16 marzo 2012
APPUNTI PER GAZZETTA. LA TRATTATIVA SUL LAVORO E LA FORZA POLITICA DEL GOVERNO MONTI
REPUBBLICA.IT - CAMUSSO E I SINDACATI
FIRENZE - Sull’articolo 18 "vedremo quali proposte saranno fatte: quelle sentite finora dal governo non ci convincono, e non vanno bene". Lo ha affermato Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, parlando della riforma del mercato del lavoro a margine di una iniziativa del sindacato a Firenze. "Gli accordi sono possibili - ha ribadito - quando c’è un merito che viene condiviso: se dovessi dirlo oggi, credo che ci sia ancora della strada da fare".
"Per noi l’articolo 18 - ha sottolineato - è una tutela generale, ha una funzione di deterrenza rispetto all’arbitrio sui licenziamenti". "Abbiamo enumerato quali sono le cose necessarie per arrivare ad un accordo - ha continuato - Manutenzione dell’articolo 18 può voler dire tante cose. Se uno ha davanti una macchina, manutenzione può anche voler dire cambiare il motore. Oppure metterci l’olio". Poi, parlando della vicenda in generale, ha ricordato: "Tra datore di lavoro e lavoratore, il soggetto debole è il lavoratore e le tutele servono a tutelare il soggetto debole".
"Chi dice che bisogna liberalizzare i licenziamenti disciplinari - ha proseguito la sindacalista - sta dicendo che deve tornare il libero arbitrio nei rapporti tra datori di lavoro e dipendenti. C’è una cosa di cui non si parla ma in queste ore forse è bene ricominciare a parlarne: la maggioranza dei licenziamenti disciplinari che le aziende tentano di fare derivano da processi di mobbing".
Frenata nella trattativa, quindi, che prende ancora più consistenza con le dichiarazioni di Emma Marcegaglia a richiesta di un ripensamento del governo sulla proposta sulla flessibilità in entrata. "La nuova proposta - ha detto la presidente di Confindustria - prevede un aumento di costi e di burocrazia, con il rischio che invece di aumentare l’occupazione ci sia una riduzione".
Camusso, parlando dell’ipotesi di ’modello tedesco’ per la riforma del mercato del lavoro emersa ieri al vertice fra il premier Mario Monti e i segretar 1i dei grandi partiti di maggioranza, ha proseguito: "Continuo a pensare che la trattativa vada fatta con le parti sociali, non ho notizie, se non quelle giornalistiche, su cosa si siano detti vedremo cosa ci dirà il governo al tavolo martedì", ha proseguito. Il punto comunque, secondo Camusso, è un altro: "Noi abbiamo detto, e continuiamo a dire, che anche facendo una bellissima riforma del mercato del lavoro, questo non determina la creazione di un solo posto di lavoro, e che il vero tema per l’Italia è la crescita".
Invece, lamenta Camusso, "se ho capito bene dai giornali il problema del lungo vertice notturno è che ha rimandato la fase della crescita. Ma se è così, non so se saranno più tranquilli i mercati europei, ma credo che gli italiani siano ogni giorno meno tranquilli". "Non si può rinviare il tema della crescita - ha proseguito - forse ci sono altri temi che si possono rinviare. Bisogna creare posti di lavoro, altrimenti anche una buona riforma che potremmo saggiamente fare e non abbiamo ancora fatto, di per se non darà una risposta. L’aspirazione delle persone è di avere un lavoro, non stare in cassa integrazione".
E sull’incontro della scorsa notte è tornato oggi anche Pierluigi Bersani. "Si è fatta una discussione buona sul lavoro. Ma non è un accordo, l’accordo tocca alle parti sociali. Diciamo che è venuta fuori con nettezza l’indicazione al governo di lavorare per un accordo", ha precisato il segretario del Pd.
A confermare le perplessità della Camusso, arrivano però le parole di Angelino Alfano. "E’ stato fatto un buon lavoro del quale sono soddisfatto. Sul mercato del lavoro si va avanti verso una riforma che introduca la flessibilità. Dieci anni fa la stavamo facendo noi e sono state portate in piazza un milione di persone contro quella riforma. Abbiamo fato perdere 10 anni all’Italia", ha commentato il segretario del Pdl.
Dalla segretaria della Cgil una battuta anche sulla vertenza con la Fiat. "Noi chiediamo al governo - ha detto - che la Fiat investa in Italia. Che faccia dei modelli per essere concorrenziale sul mercato europeo e non consideri l’Italia la ruota di scorta delle produzioni degli altri paesi. Questa mi pare la sfida, rispetto alla quale risposte non ce ne sono", ha aggiunto.
(16 marzo 2012)
REPUBBLICA.IT - I PARTITI
ROMA - Non è la foto di Pier Ferdinando il modello di alleanze a cui guarda Pier Luigi Bersani. Lo dice, a poche ore dal vertice notturno di palazzo Chigi 1, il segretario del partito democratico. "Non è così semplice mettersi d’accordo per un progetto per l’Italia", dice a proposito di un’alleanza con il Pdl. "Siamo alternativi", aggiunge precisando di lavorare per un’alleanza di governo tra moderati e progressisti. "Bastasse twitter.... Ieri è stata piuttosto la prova che i partiti che sostengono il governo messi uno di fronte all’altro danno prova di responsabilità. Se poi fosse così facile, non saremmo stati lì sei ore. Nonostante twitter...". Ma la foto di Casini sostituisce vasto? "No, oltre le foto bisogna ascoltare i sonori", taglia corto Bersani
Da Palermo interviene anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano: "E’ stato fatto un buon lavoro del quale sono soddisfatto. Adesso c’è da entrare nel merito dei singoli provvedimenti". E aggiunge: "Se fosse stata sufficiente quella foto non saremmo stati lì sei ore a discutere senza completare l’ordine dei lavori".
La Rai. I due leader politici si sono espressi anche sulla questione della Rai. Il segretario del partito democratico parla anche di Rai. Sulla Rai "si faccia
una nuova governance per un’azienda che deve competere. Si passi attraverso "un breve commissariamento, ma si cambi passo. Se non si farà così noi non partecipiamo, non ci rendiamo responsabili". Lo dice il segretario del Pd, Bersani, spiegando che con la legge attuale anche una "persona autorevole con questa governace è destinata a perdere la sua autorevolezza. Nessuno può fare miracoli". Sulla questione Alfano ha detto: "Siamo dell’idea che i partiti non debbano fare un passo indietro, nel senso che non devono immaginare di fare una riforma della Rai solo per mettere le mani sull’azienda. Le leggi che ci sono si applicano e si va avanti rispettando le leggi che ci sono".
Il nodo della giustizia. Dopo il vertice si è tornati a parlare di giustizia. "Ci siamo detti ’Andiamo avanti’ sul tema della giustizia. Ci sono progetti di legge presentati in Parlamento su diversi temi, tra cui le intercettazioni, processo del lavoro, giustizia civile", ha detto Bersani. "Ci sono un sacco di cose da fare per i cittadini - ha proseguito -. Il Governo si occuperà di stilare una Road map da discutere con le forze politiche". "Per noi la riforma della giustizia e’ sempre stata una questione centrale, ieri ne abbiamo parlato al vertice di maggioranza col governo, ribadendo che il Ddl anti corruzione è del governo Berlusconi e sottoscritto da me nel ruolo di ministro e tenendo fermo il punto della responsabilità civile dei magistrati", ha spiegato Bersani.