Dario Cresto-Dina, la Repubblica 15/3/2012, 15 marzo 2012
Nel film "Drive" Ryan Gosling, ne ha sempre uno in bocca. Lo tiene, infelice, nell’angolo sinistro e l’oggetto è, appunto, così sinistro e affascinante da spingere il figlio della ragazza che il protagonista ama con pudore a desiderarlo
Nel film "Drive" Ryan Gosling, ne ha sempre uno in bocca. Lo tiene, infelice, nell’angolo sinistro e l’oggetto è, appunto, così sinistro e affascinante da spingere il figlio della ragazza che il protagonista ama con pudore a desiderarlo. Nel prologo dei momenti di massima tensione, quando si ribalta con l’auto da stuntman o quando uccide, Gosling lo ripone con cura dietro l’orecchio per riprenderlo subito dopo con immediato effetto rilassante. Lo esibiva pendulo e provvisorio Roberto Benigni in una parodia mafiosa di qualche anno fa, lo mostrava strafottente Sylvester Stallone in "Cobra", doveva accentuare il tasso di sensualità sulle labbra di Rihanna in una campagna pubblicitaria del 2008, lo ritroviamo occasionalmente in versione caricaturale in un personaggio di "Benvenuti al Sud", ma è stato il bel Ryan a ripulirlo dalla cafonaggine e trasformarlo in accessorio di moda, tanto da venire sfoggiato dal ragazzo Prada nella pubblicità che in questi giorni campeggia sui grandi giornali. In versione stecchino o fiammifero, lo stuzzicadente diventa patinato. Lo preferivamo in campagna, nel taschino dei contadini raccontati da Zavattini.