Nanni Delbecchi, il Fatto Quotidiano 20/3/2012, 20 marzo 2012
PIPERNO, PIGI E LE PEGGIORI INTENZIONI
Quali sono le reali intenzioni di Pierluigi Battista nei confronti di Alessandro Piperno? Non così evidenti come potrebbe parere a prima vista, dopo la lettura dell’epicedio apparso sul Corriere della Sera di ieri, dal titolo “Quel grande scrittore che non scala le vette”. Apparentemente l’editorialista del quotidiano milanese si avvicina a Piperno (a sua volta collaboratore di punta del Corriere medesimo), con le migliori intenzioni. Non si limita a definirlo un bravo scrittore, ma addirittura un grande scrittore, senza tuttavia spiegare il perché. Per lui la grandezza di Piperno è un dogma, al punto da avere generato “una setta di pro Piperno”, una “confraternita ultrà di Piperno”, in cui Pigi Battista, ovviamente, deve avere un ruolo di rilievo. Immaginiamo i raduni degli ultrà armati di maracas, bandiere e striscioni: “Piperno sei tutti noi”. Apparati suggestivi che però, nonostante le migliori intenzioni, rischiano di trovare spalti deserti.
INFATTI, comedenunciatodalpezzo,laconfraternita vive tempi difficili. Il suo beniamino non decolla nelle classifiche, anzi, sprofonda ogni settimana più in basso. Ripiegati gli striscioni, gli ultrà passano le giornate a interrogarsi sul perché di questa macroscopica ingiustizia letteraria. Su come sia possibile che tanta gente entri in libreria e ne esca senza avere acquistato l’ultimo Piperno come nulla fosse, senza il minimo senso di colpa. Ma come, non si vergognano? Quantoaicritici,deveessercisottounacongiura, come si ricava dall’“ostilità cocciuta” rilevata da Fra’ Pigi. Peccato che anche qui Battista non citi unsoloesempio.Saremmostaticuriosidisapere chi ha stroncato l’ultimo romanzo di Piperno, perché noi abbiamo visto solo recensioni favorevoli, a cominciare da quelle del Corriere.
Insomma, dogmi a parte, più Battista insiste nel sillogismo, più la sua tesi risulta debole, essendo la storia della letteratura affollata di scrittori eccelsi che non vendevano proprio perché erano eccelsi, e di mediocri divenuti campioni di incasso proprio perché mediocri. Quello che invecenonsieramaivistoèilcasodiunoscrittoreosannato preventivamente fin dal suo debutto, razziatore di premi, accolto come un classico sul primo quotidiano d’Italia, generatore di sette, fomentatore di ultrà, dispensatore di sensi di colpa (che lettore sei, se non ti piace Piperno?). E che, nonostante tutto ciò, non c’è verso di schiodare dai bassifondi delle classifiche. Incredibile ma vero: anche il marketing e le lobby, in qualche raro caso, fanno cilecca. Ecco, allora, il dubbio. Siamo sicuri che quelle di Fra’ Pigi siano proprio le migliori intenzioni? L’articolo suona la tromba o scava la fossa? A volte una cosa non esclude l’altra,comedimostradasemprelostoricomaestrodiBattista, Giuliano Ferrara. Non solo. Nel dichiarare il suo entusiasmo per Piperno, Fra’ Pigi insiste sui “personaggi portati a vedere sempre il lato peggiore e addirittura meschino delle cose... tutti danno il peggio di se stessi, immersi in un tormento macerante”. Un mondo in cui, evidentemente, il confratello si riconosce. Ma se, da emulo del suo idolo, a muoverlo sono state le peggiori intenzioni, dobbiamo ammettere che ne è stato all’altezza. Dopo un elogio come questo, sfidiamo a rialzarsi Lazzaro in persona.