Fabio Poletti, La Stampa 21/3/2012, 21 marzo 2012
Il suo nome è Colombo, Mario Colombo, assessore alla Cultura e alla caccia della Provincia di Como con licenza di uccidere i piccioni
Il suo nome è Colombo, Mario Colombo, assessore alla Cultura e alla caccia della Provincia di Como con licenza di uccidere i piccioni. Dopo aver scoperto che su quel ramo del lago di, proliferano gli odiosi pennuti, Mario Colombo si è inventato il killeraggio legalizzato. Con apposito corso ha diplomato ottanta cacciatori che dotati di doppietta e patentino potranno essere chiamati da agricoltori e allevatori a fare piazza pulita. «Se li uccidono è meglio, ma va bene pure se li spaventano e li dissuadono a tornare nei terreni», non si sbilancia questo assessore della Lega, cattedra all’Università di Milano in Apidologia e lotta integrata biologica - e che altro se no? fautore della tolleranza zero contro i piccioni, che vorrebbe cacciare dal suo territorio, vivi o morti. «Abbiamo provato con i bocconi avvelenati e con i cannoni dissuasori. Questa è l’ultima ratio», non si arrende l’assessore leghista che una parte dei trecentomila fucili di Umberto Bossi per fare la Padania, li ha arruolati per andare alla guerra contro i piccioni. Sull’opportunità di questa iniziativa c’è ovviamente qualche dubbio. Antonio Delle Monache, coordinatore regionale delle guardie venatorie del Wwf per la Lombardia, fa lo scettico blu: «Non sono contrario al mantenimento controllato della popolazione dei piccioni. Ma il problema c’era già a ottobre. Perché intervenire ora quando i piccioni si stanno riproducendo e hanno i piccoli da nutrire? Senza contare il problema sicurezza, con tutte quelle persone armate, che non sono pubblici ufficiali, in giro per le campagne». Nessun dubbio nel bocciare il provvedimento, lo ha invece l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, che ha deciso di rivolgersi alla magistratura e denunciare l’assessore con licenza di uccidere per maltrattamento di animali, articolo 554 del codice penale: «Un’iniziativa assurda. Lo sterminio dei piccioni va fermato. E poi è davvero necessario in questi momenti di crisi spendere soldi, pochi o tanti che siano, per addestrare e diplomare cecchini con lo scopo di uccidere i volatili?». Nemmeno le cannonate smuoverebbero l’assessore. Figuriamoci un po’ di polemiche. «Ogni volta che piccioni, cervi o cinghiali provocano danni, la Provincia deve risarcire. A questo punto era necessario passare al controllo numerico del piccione», assicura questo assessore dal grilletto facile. Pure un po’ stupito da tante polemiche: «Quando ci sono troppi scarafaggi o topi non si fanno le disinfestazioni? Perché stupirsi di questa iniziativa che ha nel mirino i piccioni, razza infestante e difficilmente controllabile in altro modo?». Il proliferare della specie per l’assessore Mario Colombo ha però un’unica origine: «Il problema principale è l’animale uomo che con i suoi comportamenti, con la sovrabbondanza di cibo facilmente reperibile, ha danneggiato l’ecosistema bloccando l’autoregolamentazione naturale di certe razze animali». E allora non resta che armare i cacciatori e sterminare i piccioni. Un problema, sembra di capire, serissimo dalle parti di Como. Così tanto serio che l’assessore Colombo non ammette le fin troppo facili ironie che accompagnano la sua iniziativa: «E comunque smettiamola di dire che c’è un Colombo che fa la guerra ai piccioni».