Marco Gasperetti, Corriere della Sera 15/03/2012, 15 marzo 2012
LAGHAT, IL PUROSANGUE CIECO CHE SBARAGLIA GLI AVVERSARI — È
quasi completamente cieco Laghat. Dicono che riesce a vedere appena le ombre degli ostacoli improvvisi, quelli che subdoli arrivano sulla pista e fanno cadere anche i cavalli migliori. Ma non importa: «Lui ha un sesto senso, sa dove mettere le zampe», spiega con un sorriso Federico De Paola, il suo allenatore. Laghat, purosangue inglese di nove anni, è un vincente: si è aggiudicato 19 corse, anche prestigiose, e soprattutto ha qualcosa d’innato che gli dà l’ultima spinta, quella vincente a pochi metri dalla meta. «Quando arriviamo vicino al traguardo a volte è lui a darmi il segnale giusto. Sa come battere gli avversari e lo fa con un intuito straordinario. Mai avuto un cavallo così». Si dice che e volte tra uomini e animali accada qualcosa di speciale e che creature diverse riescano a comunicare con un linguaggio subliminale. Federico e Laghat lo fanno da sei anni. «Da quando il mio puledro arrivò a Pisa già colpito da una micosi che gli aveva spento gli occhi — racconta De Paola —. Aveva tre anni, il mio cavallino, e la sua intelligenza era superiore».
Come fa un purosangue cieco ad evitare gli avversari e a rispondere ai comandi? «Me lo chiedo da anni e tutte le volte mi meraviglio — risponde il suo allenatore fantino —. E mi commuovo sempre quando, dopo aver vinto, mi si avvicina trionfante, si inchina con la testa, chiede coccole».
Marco Gasperetti