Daniele Lepido, Il Sole 24 Ore 20/3/2012, 20 marzo 2012
IL CROLLO DEI PERSONAL COMPUTER - È
un calo brusco ma non inaspettato quello che, secondo i dati Istat, ha colpito nell’ultimo anno i produttori di computer made in Italy. Per l’istituto di statistica, infatti, in dodici mesi (da gennaio 2011 a gennaio 2012) tutta la manifattura legata ai Pc, insieme con i prodotti di elettronica, ottica, gli apparecchi elettromedicali e di misurazione, ha subìto un importante stop: -11,2% per quanto riguarda i ricavi, -9% sugli ordinativi.
Le imprese non sono stupite, consapevoli che ormai da anni Cina, Taiwan e Vietnam siano le mete preferite imposte dal mercato per il comparto hi-tech. Paradossalmente a rallentare la proponsione all’acquisto di nuovi Pc è stata una delle nuove promesse dell’It, il cloud computing, la tendenza a far "migrare" online prodotti e servizi che un tempo risiedevano nel computer sotto la scrivania. Le aziende stanno studiando il rapporto costi/benefici della "nuvola", che in generale può produrre risparmi nella spesa legata all’Information technology anche nell’ordine del 60-70 per cento.
«Purtroppo quella della manifattura è una battaglia che abbiamo perso anni fa – sostiene Andrea Farina, presidente e amministratore delegato del gruppo Itway, società quotata in Borsa che si occupa, tra le altre cose, di piattaforme tecnologiche per le aziende – ma in realtà i dati dell’Istat riguardano anche altri settori e se si parla solo d’informatica si scende a una decrescita del 3-4 per cento. Questi cali dell’It derivano dal fatto che in Italia non c’è spinta alla digitalizzazione, anche a livello di Governo centrale e nonostante l’Esecutivo Monti stia cercando di portare il tema al centro di tutte le agende».
Un’azienda che ha cercato di riposizionarsi e che ha visto comunque nel tempo un forte ridimensionamento dei ricavi (dai 28 milioni del 2010 ai 10 milioni dell’anno scorso) è la Ergo Italia, che ora produce Pc a tablet per le scuole.
«È incredibile come, a livello di sistema, non si comprenda il nesso tra digitalizzazione e incremento del Pil – racconta il presidente Alfredo Manzo – senza contare tutto l’anacronismo dei pagamenti ritardati». La Ergo, spiega ancora Manzo, negli ultimi sei mesi si è aggiudicata delle gare per la pubblica amministrazione pari a 26 milioni di euro, «ma stiamo assistendo a un ritardo considerevole dell’erogazione di queste risorse, tanto che fino a oggi abbiamo incassato non più di un milione di euro».
In realtà qualcosa è stato fatto. Paolo Castellacci, numero uno della Sesa Spa (830 milioni di consolidato e quasi 1.100 dipendenti, ricorda che «la detraibilità dell’Irap ci ha permesso di risparmiare quasi mezzo milione di euro».