Aldo Grasso, Corriere della Sera 18/03/2012, 18 marzo 2012
LA NUOVA COSTAMAGNA PER ORA NON CONVINCE - E’
iniziato la settimana scorsa «Robinson» (venerdì, ore 21.10), il nuovo programma di Luisella Costamagna, approdata su Raitre dopo che La7 l’ha inspiegabilmente sostituita con Nicola Porro alla conduzione di «In onda». La Costamagna ha gestito l’intero affaire con dura eleganza: poche polemiche, si è subito rimessa al lavoro. In «Robinson» però c’è qualcosa che non funziona.
Lo stile di conduzione di Costamagna si galvanizza nel confronto con uno sparring partner, un antagonista molto diverso da lei: l’alchimia con Luca Telese funzionava così bene perché lui la esasperava, le faceva perdere il controllo e la differenza caratteriale si traduceva in una vivacità di cui beneficiava tutto il programma.
Da sola invece stenta, tende a cedere a quella rigidità sabauda, tendenza Fornero, che fa subito maestrina e che penalizza soprattutto i momenti più leggeri. D’altronde si vede che Luisella è una sgobbona: precisa, molto self control. L’altra sera ci ha provato a dare del tu a Lino Banfi, ma il «lei» sfuggiva qua e là freudianamente, fino a dilagare sul finale.
Nella prima puntata si è fatta persino mettere all’angolo da Mara Carfagna, incalzata molto di più di quanto Luisella abbia poi fatto con Oliviero Toscani, che ci ha spiegato come la tv demenziale e la crisi del bello siano i veri problemi che dovrebbero preoccuparci, altro che la benzina e le pensioni! Il problema più grande di «Robinson» è che il programma sembra non aver ancora trovato la sua vera vocazione: per non scontentare nessuno mette insieme un po’ di tutto nella formula del talk contenitore.
Una spruzzata di «Invasioni», una presina di «Presa diretta» con le inchieste di Domenico Iannacone, un mood alla Fazio con l’ironia frusta di Cornacchione. Ci sono anche le battute pungenti del blog Spinoza, per strizzare l’occhio agli opinion leader del web. Ma l’identità resta incerta, il risultato finale poco convincente.
Aldo Grasso