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 2012  marzo 18 Domenica calendario

STUDIARE O FARE UNO SHOW

Alan Bennett – passato di studente e insegnante di storia medievale – ci mette di fronte al processo di spettacolarizzazione che la storia ha subito. Iniziato quando lui era studente e aveva vinto una borsa per Oxford rispondendo all’esame «con un’impronta giornalistica». Mentre aumentava l’interesse per la storia sui giornali e in televisione, è nato un nuovo tipo di storico – «se la tira moltissimo» scrive Bennett – che riesce ad attirare l’attenzione del pubblico attraverso la polemica, divenuta il leitmotiv dei discorsi storici: «Un sorriso sprezzante è sempre in agguato, la nota di scherno è perenne, forse per l’abitudine alla contesa».
Così, nella sua commedia, il professore alla moda, Irwin, incita gli studenti a un approccio a tutti i costi originale: «Se volete capire Stalin studiate Enrico VIII. (...) Mollate il branco, siate provocatori. Oggi la storia non ruota intorno alle convinzioni. È performance, è spettacolo. E quando non lo è fate in modo che lo diventi».
Questo tipo di approccio, così volutamente anticonformista da essere diventato conformista, diventa l’unica modalità accettata nei confronti di una materia che ai ragazzi di oggi sembra sempre più ostica: molti studenti pensano, come uno dei protagonisti, Rudge, «che la storia è una serie di stronzate messe in fila». Conviene allora trasformarla in uno spettacolo dissacrante piuttosto che cercare un senso al suo interno, o, peggio ancora, darne un giudizio morale. A ricordare l’antica ma ormai abbandonata prassi del giudizio ideologico è rimasta solo una donna, la professoressa Lintott, che non ottiene l’interesse dei ragazzi, anche se osa denunce aperte: «La storia, per le donne, non è un divertimento come per gli uomini. E perché dovrebbe esserlo? La storia è il commento alle varie e continue incapacità degli uomini. È la processione delle donne che li seguono col secchio e lo straccio». Così, in una società in cui tutto diventa spettacolo, l’ironia di Bennett denuncia la brutta fine fatta dalla storia. Sintomo di un più generale disinteresse verso ogni ricerca di senso e ogni sforzo di interpretazione che abbia a che fare con la ricerca della verità. Alan Bennett, Gli studenti di storia, traduzione di Mariagrazia Gini, Adelphi, Milano, pagg. 178, € 12,00