Cinzia Scaffidi, La Stampa 18/3/2012, 18 marzo 2012
Ogni tanto il Ministro dell’ Ambiente butta lì una dichiarazione pro-Ogm, come se non comprendesse l’importanza di questo argomento, come se fosse di sua esclusiva competenza e come se gli Italiani non avessero già detto chiaramente come la pensano
Ogni tanto il Ministro dell’ Ambiente butta lì una dichiarazione pro-Ogm, come se non comprendesse l’importanza di questo argomento, come se fosse di sua esclusiva competenza e come se gli Italiani non avessero già detto chiaramente come la pensano. Per giunta il Ministro Clini, membro del «governo dei professori», parla come uno studente molto impreparato: confonde tra loro tutte le biotecnologie (tra le quali rientra un’operazione come mettere il caglio nel latte per fare il formaggio) e, parlando di Ogm (un tipo di ingegneria genetica ricombinante), si ritrova a parlare di mutagenesi (una mutazione spontanea o indotta in una molecola di Dna) o di incroci tradizionali (quelli che gli agricoltori praticano da millenni per migliorare le varietà). Menziona quindi uno studio giapponese che nulla ha a che fare con gli Ogm, e poi butta in mezzo al discorso alcuni prodotti simbolo del Made in Italy: il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano, il basilico ligure, il vitigno Nero d’Avola, la cipolla rossa di Tropea, facendo credere che sono anch’essi organismi geneticamente modificati. Perché un ministro della Repubblica fa questo gioco pericoloso, che rischia di far pensare ai consumatori che tutto quel che mangiamo è già un Ogm, e costringendo un suo collega il ministro dell’Agricoltura Catania - a intervenire in aperto dissenso con le sue dichiarazioni? Ha per caso dimenticato, il ministro Clini, che dietro ai prodotti che lui con inaccettabile sventatezza cita chiacchierando con i giornalisti, ci sono persone, culture, redditi, ci sono le storie imprenditoriali di intere famiglie e di intere aree del paese? Allora ci permettiamo di ricordargli che i consorzi a tutela di quei prodotti hanno già abbastanza difficoltà, in un mercato sempre più duro e sul quale, chi vuole giocare al ribasso fa esattamente quello che sta facendo il ministro Clini: crea panico e confusione, a vantaggio di chi non ha interesse a che il consumatore distingua, e scelga, la qualità.