Alessandro Dell’Orto, Libero 20/3/2012, 20 marzo 2012
Memorie di un naufragio Capitan Codardo si fa la pensione d’oro – Ci mancava solo il libro. Già, dopo la tragedia, i morti, l’inchino, le polemiche, le registrazioni telefoniche diventate tormentoni («Salga a bordo, cazzo!»), le foto ricordo, i pettegolezzi e il processo show, l’unica cosa della quale non sentivamo il bisogno era un libro che raccontasse la drammatica notte del 13 gennaio scorso, quella in cui la nave Costa Concordia è affondata all’isola del Giglio e 32 persone (su 4000 passeggeri a bordo) sono morte
Memorie di un naufragio Capitan Codardo si fa la pensione d’oro – Ci mancava solo il libro. Già, dopo la tragedia, i morti, l’inchino, le polemiche, le registrazioni telefoniche diventate tormentoni («Salga a bordo, cazzo!»), le foto ricordo, i pettegolezzi e il processo show, l’unica cosa della quale non sentivamo il bisogno era un libro che raccontasse la drammatica notte del 13 gennaio scorso, quella in cui la nave Costa Concordia è affondata all’isola del Giglio e 32 persone (su 4000 passeggeri a bordo) sono morte. No, non sentivamo proprio il bisogno di un libro, soprattutto se a scriverlo sarà lui, il Comandante Francesco Schettino detto Capitan Codardo, 52 anni e viso abbronzato, personaggio controverso, inaffidabile, discutibile, sbruffone e arrogante. Uno che dopo il caos combinato due mesi fa è agli arresti domiciliari e – secondo i calcoli della Procura di Grosseto – rischierebbe 2.697 anni di carcere (15 anni per omicidio colposo plurimo, 10 anni per disastro da naufragio e 8 anni per ciascuno dei passeggeri abbandonati e morti in conseguenza del naufragio: considerando che le vittime sono 34 e 300 sono i passeggeri abbandonati nella notte nella nave, si arriverebbe a quella cifra!), ma anziché vergognarsi e starsene buono, pensa a come rifarsi un’immagine e il conto il banca. L’INTERROGATORIO Appunto, ecco perché – secondo quando raccontato da persone vicine alla famiglia e riportato sul quotidiano “Il Mattino” – Schettino avrebbe deciso di prendere in mano la penna (sperando che la sappia usare meglio del timone) per raccontare la sua versione di quella drammatica notte in mare. Un vero e proprio memoriale e l’idea di mettere tutto per scritto – al Comandante –sarebbe venuta proprio dopo l’arresto dello scorso 17 gennaio, durante l’udienza di convalida del fermo. La manovra dell’inchino e l’impatto con gli scogli, i contatti con l’unità di crisi della Costa e la telefonata col comandante Gregorio De Falco (capo della sala operativa della Capitaneria di porto), il presunto abbandono della nave e l’arrivo sulla terraferma: Schettino vorrebbe iniziare il suo libro proprio da questi momenti su cui tanto si è discusso in questi mesi. Per fare chiarezza e urlare a tutti: “Non sono Capitan Codardo”. DONNE E GOSSIP Ma non solo questo, ovvio. Nelle pagine stese dal Comandante troveranno spazio (perché anche le vendite e il gossip hanno le loro regole di mercato...) pure nuove rivelazioni sui rapporti con gli ufficiali della Concordia e, soprattutto, con Domnica Cemortan, la ballerina moldava di 24 anni che ha più volte dichiarato – ma poi più volte ha anche smentito – di aver intrattenuto una relazione sentimentale con il Comandante della Costa Concordia (pochi giorni fa, a 20 metri di profondità, nella cabina di Schettino sono state trovate anche un paio di scarpe da sera da donna: quelle di Domnica «costate un occhio della testa »). Ora, la domanda che tutti ci facciamo - dopo aver espresso perplessità sul fatto che proprio chi ha causato l’incidente sia pronto a speculare su una tragedia con tanti morti – è semplice: chi finanzierà il libro di Schettino? Beh, secondo quanto trapela da ambienti vicini a lui, a pubblicare il memoriale sarebbe un giornalista- editore statunitense e la scelta di rivolgersi all’estero, probabilmente, sarebbe dettata dall’avversione che il Comandante ha maturato, in questi mesi, nei riguardi della stampa italiana per essere stato bersaglio, secondo il suo parere, di attacchi violenti e pretestuosi. Sarà. La pubblicazione, comunque, dovrebbe avvenire a processo concluso e non è escluso che Schettino si serva delle pagine scritte finora – nella sua casa di vico San Cristoforo, nel cuore del centro storico di Meta dove è agli arresti domiciliari - per difendersi davanti ai magistrati del tribunale di Grosseto. In attesa, dopo il libro, chissà, magari di girare un film. O, ancor peggio, di ispirare un reality show...