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 2012  marzo 16 Venerdì calendario

Come una lumaca col fiatone, Vendola dice che vuol lasciare - Come una lumaca col fiatone, come un marziano stanco di guerre stellari, anche Nichi Vendola sente «sclerotizzate», povero, le sue «antenne»

Come una lumaca col fiatone, Vendola dice che vuol lasciare - Come una lumaca col fiatone, come un marziano stanco di guerre stellari, anche Nichi Vendola sente «sclerotizzate», povero, le sue «antenne». S’appresta, minaccia, a passare il testimone. Vedi mai, sospira, che a sostituirmi sia uno «più bravo di me». Più bravo è possibile (anche al meglio, come al peggio, non c’è limite). Ma più ermetico? E più gigione? * * * Se rubano lo fanno a fin di bene, se trattano sottobanco con la mafia c’è un suo perché, se vanno in vacanza in qualche isola dei mari del sud con i soldi del partito (oppure se preferiscono spartirsene le proprietà immobiliari, per esempio a Montecarlo) lo fanno per ragioni che prima o poi, tranquilli, risulteranno perfettamente chiare. Signori, la nomenklatura italiana. * * * «Procopio di Cesarea (...) scrisse un panegirico dell’imperatore che grondava melassa, intitolato Sugli edifici, nonché una pasquinata stillante fiele, indirizzata al medesimo cesare, nota come Storia segreta. Più d’un commentatore s’è chiesto come Procopio abbia potuto scrivere prima un panegirico e subito dopo una pasquinata. Perché no? Non è forse questo il naturale avvicendarsi delle cose? E ben gli sta a Giustiniano, perché mai pretendeva che gli scrivessero dei panegirici?» (Wisawa Szymborska, Opere, Adelphi 2008). * * * Stiamo entrando nella terza repubblica senza capire come, perché o quando siamo usciti dalla seconda (e neppure come ci eravamo entrati, quanto a questo, una ventina d’anni fa). Una cosa, tuttavia, è chiara: che se rimpiangere la prima repubblica è impossibile, meno ancora si può rimpiangere la seconda, e che se se il buongiorno si vede dal mattino, la terza sarà peggio. * * * Magari sarebbe stato più pratico (e più sensato) combattere la mafia dando la caccia ai mafiosi, come il poliziotto Giuseppe Petrosino detto Joe in trasferta da Brooklyn a Palermo (nei primi anni del secolo e nei vecchi sceneggiati televisivi) sulle tracce della Mano nera. Averci provato a partire dal tentativo di sentenziare che fu Forza Italia (quando ancora non aveva raccolto un solo voto e in pratica neppure esisteva) a trattare una tregua con le cosche a nome della repubblica è stato poco pratico (e pochissimo sensato) ma molto più avventuroso. Avercene, di capi d’accusa così audaci e spettacolari. * * * «Famolo strano» è diventato un principio giuridico. * * * Beppe Grillo, secondo i sondaggisti, è ormai «un serbatoio di scontentezza», come a suo tempo (su un altro piano, si capisce) i radicali. Sarà contento Grillo? Era questo che voleva? Diventare un «vaffa» incarnato, destinato a durare quanto uno scatto di nervi? Trasformarsi, da comico e intrattenitore, in «serbatoio di scontentezza»? Non sembra un complimento (è un po’ come se gli dessero, non so, del «sacco di pulci») ma forse lo è. * * * «Nessuna meraviglia che i più ignoranti considerino le statue pezzi di legno e di pietra, proprio come quanti non capiscono la scrittura guardano le steli come pietre, come legno le tavolette e come papiro intessuto i libri» (Porfirio, Sui Simulacri, Adelphi 2012). * * * Non so voi, ma io sono stufo di dire (nonché di leggere, e d’ascoltare) la parola «Stato», specie quando viene pronunciata con la maiuscola (anzi a tutte maiuscole e con l’esclamativo finale — STATO!) Ragion di Stato, nemici dello Stato, affari di Stato, uomo di Stato, senso dello Stato, l’État (e anche Madame Bovary, perché no) c’est moi_ tutte parole da tuonare con la mano sul cuore, pancia in dentro e petto in fuori, come quando le squadre di rugby, prima di pestarsi a sangue, cantano l’inno nazionale. * * * Se già la parola è odiosa, la cosa è naturalmente molto peggio: tasse cannibali, spesa corrente impazzita, assoluto disprezzo dell’opinione pubblica, indifferenza per i diritti del singolo cittadino (figuriamoci per la libertà e per la ricchezza delle nazioni). A evocare lo STATO come si evocano le legioni angeliche sono i politici e i burocrati; da qualche tempo anche i tecnici. Gli uomini onesti, e liberi, preferiscono i sinonimi, per lo più irriferibili. * * * «Il suo fine era in qualche modo la perfezione, / e facile da intendere era la sua poesia; / conosceva ogni virgola dell’umana follia / e aveva per eserciti e flotte una passione / se rideva, amabili senatori ridevano, / e se piangeva, in strada i bambini morivano» (W.H. Auden, Epitaffio per un tiranno, in W.H. Auden, Un altro tempo, Adelphi 1997). * * * Affaritaliani.it assicura che, secondo «mezzi stampa specializzati e non solo» (impagabile quel «non solo») ben «tre astronavi giganti si stanno dirigendo verso la Terra». Senza fretta, piano piano, per adesso gli Ufo «si stanno muovendo oltre l’orbita di Plutone», ma entro la fine del 2012 saranno qui. Una data che «porta in primo piano le profezie del calendario Maya». È «solo una coincidenza?» si chiede l’articolo. No, io direi che è solo una puttanata.