Maurizio Molinari, La Stampa 14/3/2012, 14 marzo 2012
ZINGARA
Per due anni Richard Nixon corteggiò la futura moglie, Thelma Catherine Ryan detta Pat. L’incontro avvenne nel 1938: entrambi furono selezionati per il cast del lavoro teatrale The Dark Tower a Whittier, in California (così lui descrisse il giorno in cui la conobbe: «Qualcosa di elettrico era nell’aria a Whittier, quando vidi una zingara irlandese che emanava gioia e bellezza»). Cominciò da subito a mandarle lettere romantiche, subissandola di inviti: «Voglio vederti e stare con te ogni giorno e ogni notte». Presto arrivarono anche le proposte di gite domenicali: «Andiamo sulle montagne durante i fine settimana, leggiamo assieme dei libri di fronte al falò, ma soprattutto cresciamo assieme e troviamo in noi quella felicità che possediamo». Ogni volta che si rivolgeva a Pat non scriveva «You» bensì il più formale e poetico «Thee». Certe volte per farle capire l’intensità dei suoi sentimenti le parlava in terza persona: «Quando il vento soffia, la pioggia cade e il Sole risplende attraverso le nubi, egli si rende conto che niente di tanto delizioso è mai successo, a lui o a chiunque altro, come innamorarsi di Te, mio cuore più caro». Molto ironiche le risposte della ragazza, come quando a un accorato interrogativo di lui («ti rivedrò a settembre? forse...») replicò: «Se non ci vediamo prima che ne dici di passare mercoledì sul presto, così vedo se riesco a cucinarti un hamburger?». Nel 1940 Nixon si decise a chiederle la mano: le diede l’anello di fidanzamento mentr’erano in macchina, parcheggiati sulla scogliera di Dana Point, a picco sull’Oceano Pacifico.