Andrea Morigi, Libero 20/3/2012, 20 marzo 2012
Il nazi in scooter figlio della Francia che odia i religiosi – Che, proprio nella patria della laicità, gli ebrei siano diventati il bersaglio di un commando armato deve suscitare preoccupazione e sconcerto
Il nazi in scooter figlio della Francia che odia i religiosi – Che, proprio nella patria della laicità, gli ebrei siano diventati il bersaglio di un commando armato deve suscitare preoccupazione e sconcerto. Eppure la condanna si può esprimere anche senza troppa sorpresa, per non limitarsi a catalogare la strage di ieri alla scuola ebraica di TolosaOzar Hatorah come il “gesto di un pazzo” oppure fra gli “episodi isolati”. Non è successo per caso che il trentenne Yonathan Sandler, insegnante franco-israeliano originario di Gerusalemme, i suoi due figli Aryeh di 6 anni e Gabriel di 3, e la figlia del preside dell’istituto bambina di 8 anni, Miriam Monsonego, siano stati crivellati a colpi d’arma da fuoco. Per andare oltre lo sdegno, serve un’analisi attenta della realtà, che spieghi in quale clima si è prodotta la violenza assassina. Gli ultimi dati ufficiali sui crimini causati dall’odio razziale, etnico o religioso, comunicati dalla Francia all’Osce e relativi al 2010, appaiono già abbastanza significativi per far risuonare un segnale d’allarme: 1.778 condanne penali per crimini commessi per motivi di razzismo, di cui il sette per cento, cioè 125, sono stati commessi per odio antisemita. E, almeno in un caso, si trattava di un tentato omicidio. Il Servizio di protezione della comunità ebraica calcolava invece per lo stesso periodo un omicidio, 56 attacchi fisici (di cui sei con gravi conseguenze), otto casi di rogo, 66 di danni alle proprietà e 168 scritte ingiuriose su proprietà o luoghi di preghiera ebraici. C’è qualcosa che non funziona, Oltralpe, nel rapporto con gli ebrei, se fra il 2004 e il 2010 lo Stato ha speso 15 milioni di euro per finanziare la prevenzione di atti a carattere antisemita e non è servito a nulla. Del resto, si tratta più in generale di un’intolleranza che coinvolge la funzione sociale della religione. E vale per tutte le confessioni, se è vero che sono stati colpiti anche 40 fra luoghi di culto e cimiteri musulmani, mentre l’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani riferisce di numerosi casi di profanazione di cimiteri cattolici che, secondo un’inchiesta dei servizi d’informazione della Gendarmeria Nazionale, ammontano a 214, mentre risultano 308 le profanazioni di cappelle e gli atti di vandalismo verso altri monumenti religiosi. È una questione irrisolta, a livello istituzionale prima ancora che nella realtà sociale. La Francia rappresenta l’unico caso in Occidente in cui è stata istituita una “missione” governativa di vigilanza e di lotta contro le derive settarie, che dal 2002, anno della sua fondazione, ha posto sotto sorveglianza decine di nuovi movimenti religiosi, con il pretesto di impedire il “lavaggio del cervello”. È l’eredità dell’illuminismo e della rivoluzione del 1789, che allora portarono al patibolo migliaia di religiosi e ora vede prevalere il sospetto verso le realtà religiose non del tutto riconducibili ai principi repubblicani. Così, ogni tanto, spuntano proposte di istituire commissioni parlamentari d’inchiesta sulle pratiche “fondamentaliste e settarie nelle scuole private”. Nel mirino, grazie ad alcuni servizi giornalistici e televisivi particolarmente ostili, rientrano alcune istituzioni educative della Chiesa cattolica, ma anche dei Fratelli di Plymouth, cristiani protestanti, degli ebrei ortodossi e dei musulmani fondamentalisti. Se si propaganda l’idea secondo cui la religione è un pericolo, è piuttosto naturale che qualcuno pensi a neutralizzarne la minaccia.