Claudia Galimberti, Il Sole 24 Ore 18/3/2012, 18 marzo 2012
VILLABRUZZI, DOVE IL DENARO NON AVEVA CITTADINANZA
Era il tramonto di una giornata calda, e solo allora si sentiva un po’ di frescura. La sera era il momento ideale per uscire di casa e incontrarsi allo spaccio: siamo a Villabruzzi, il Villaggio Duca degli Abruzzi, a circa cinquanta chilometri da Mogadiscio.
È il 1964, la moneta elettronica non esiste e per la prima volta esperimento una forma di economia nella quale non circola denaro. Nel piccolo spaccio dove gli abitanti fanno la spesa, la cassa è formata solo da un’ordinata tabella: i clienti scrivono l’ammontare della spesa, ma non pagano. Alla fine del mese il loro debito sarà scalato dallo "stipendio" (vedi sotto) e così per le bollette della luce, per i libri di lettura, per la scuola, per i biglietti del treno che porta direttamente a Mogadiscio, un trenino a scartamento ridotto costruito dal Duca degli Abruzzi e i cui binari sono stati divelti circa venti anni dopo, nel corso dei primi movimenti rivoluzionari che hanno interessato tutto il Corno d’Africa.
Tornando alla mancanza di contanti, devo dire che vigeva una sorta di raffinato baratto. Merce contro lavoro: il lavoro era quantificato secondo la mansione e le ore impiegate e dava diritto a un tot di "servizi." Quello che avanzava, perché non tutti usavano l’ammontare stabilito, andava in una sorta di fondo di solidarietà, una quantità di quote di servizi che si potevano redistribuire a chi era in debito, per quel mese. Un po’ come il sistema del monte ore che funziona in alcune aziende, quando per godere di alcuni permessi urgenti per motivi di famiglia, le donne (o gli uomini) possono usare le ore che loro stesse, o colleghi, hanno effettuato in più e lasciato come eredità per tutti.
Una cosa è certa: in quel villaggio, bianchi e neri andavano tutti d’accordo pur nelle diverse funzioni. Probabilmente l’economia si reggeva sulla reciproca fiducia e funzionava perché il villaggio era piccolo e il lavoro era tanto: si coltivavano banane e canne da zucchero, e si produceva la melassa, primo prodotto delle canne.
Oggi possiamo ricordare l’esperienza della cooperativa "Capitol Hill baby-sitting", citata dal premio Nobel dell’economia Paul Krugman come un esempio positivo, per capire i meccanismi della trappola della liquidità. In che cosa consisteva la novità di questa cooperativa? Un gruppo di genitori si era organizzato per potersi scambiare il servizio di babysitting: la cooperativa stampava e distribuiva dei certificati per ogni ora di babysitting effettuata, così che ogni famiglia potesse poi spendere quei certificati e avere le stesse ore in cambio. Una sorta di baratto tra famiglie: io faccio da babysitter a te, e tu lo fai a me. Per ragioni varie, a un certo punto il numero dei coupon in circolazione era diminuito: ogni coppia voleva, avendo pochi coupon, riservarli per serate speciali e dunque diminuivano le occasioni di fare e di ricevere il servizio. Che cosa pensarono i membri della cooperativa? Semplice, stamparono più certificati, così crebbe la voglia di uscire e si mise in marcia un circolo virtuoso: più uscite, più babysitting, più persone contente, quelle che uscivano e quelle che accumulavano crediti per le loro prossime uscite. Una storia che insegna come senza moneta sonante si può organizzare una attività con reciproca soddisfazione: in pratica tutti diventano clienti e tutti fornitori.