SANDRO CAPPELLETTO, La Stampa 20/3/2012, 20 marzo 2012
Grecia, la crisi brucia anche la cultura - Dimitra Theodossiou, cantante: «Mio padre mi ha lasciato in eredità due negozi in città
Grecia, la crisi brucia anche la cultura - Dimitra Theodossiou, cantante: «Mio padre mi ha lasciato in eredità due negozi in città. Da mesi nessuno li affitta. Ho detto al Comune: vi do le chiavi, fateci entrare la gente che non ha più casa e non sa dove dormire. Ci vivono sessanta persone, trenta per ogni negozio. Vergogna: noi greci siamo in tutto dieci milioni di persone e i nostri “fratelli” della Comunità Europea non ci hanno voluto aiutare!». Myron Michailidis, direttore d’orchestra e direttore artistico dell’Opera Nazionale di Atene: «In tre anni il contributo dello Stato al teatro è sceso da 33 a 16 milioni di euro. Abbiamo fatto contratti più flessibili ai nostri dipendenti, riorganizzato i turni di lavoro, ridotto il costo dei biglietti, produciamo spettacoli per bambini e famiglie con ingresso a dieci euro. Ma ogni giorno è più difficile continuare». Jannos Eolou, compositore, soprattutto di musica per film: «L’industria nazionale del cinema è ferma. Dischi non se ne vendono, perché i ragazzi scaricano la musica da Internet. Chi assisteva a venti concerti l’anno, adesso non arriva neppure alla metà. Mi dite come facciamo a vivere? C’è solo una notizia positiva: di fronte alla crisi, la gente non ne vuole più sapere delle stupidaggini della televisione, del “glamour” e del “gossip”. Il pubblico chiede meno esteriorità e più serietà, per sollevare lo spirito, per ricordare che la bellezza continua ad esistere». Istantanee da Atene al tempo del default. Il paese che ha narrato i miti fondanti della nostra cultura, adesso sacrifica ad altre divinità: le banche, il debito, lo spread, il piano di rientro. «Sono dei crudeli», dice Eolou. «Esigono sacrifici umani». Il cartellone dell’Opera Nazionale, teatro inaugurato nel 1940, pochi mesi prima della dichiarazione di guerra dell’Italia alla Grecia, è pieno di date vuote. L’Elisir d’amore lo scorso novembre, poi La ragazza di Creta , un’operetta di Spyros Samaras, Un ballo in maschera di Verdi, Faust di Gounod, Die Flut , opera contemporanea di Boris Blacher. Soltanto cinque titoli lungo un’intera stagione. «E la prossima probabilmente sarà ancora più ridotta», commenta Michailidis. «Cerchiamo comunque di salvare alcune recite degli spettacoli estivi nei teatri di Erode Attico e di Epidauro, dove vengono molti turisti». Meravigliosi anfiteatri all’aperto, dall’acustica perfetta, dove cantò prima giovanissima e poi diva universale Maria Kalogeropoulos, la Callas. «Non basta ridurre i cachet, ormai siamo al punto che saltano contratti già firmati. La nostra gente non si era mai confrontata con il dramma del suicidio, adesso non passa giorno senza che arrivi notizia, anche nel nostro ambiente, di amici, di conoscenti che si tolgono la vita», racconta la Theodossiou. Indomabile oppositore dei «sacrifici» richiesti ai greci, è ancora una volta Mikis Theodorakis. Il musicista che ha creato tra tanti altri titoli - la colonna sonora di Zorba il Greco , ha infiammato l’orgoglio degli artisti scrivendo una lettera aperta al suo popolo, rivolta contro gli ultimi governi greci e contro le decisioni prese dagli organismi finanziari internazionali: «Esiste un complotto che ha l’obiettivo di cancellare il mio Paese e ora sta cercando di cancellarci anche materialmente con la mancanza di lavoro, la fame e la miseria... Per quanto riguarda l’Europa, suggerisco che noi si smetta di comperare materiale bellico dalla Germania e dalla Francia, e che si faccia tutto il possibile in modo che la Germania ci versi i debiti di guerra che ci deve e che ammontano - allo stato attuale e tenendo conto anche degli interessi relativi - a circa 500 miliardi di euro... Ho 87 anni, non riuscirò a vedere la salvezza della mia amata patria. Ma morirò con la mia coscienza tranquilla, perché continuo a fare le mie battaglie per gli ideali della Libertà e del Diritto fino alla fine». Eolou, che ha la metà degli anni di Theodorakis, guarda al futuro in modo più pragmatico: «Sappiamo che non ci sarà più l’aiuto dello Stato, o in ogni caso sarà molto ridotto. Noi artisti dobbiamo diventare manager di noi stessi, è un cambio di mentalità radicale, ma inevitabile». E siccome la realtà è sempre complessa, al teatro dell’opera sono in visione i disegni che Renzo Piano ha realizzato per il nuovo Centro Culturale Greco. Costo 550 milioni di euro, interamente finanziati dalla Fondazione privata Stavros Niarchos; inaugurazione prevista per il 2015. Vi troveranno nuova sede la biblioteca nazionale e il teatro dell’opera: «Mi sono ispirato al mare, alla calda brezza di Atene, alla sua luce. Sarà una struttura a zero emissioni, in grado di esprimere movimento ed energia», ha dichiarato l’architetto genovese. «Ma intanto, come faccio a programmare la prossima stagione?», domanda uno smarrito Michailidis.