Diego Gabutti, ItaliaOggi 15/3/2012, 15 marzo 2012
La Lega è nata all’insegna del grido: Padroni a casa nostra! - Non è buffo che i capitribù leghisti, sulla cui bandiera originaria stava scritto «padroni in casa nostra», adesso temano la «diaspora» delle «liste locali», delle «liste civiche», animate da lumbard arciautonomisti? * * * «Bisogna sottrarre alla folla le anime deboli e poco salde nel bene: è facile cedere ai gusti della maggioranza
La Lega è nata all’insegna del grido: Padroni a casa nostra! - Non è buffo che i capitribù leghisti, sulla cui bandiera originaria stava scritto «padroni in casa nostra», adesso temano la «diaspora» delle «liste locali», delle «liste civiche», animate da lumbard arciautonomisti? * * * «Bisogna sottrarre alla folla le anime deboli e poco salde nel bene: è facile cedere ai gusti della maggioranza. Anche Socrate, Catone e Lelio, in mezzo a un popolo di costumi corrotti, avrebbero potuto perdere la loro dirittura morale» (Seneca, Lettere a Lucillo, BUR Rizzoli 1998). * * * «Soli in una cella senza doccia», titolava drammaticamente Repubblica giorni fa. Salvatore Girone e Massimiliano Latorre (i «due marò», anzi i «due marò pugliesi», come ormai li chiamano allegramente e spudoratamente i giornali, rimpiangendo non si sa bene se i tempi delle «due Simone» oppure quelli di Gianni e Pinotto, Crik e Crok, Franco e Ciccio) non hanno, vergogna, la doccia in camera. Col caldo che fa! In India! Figurarsi! E poi il decoro, cara signora! Per lavarsi, che cosa devono fare, i poverini? Aspettare che l’ora d’aria coincida con la stagione dei monsoni? Ancora si può capire e forse persino giustificare un arresto abusivo (gli arresti più o meno abusivi non mancano nemmeno da noi, e i fogli eleganti non se ne sono mai lamentati, anzi) così come si può ammettere che i criminali vengano tenuti a pane e acqua come tanti Ergastolani Hollywoodiani in Fuga da Alcatraz. Anche la gogna (specie mediatica) è lecita. Ma che in cella non ci sia la doccia, per un manettaro caviar, è cosa inconcepibile, perdìo, come un neo posticcio fuori posto o una parrucca poco incipriata. * * * «Le guardie vuoteranno le prigioni dei loro ospiti; i generali ordineranno ai soldati di gettare le armi. Il millennio è appena svoltato l’angolo. Ciò nonostante, a dispetto dell’avvicinarsi del millennio, gli esseri umani saranno ancora costretti a rintanarsi ogni giorno nel water-closet. Dovranno ancora affrontare il problema di come sfruttare il tempo che passano lì dentro nel modo più profittevole possibile. Praticamente è un problema metafisico» (Henry Miller, Del leggere al cesso, in H. Miller, I libri nella mia vita, Einaudi 1976). * * * E se alla fine di tutta l’avventura berlusconiana, finita la festa, le luci finalmente spente, non restasse che il ricordo di quella volta a Porto Rotondo quando, in piedi accanto a Vladimir Vladimirovic Putin durante chissà quale insignificante conferenza stampa, il Cavaliere mimò ridendo una raffica di mitra, ra-ta-ta-ta-ta, e una giornalista russa scoppiò a piangere? * * * «Arrivati in Svizzera, nel 1914, abbiamo chiesto il nome del presidente della Confederazione svizzera. Nessuno lo conosceva. C’era un governo efficace, ma era un governo invisibile. Oggi siamo governati da persone che cercano i fotografi, al contrario di Plotino_ Ricorda? Qualcuno voleva un busto di Plotino. Ma Plotino disse che non aveva senso perché lui non era che l’ombra del suo archetipo, quindi la sua immagine sarebbe stata l’ombra di un’ombra» (Jorge Luis Borges e Osvaldo Ferrari, Reencuentro, Bompiani 2011). * * * Scandalo: «il Senatùr offende Berlusconi», titola il Giornale, e così «suicida la Lega». Irriconoscente e un po’ pazzo, la testa più storta della bocca, nemico della buona e moderata gente, Umberto Bossi ha dichiarato (pubblicamente! urbi et orbi!) che «Berlusconi fa pena», un’offesa tra le più trucide e sanguinose. Del resto la Buonanima, passando come ha fatto dalla parte di Nonno Mario, cioè «delle banche» e dei mercati, ha quel che si merita, dice il Senatùr. E Calderoli? «Roberto Calderoli parla, e dalle sue parole emerge disprezzo», scrive Vittorio Feltri. Disprezzo «per chi»? Disprezzo «per tutti», leghisti dissidenti in primis, alcuni dei quali già rimpiangono, senza osare dirlo, l’alleanza col Pdl, o comunque si faccia chiamare adesso, anche alle amministrative. * * * Fortuna che la Buonanima, generoso com’è, non serba rancore e (prima dando del bamboccione ad Angelino Alfano, poi bigiando Porta a Porta per farsi perdonare, quindi raggiungendo Vladimir Vladimirovic a Mosca per brindare alle elezioni russe truccate) porge sempre l’altra guancia a nuove offese. * * * Capelli zero, statura appena appena, l’età quella che è, così il senso estetico e quello morale_ ma se c’è una cosa che non manca alla Buonanima è il «quid» dell’eterno martire, l’anima stessa del suo «carisma» di «leader». * * * Non soltanto todos caballeros, ma anche todos moderatos, i politici italiani si sforzano d’apparire ragionevoli, specie negli spropositi. Sono così ragionevoli, e così equilibrati, che perdono il lume della ragione e diventano pericolosi, come le persone affette da licantropia nelle notti di luna piena, quando i loro avversari danno prova di sfrenatezza, per esempio sostenendo tesi balorde e irragionevoli, in una parola diverse dalle loro, in un talk show.