Dino Buzzati, Corriere della Sera 15/03/2012, 15 marzo 2012
LA CRONACA DI BUZZATI SULL’INCIDENTE DEL 1947
Cantavano. Dopo due giorni di montagna, anche se è una montagna modesta e familiare come San Primo, ci si sente più leggeri e più buoni, le tribolazioni della vita diventano improbabili e lontane, tutto il corpo, coi muscoli stanchi, è straordinariamente vivo, la pelle della faccia scotta per il sole preso, perfino le botte delle cadute, ancora dolenti, dànno uno strano piacere. E si comincia a cantare (...) Erano quasi tutti molto giovani, bravi ragazzi e ragazze che volevano bene alla montagna; e questo è sempre un segno di cuore chiaro e gentile. Perché allora? La parola «ingiustizia» ciecamente affiora nell’animo. Perché proprio loro? Ma noi non si può sapere. Solo un giorno, forse, ci sarà concesso di capire.
Dino Buzzati
dal Corriere d’informazione
del 27 dicembre 1947