Luca Orlando, il Sole 24 Ore 15/3/2012, 15 marzo 2012
LA BENZINA OLTRE QUOTA DUE EURO
Due euro e otto millesimi. L’area di servizio Conero Est rompe il tabù e sfonda anche l’ultima soglia psicologica per un litro di benzina "servita". Poco distante un’altra area Shell, sempre nel tratto marchigiano della A14, si ferma a un euro e novecentonovantasei millesimi.
Il gestore si schernisce e ci spiega che le indicazioni arrivano dalla compagnia, che ieri mattina ha comunicato i nuovi listini, in rialzo come per tutti i big del settore. Ma il pieno - chiediamo - la gente continua a farlo? «C’è un calo tremendo – replica – e ci sono persone che escono sempre più spesso dall’autostrada per fare benzina altrove».
Nelle Marche la situazione dei prezzi è la peggiore in Italia a causa delle maggiori accise regionali introdotte (si veda altro articolo) e così, scorrendo le graduatorie dei prezzi, la A14 nel tratto marchigiano è il tratto più caro d’Italia, con la senza piombo "servita" ormai a due euro al litro, e il gasolio tra 1,85 e 1,86 centesimi.
Le medie globali sono per fortuna più basse, ma lo scenario per le famiglie resta preoccupante e in termini reali, anche scontando l’inflazione, si tratta dei prezzi più alti di sempre. Ieri mattina Eni ha aumentato ancora una volta i prezzi raccomandati di benzina e diesel di 0,5 centesimi e i ritocchi ci sono stati anche per Esso, Shell, Tamoil e TotalErg. Gli effetti dei rincari sui consumi sono visibili nei comportamenti: dopo il crollo di dicembre anche a gennaio i dati della rete sono in frenata. Se la benzina tiene, con un aumento dello 0,4%, il gasolio cede il 2,4% e come risultato i consumi del mese si sono ridotti di quasi 50mila tonnellate. Per febbraio si ipotizzano cali di molto superiori, con ipotesi di riduzioni fino al 20% (i dati verranno resi noti oggi ndr.). Pasquale De Vita, presidente dell’Unione Petrolifera, ricorda tuttavia l’anomalia del mese, «con lo stop dell’autotrasporto e le forti nevicate che hanno provocato inevitabili rallentamenti nella mobilità». Figisc, l’associazione dei gestori aderente a Confcommercio, calcola che nell’ultimo anno il prezzo sia aumentato in media di 30 centesimi al litro, ossia del 20%. Di questi 30 centesimi – spiega in un comunicato – 9 sono dovuti all’aumento del petrolio, 21 all’aumento delle imposte, «come a dire che il 70% della responsabilità degli aumenti è da attribuirsi alle maggiori tasse». Per l’associazione il Governo dovrebbe intervenire con un taglio delle accise di «almeno» 10 centesimi.
«Abbiamo le imposte più alte dell’intera Europa comunitaria – spiega il presidente Luca Squeri - e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: i consumatori, le famiglie, le imprese, già provate dalla lunga crisi, sono sgomente, i benzinai stanno letteralmente agonizzando sotto i colpi dei crescenti costi di gestione, dell’esaurimento delle linee di credito, della forte contrazione dei consumi e delle politiche commerciali di un settore che è esso stesso in crisi». Anche per le associazioni dei consumatori la situazione ormai è intollerabile. «Basti pensare – spiegano in un comunicato Federconsumatori e Adusbef – che, rispetto a marzo dello scorso anno per la benzina lo Stato ha incassato 240 milioni in più al mese, 575 per il gasolio. In un anno, le casse dello Stato hanno "guadagnato" 9,8 miliardi solo grazie alla tassazione su benzina e gasolio. Per questo è indispensabile e doveroso agire sulla tassazione, applicando finalmente l’accisa mobile, un meccanismo automatico che prevede una diminuzione dell’accisa quando il costo del petrolio aumenta; e bloccando categoricamente l’ulteriore aumento dell’Iva al 23%. Inoltre è indispensabile agire per la modernizzazione del settore ed avviando misure realmente efficaci per liberalizzare l’intero settore. La corsa dei prezzi porta anche ad una crescita dell’illegalità. Il nucleo di Polizia Tributaria di Palermo ha scoperto un impianto di distribuzione di carburante gestito da due pregiudicati e completamente abusivo. Il gestore vendeva gasolio a privati e imprenditori a 1,10 euro al litro, quasi la metà rispetto ai picchi massimi di ieri. Dall’inchiesta è emerso che solo a marzo del 2011 il distributore aveva venduto in nero oltre 55.000 litri di gasolio per 65mila euro di ricavi. Denunciati anche i clienti, accusati di ricettazione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
In regione i controlli hanno riguardato 51 impianti che, nel 40% dei casi, sono risultati irregolari. Le sanzioni amministrative comminate sono state pari a 250mila euro.