarrini, «in linea generale, si raccomanda di bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno. Si usa proprio l’ indicazione "almeno" perché è estremamente difficile bere un quantitativo d’ acqua eccessivo e dannoso. Ovviamente parliamo di soggetti sani». Mentre ci prepariamo ad accogliere, giovedì, la "Giornata mondiale dell’ acqua", Marsiglia ha ospitato, la scorsa settimana, il sesto Forum internazionale alternativo dedicato sempre all’ oro blu e sempre da giovedì saranno online su federutility.it i parametri fisico chimici dell’ acqua di rubinetto, un’ iniziativa di trasparenza dei gestori dei servizi idrici. Due eventi importanti per un bene sempre più prezioso intorno al quale non ruotano solo interessi ma anche raccomandazioni nutrizionali. Per nulla scontate. Come quelle contenute nella Piramide dell’ idratazione suggerita per la popolazione adulta sana stilata da undici specialisti tra cui Michelangelo Giampietro, nutrizionista, medico dello sport e docente del Coni: «Il nostro corpo è composto dal 65-70 per centoa seconda l’ età, di acqua». Nella piramide, spiega, «abbiamo indicato un fabbisogno minimo giornaliero da soddisfare solo con acqua di almeno un litro, tenuto conto che molti bevono anche altre bevande. Comunque al primo posto e la parte più consistente di liquidi deve essere assunta proprio dall’ acqua, poi da bevande come tè, decaffeinato, orzo, infusi, a seguire latte, centrifugati, caffè senza zucchero, bevande saline per sportivi e per ultime le altre bibite non alcoliche». Pubblicata sul magazine dell’ Adi e commissionata da una nota marca di tè, la Piramide nasce da uno studio completo su cosa ogni giorno beviamo, cosa evitare, cosa preferire per mantenerci non solo in forma ma anche sani. Acqua al primo posto dunque, ma quale tipo? Perché il dilemma tra quella del rubinetto di casa e le tante minerali (oltre 300 le marche in Italia) resta sempre in piedi. E non solo per questioni legate ai costi. Se da una parte la Coop ha avviato a Ferrara, Modena e Bari una campagna nei supermercati sulla "carta d’ identità" dell’ acqua che sgorga in quelle città, Ettore Fortuna, presidente di Meneracqua (federazione che raggruppa le industrie di acque minerali), fa notare come «la molteplicità dei tipi e le etichette su ognuna possono essere un valido aiuto per i consumatori, specie per chi soffre di alcune patologie, bambini e anziani». E gli fa eco Matteo Vitali, professore associato di Igiene alla Sapienza di Roma e membro del comitato scientifico della Fondazione Acqua: «Il 50 per cento della popolazione non accede all’ acqua nel mondo. In più le acque potabili per essere rese tali subiscono alcuni trattamenti. Ma sono tutte e due controllate attentamente: in alcuni casi l’ acqua dei nostri rubinetti non sempre ha la stessa composizione mentre quella in bottiglia è sempre uguale. Quale scegliere dunque? Quella che ci piace di più mentre se si hanno dubbi meglio rivolgersi al proprio medico di famiglia o a uno specialista».