Gianni Mura, la Repubblica 18/3/2012, 18 marzo 2012
Pixellare, mi dicono, è un po´ come oscurare o, comunque, rendere irriconoscibili. La Carta di Treviso, in vigore dal 1990, tutela i diritti dei minori
Pixellare, mi dicono, è un po´ come oscurare o, comunque, rendere irriconoscibili. La Carta di Treviso, in vigore dal 1990, tutela i diritti dei minori. Giusto. Ma mi chiedo se a volte non si esageri. Ad esempio, le foto degli scolari belgi vittime di un terribile incidente stradale in una galleria svizzera. Molti giornali italiani le hanno pixellate. Ma perché? Nulla poteva più condizionare o cambiare quelle vite spezzate. E forse ai genitori, ai parenti, nello strazio il rivederli com´erano stati, sorridenti, felici, sarebbe stato un piccolo conforto. Altre volte arrivano in redazione foto scattate negli ospedali infantili: c´è il campione dello sport o l´attrice famosa che posa con i piccoli degenti. Si pixella. Ma siamo davvero sicuri che ai bambini malati non farebbe più piacere una foto non ritoccata? Altro esempio: un personaggio famoso fotografato col figlioletto in braccio. Uno come Beckham, suppongo, se si fa fotografare in pubblico non ha nulla in contrario alla pubblicazione della foto. Se quella foto arriva in redazione, si pixella. Chi ce l´ha la liberatoria firmata da Beckham? Meglio non rischiare. Non so perché, ma trovo molto triste questo cancellare i lineamenti, sia pure con le migliori intenzioni. E poi parliamo dei pixellamenti mancati? Perché il bambino Filippo, tifoso dell´Inter, no? Perché i bambini afghani no? Perché no quelli africani che muoiono di fame con gli occhi pieni di mosche? Perché, dirà qualcuno, sono foto di testimonianza, destinate a smuovere le coscienze. Perché, dirà qualcun altro, dove si muore di fame non ci sono molti avvocati pronti a chiedere una paccata di dollari di risarcimento. Sempre a proposito di facce, da anni mi chiedo perché siano così pochi i tifosi violenti identificati via telecamere, di cui gli stadi dovrebbero essere pieni. S´è molto discusso ultimamente sullo striscione, argomento Pessotto, esposto a Bologna. Non era razzista, non incitava alla violenza. Era disumano, volgare, idiota e il suo ideatore, visibilissimo, lo reggeva beandosi della trovata. Sempre che sia identificato, non rischia granché. Al massimo, un Daspo per avere introdotto uno striscione non autorizzato. Va peggio a chi ricorre a una gestualità molto diffusa, un tempo, nel nord Europa. Una notizia d´agenzia di ieri dice che a Terni due tifosi accusati di aver mostrato "provocatoriamente" (le virgolette non sono mie) le natiche nelle gare al Liberati con Taranto e Avellino sono stati denunciati a piede libero dalla Digos per atti contrari alla pubblica decenza. Il questore ha inflitto due Daspo, di due e di un anno (il perché della differenza non è specificato). Sul Fatto di mercoledì una notizia curiosa. Riguarda la Clericus Cup, che si svolgerà, sempre organizzata dal Csi, senza il patrocinio del Pontificio Collegio per la cultura. In campo solo squadre di religiosi, come spettatori solo religiosi. Non sempre sereni o pronti a porgere l´altra guancia o l´altra tibia. Due anni fa, indimenticabile il quarto di finale tra Redemptoris Mater e Università Gregoriana. Un gol-non gol, espulso l´allenatore gregoriano, Ranieri, un calcione a gioco fermo che Matias Kugler, seminarista e terzino della Gregoriana, rifilò a un avversario. I dietrologi, precisa il Fatto, vedono nel mancato patrocinio un segnale di frizione tra i cardinali Bertone e Bagnasco. Non essendo un dietrologo, mi limito a riportare che i favoriti, in questa edizione, sono quelli del Verbo Incarnato di Montefiascone. Su Sw, altra notizia curiosa. Riguarda il football americano, in particolare la squadra dei New Orleans Saints. Il coordinatore della difesa, Greg Williams, aveva varato un sistema di premi, o taglie, destinati a quello dei suoi che si fosse segnalato in questa scala d´interventi: colpire molto duro l´avversario, spedirlo fuori in barella, metterlo definitivamente fuori partita. Allenatore e general manager sapevano ma non sono intervenuti. Ora si attende la stangata di Roger Goddell, commissioner della Nfl. Mentre a Cagliari le stangate di Cellino non si aspettano, tanto è inutile. Si sa che arriveranno, ma il quando lo decide lui, e volte anche il come. Stavolta, l´esonero di Ballardini e il conseguente richiamo di Ficcadenti sono comunicati lunedì. Poi, silenzio. Nel senso che Ficcadenti è arrivato, ha diretto allenamenti, tutti a porte chiuse, sarà in panchina oggi nell´anticipo all´ora di pranzo ma non è stata presentato, né ha presentato la partita. Silenzio. Ufficialmente il Cagliari non è in silenzio-stampa, ma né Ficcadenti né i giocatori in tutta la settimana sono stati autorizzati a parlare. S´è udita solo, brevemente, la voce del padrone, venerdì a Milano dopo la riunione di Lega. Ha detto che ora si sente più tranquillo di prima. Mi stupirebbe il contrario.