Edoardo Narduzzi, ItaliaOggi 15/3/2012, 15 marzo 2012
Gli inglesi stampano altri 50 mld di sterline - A Londra si continua a stampare moneta e senza eccessive preoccupazioni inflazionistiche
Gli inglesi stampano altri 50 mld di sterline - A Londra si continua a stampare moneta e senza eccessive preoccupazioni inflazionistiche. Altri 50 miliardi di sterline di cosiddetto quantitative easing, cioè di nuova moneta della Bank of England, sono stati messi a disposizione dalla banca centrale per acquistare obbligazioni statali. L’ammontare complessivo della manovra monetaria inglese sale a 325 miliardi di pound, circa il 20% del Pil del paese, una massa monetaria aggiuntiva enorme che fotografa la dimensione dello stimolo deciso dalla BoE per aiutare l’economia britannica ad archiviare la recessione. Evidentemente anche a Londra la maggioranza dei membri del comitato di politica monetaria ha una visione analoga a quanto suggerito da tempo dagli economisti meno tradizionali: per poter andare oltre la crisi ed avviare un nuovo ciclo di crescita globale è indispensabile «inondare» di liquidità l’economia finanziaria e quella reale così da poter gestire l’aggiustamento verso il nuovo equilibrio più velocemente e con meno tensioni sociali. Approfittando del fatto di disporre ancora di una sovranità monetaria, il Regno Unito ha la possibilità di adottare decisioni unilaterali e completamente al servizio delle sole esigenze del ciclo dell’economia nazionale. Nei fatti, la banca centrale di Londra non si preoccupa più di tanto, da almeno tre anni, né del tasso di cambio della sterlina, né dell’andamento dell’inflazione attualmente al 4,2%. L’obiettivo della banca centrale inglese è quello di favorire la crescita economica e, conseguentemente, di creare nuova occupazione e così si spiega la nuova iniziativa espansiva in termini monetari. Teoricamente la BoE non ha ancora utilizzato l’intero ammontare di quantitative easing già deliberato e potrebbe agire ancora nel prossimo futuro. Certo, l’esperienza inglese rappresenta meglio di qualsiasi altra il profondo cambiamento registrato nei sistemi creditizi e finanziari occidentali. La monetizzazione di parte del debito pubblico, formatosi soprattutto per nazionalizzare salvandole dal default le banche inglesi, ha trasformato la BoE in una sorta di fondo chiuso con quantitativi illimitati di moneta al servizio dell’economia della Corona. E, visti i quantitativi in ballo, non è ad oggi definibile quando e come, cioè con quali modalità operative, la banca centrale inglese riassorbirà la moneta aggiuntiva prodotta per gestire la crisi. È anche probabile che, nel prossimo futuro, dovremo imparare a convivere con un’economia molto più liquida di quella del Novecento accompagnata da un moderato tasso di inflazione.