Adalberto Signore, il Giornale 16/3/2012, 16 marzo 2012
Berlusconi benedice il Prof, ma Tremonti resta in trincea - A rasserenare il clima in vista del vertice di maggioranza di Palazzo Chigi ci pensa qualche ora prima Silvio Berlusconi
Berlusconi benedice il Prof, ma Tremonti resta in trincea - A rasserenare il clima in vista del vertice di maggioranza di Palazzo Chigi ci pensa qualche ora prima Silvio Berlusconi. Il quale, nonostante il braccio di ferro in corso tra Pdl e Pd sui temi in agenda nell’incontro con il Presidente del Consiglio Mario Monti, non esita a ribadire pubblicamente l’intenzione di sostenere l’esecutivo. Insomma, un gesto di decisa distensione. «Dobbiamo tutti mobilitarci per ascoltare i nostri elettori - spiega l’ex premier in un messaggio inviato all’iniziativa “Politika 2.0” organizzata dai giovani del Pdl- e per spiegare loro i motivi del nostro sostegno al governo tecnico». Come a dire che l’appoggio a Monti non è in discussione anche se, rispetto alle perplessità di una parte dell’elettorato del centrodestra, è necessario che il partito s’impegni ad argomentarne le ragioni. Un’uscita, quella di Silvio Berlusconi, che arriva a poche ore dal tanto atteso vertice di maggioranza con buona pace di chi nel Pdl vedrebbe di buon grado un’opposizione più ferma e più decisa nei confronti dell’esecutivo. Tra loro, da mercoledì notte, si può ascrivere a pieno titolo un Giulio Tremonti che - ospite di Tg3-Linea notte - ha picchiato sul presidente del Consiglio e sulla sua politica economica come mai prima. «L’economia - ha detto l’ex ministro - sta andando molto indietro anche per effetto di provvedimenti sbagliati ». E ancora: parliamo di un governo che «se si guardano i decreti è molto debole». Prima di insediarsi a Palazzo Chigi, insiste Tremonti, Monti «diceva che si doveva fare di più per la crescita» e oggi è come «il venditore di almanacchi Leopardi » (quello che ogni anno annunciava grandi e future fortune per poi ricredersi l’anno seguente). E l’ex titolare dell’Economia non ha dubbi: «Sui numeri siamo alla decrescita », senza contare che «a giugno saliranno le tasse sulla casa», «a settembre l’Iva» mentre «i rincari delle bollette» sono già arrivati. Insomma, un quadro cupissimo. Peraltro condito da decreti che «sono una roba inutile» e nei quali «non si capisce niente» di cosa c’è scritto: quello sulle liberalizzazioni è come « La Patente di Pirandello», quello sulle semplificazioni porta solo «infinite complicazioni addizionali». Chiusa eloquente: e pensare che Monti «aveva detto di avere la ricetta magica ». Con un dettaglio. «Tornerà in politica?», chiede la conduttrice. Risposta tranchant: «Mi pare che ci sono! Sono qui a parlare di politica nel 2012 e ci sarò anche nel 2013». Con buona pace non solo del Cavaliere ma praticamente di tutto il Pdl. Chissà, magari sarà anche un caso. Ma ancora una volta Berlusconi e Tremonti si trovano dai lati opposti della barricata. Come quando, lo ammette lo stesso ex titolare di via XX Settembre, «a luglio scorso si sono contrapposte due diverse linee di politica economica, quella del presidente del Consiglio e quella del ministro dell’Economia», ed è questo che ha portato alla caduta del governo. Con il primo deciso a sostenere l’esecutivo Monti e il secondo che apre il fuoco come mai aveva fatto prima. Mentre, guarda un po’, nel vertice di maggioranza in corso a Palazzo Chigi fino a notte fonda, Monti, Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini sembrano trovare sostanzialmente la quadra. A tarda sera, forse, resta qualche frizione sulla riforma dell’articolo 18. Ma la sostanza è che l’intesa c’è su quasi tutto.