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 2012  marzo 15 Giovedì calendario

UN COMIZIETTO LENTO CHE DIMENTICA LA SATIRA

Dopo la bufera di «Raiot», è tornata in video Sabina Guzzanti con un omaggio al grande capo de La7 Giovanni Stella, uno più tosto di lei. Per questo forse si sperava in un programma che indulgesse meno al predicatorio e pescasse ad antiche riserve di satira. Niente da fare. L’avvio è lento (se 9 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar o a rinnovare il repertorio), e anche l’imitazione di Mario «Montinator» Monti a colloquio con il Quirinale non pare brillantissima (il padre Paolo, quando imitava Pertini, era più ficcante). Come appare fra il pubblico Giulietto Chiesa la tentazione è di cambiare canale ma il dovere frena, giusto per intercettare Nino Frassica, il cui registro comico sembra preso a prestito da Panariello o giù di lì, e sentire la voce d’oltretomba di Patrizio Roversi. Ecco mancava solo quel bambinone invecchiato di Michael Moore, degno erede di Giulietto, a farci una lezioncina sulla finanza. Guzzanti ha molti rospi da togliersi ma il programma procede tra noia e tristezza, tra comizietti e saccenterie: propaganda infida. Forse i nove anni poteva impiegarli a preparare un programma migliore, con più ritmo: «Un due tre stella» è prima di tutto una trasmissione mal costruita, sembra che i suoi molti autori non sappiano decidersi su che tipo programma fare e come farlo. Il tutto è molto primi anni 2000: gli stessi feticci, le stesse ossessioni, da Berlusconi a Bush, aggiornate ai tempi della crisi. Peggio dei giovani satiristi c’è solo il pubblico in sala. Insomma, Guzzanti si salva solo con le vecchie imitazioni. Vogliamo infine dire che Caterina ormai è molto meglio di questa Sabina che si butta via nel nome della tetraggine?
Aldo Grasso