A. P. - G. Sant., Corriere della Sera 15/03/2012, 15 marzo 2012
«QUEI PICCOLI VIVI CHE GRIDAVANO IN MEZZO AI CORPI» —
Li vedeva disperati e urlanti, dietro i finestrini alti del pullman. «Alcuni alzavano le braccia, altri le allungavano verso di me come a cercare aiuto. Qualcuno chiedeva qualcosa, ma io non lo capivo perché parlava fiammingo». Ha ancora la fronte sudata, Alain Rittner (nella foto), l’uomo che ha coordinato i soccorsi sanitari nella galleria di Sierre. È stata la sua notte più lunga. «Ragazzini morti, ragazzini insanguinati, ragazzini vivi in mezzo ai morti». È arrivato 16 minuti dopo l’allarme ed è forse un record anche per lui che è specializzato, come dice il bigliettino da visita, «in grandi incidenti e catastrofi». E questa lui la chiama «catastrofe». Prima di entrare ha dovuto fare i conti con l’impotenza: «Bisognava mettere in sicurezza il mezzo e i finestroni erano molto alti, ci volevano i pompieri». Poi, una volta spaccato il vetro posteriore, hanno estratto ragazzini e adulti. «Uno a uno, vivi, morti, agonizzanti. Li abbiamo portati fuori e messi dove si poteva, sulle barelle, sull’asfalto, cercando di capire su chi bisognava intervenire subito volando all’ospedale e su chi invece non era più possibile far nulla». I più gravi sono stati ricoverati alla clinica universitaria di Losanna, gli altri a Berna, Visp, Sion, Sierre, Martigny. Sette ore di sirene spiegate, fino alle quattro del mattino, «quando abbiamo liberato il corpo del secondo autista». Senza vita, come il suo collega di guida. «Davanti, il pullman era piegato, il posto di guida schiacciato sul cemento della galleria. Il motore pesante e posteriore ha fatto il resto: ha aumentato la violenza dell’impatto comprimendo tutto verso la parete dura».
Ha occhialini e orecchino e una quarantina d’anni, monsieur Alain, e nei suoi occhi c’è un po’ l’orrore che ha visto. Ora che la notte di sangue è passata lui è ancora qui, al comando della polizia cantonale a raccontare la tragedia che ha sconvolto la vallata di Sion. Un luogo che passa per essere il più soleggiato dell’intero cantone. «Ma una nuvola nera è arrivata improvvisa e io e i miei uomini non abbiamo potuto impedire che si portasse via ventidue ragazzi e sei uomini che amavano proprio questo sole e questa terra». Poco più in là è il comandante della polizia, Christian Varone, a spiegare di non aver mai visto niente di simile: «È una tragedia senza precedenti». Mentre il direttore sanitario che segue gli interventi nei sei ospedali, Jean Pierre Deslarzes, aggiorna il bollettino: «Alcuni ragazzi non sono fuori pericolo». Sono le sette di sera, monsieur Alain è ancora in piedi con la sua divisa rossa. Allarga le braccia: «Non posso fare altro».
A. P.
G. Sant.