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 2012  marzo 15 Giovedì calendario

Sorpresa: medici e ostetriche più bravi se sono raccomandati - Sì,tutto vero: il nepotismo,spe­cialmente in ambiente universita­rio, è una pianta da sradicare

Sorpresa: medici e ostetriche più bravi se sono raccomandati - Sì,tutto vero: il nepotismo,spe­cialmente in ambiente universita­rio, è una pianta da sradicare. E non solo negli atenei, ma in tutti quei mestieri dove le barriere d’in­gresso sono elevate, perché rego­late da esami di Stato e iscrizioni all’albo professionale. In questi casi il biglietto da visita del cogno­me giusto può risultare decisivo. Favorisce la raccomandazione. Apre porte che altrimenti reste­rebbero serrate. «Parentopoli» fa volare carriere e ne stronca altre, mortificando il criterio della meri­tocrazia. Tutto vero. Ma la materia ri­mane contro­versa e non sempre i luoghi comuni colgo­no la verità. Ora che si discute di liberalizzazio­ni e di abolizio­ne degli ordini professionali, viste tante situa­zioni di famili­smo diffuso so­prattutto in al­cune professio­ni prestigiose (medici, avvo­cati, farmacisti, docenti univer­si­tari e giornali­sti) la tentazione di fare tabula ra­sa è montante. Difficile riuscirci, però, considerato il fatto che la lob­by più potente in Parlamento è quella degli iscritti agli ordini pro­fessionali: ben 338 tra deputati e senatori, appartenenti alle liste di avvocati, ingegneri, commerciali­sti eccetera. Tuttavia, come detto i luoghi co­muni favoriscono letture superfi­ciali. Secondo quanto rivela Dina­stie d’Italia , uno studio appena pubblicato dalle edizioni dell’Uni­versità Bocconi (Autori vari, a cu­ra di Michele Pellizzari e Jacopo Orsini, prefazione di Tito Boeri, euro 18) l’occupazione nella qua­le i figli hanno maggiormente se­guito le orme dei padri è quella del­l’operaio (vedi tabella qui sopra). Al secondo posto si classificano gli impiegati, al terzo ci sono i figli di ingegneri e solo al quarto i pro­fessionisti in genere. Questo per dire che non sempre intraprende­re il mestiere di un genitore è una questione di raccomandazioni e accesso facilita­to. Spesso è an­che una f­accen­da di formazio­ne, di ambien­te nel quale si cresce, di esem­pi che si hanno davanti. Nel meccanismo che porta un ra­gazzo a fare l’operaio come il pa­dre non c’è la furbizia scaltra che as­sociamo alle pratiche di ne­p­otismo che al­lignano nelle cosiddette pro­fessioni alte. E, d’altro canto, anche tra medici o avvocati non sempre il fatto di es­sere «figlio di» significa non meri­tare il posto che si occupa. Soprat­tutto, non significa che esercitare la professione del genitore equi­valga a svolgerla malamente. Gli studiosi della Bocconi han­no analizzato gli effetti del famili­smo sul rendimento e la qualità dei servizi offerti nell’attività di sei ordini professionali: commercia­­listi e consulenti del lavoro, avvo­cati, geologi, medici e ostetriche. Evitando di entrare nel dettaglio statistico e dei complessi metodi di misurazione adottati, andiamo subito alle conclusioni. Se nel ca­so di commercialisti e consulenti del lavoro, la catena professiona­le- familiare ha un’incidenza ne­gativa e comporta «peggiori risul­tati sociali », in quello degli avvoca­ti «i risultati sono o ambigui o man­cano sistematicamente di valore statistico». La sorpresa arriva invece dalle ricerche effettuate sui medici e le ostetriche. Gli analisti della Bocco­ni hanno preso in esame i dati rela­tivi alle patologie cardio-respira­torie e tumorali. Sebbene gli effet­ti siano minimi e a causa del cam­pione ridotto non abbiano piena rilevanza statistica, «tutte le misu­razioni indicano che dove i cogno­mi influenzano maggiormente l’accesso alla professione ci sono meno morti collegate alle due clas­si di patologie considerate ». In so­stanza, «più familismo, cure più ef­ficaci », è la conclusione degli stu­diosi. Ancora più significativa è quella che concerne le ostetriche. «I risultati - si legge nel paragrafo che le riguarda - indicano chiara­mente una correlazione negativa e statisticamente significativa fra il familismo e il numero di morti le­gate alle complicazioni post-par­to. In sostanza, quando i legami so­no più forti, la professionalità del­le ostetriche appare più alta». Se si vuole derivare una riflessio­ne da queste ricerche, vien da dire che, per le professioni come il me­dico e l’ostetrica dove il fattore umano è più accentuato,l’educa­zione e la formazione ricevute in famiglia portano a esercitarla in maniera più efficace. A parità di predisposizione tecnica, un giova­ne che ha «masticato» medicina fin da piccolo risulterà più abile di un medico figlio di un ingegnere. Attenzione a non gettare il bam­bino con l’acqua sporca.